"Pellegrinaggio alla Mecca eco-compatibile". Ecco l'Islam ambientalista
Bisogna rendere il pellegrinaggio alla Mecca eco-compatibile. Concluso anche l’Hajj di quest’anno, le autorità saudite ne hanno fatto un bilancio in termini trionfalistici: 3.160.000 pellegrini “registrati” più un altro milione abbondante di “non registrati”; un milione di pecore e 10.000 tra mucche e cammelli sacrificati, la cui carne è tradizionalmente distribuita ai poveri delle città sante e delle nazioni islamiche ma che da quest’anno andrà anche ai rifugiati siriani in Turchia, Giordania e Libano; 362.740 persone assistite nelle strutture sanitarie; 120.000 agenti di sicurezza impegnati.
Bisogna rendere il pellegrinaggio alla Mecca eco-compatibile. Concluso anche l’Hajj di quest’anno, le autorità saudite ne hanno fatto un bilancio in termini trionfalistici: 3.160.000 pellegrini “registrati” più un altro milione abbondante di “non registrati”; un milione di pecore e 10.000 tra mucche e cammelli sacrificati, la cui carne è tradizionalmente distribuita ai poveri delle città sante e delle nazioni islamiche ma che da quest’anno andrà anche ai rifugiati siriani in Turchia, Giordania e Libano; 362.740 persone assistite nelle strutture sanitarie; 120.000 agenti di sicurezza impegnati, mobilitatisi per un’unica possibile occasione di disordine, quando alcune centinaia di pellegrini siriani hanno tentato di organizzare una manifestazione anti Assad, visto male dal regime saudita, mai quanto l' intrusione della politica durante il pellegrinaggio. E tuttavia, proprio questo gigantismo inizia a suscitare problemi e critiche. C’è stato ad esempio chi ha protestato per disfunzioni dei trasporti e dei tour operator, al punto che lo stesso governatore della Mecca principe Khaled Al-Faisal ha annunciato azioni contro una compagnia ferroviaria per i ritardi. E soprattutto, c’è chi inizia a preoccuparsi per il crescente costo ecologico dell’evento. In particolare il sindaco della città Omar al-Bar, che ha lanciato ora lo slogan dell’”Hajj verde”, in modo da rendere per lo meno l’intera area delle moschee “eco-friendly”.
Teoricamente, il verde è già il colore dell’Islam, e non mancano gruppi islamisti che fanno propri argomenti tipici dell’ecologismo per attaccare il “materialismo occidentale”. Ma all’Università della Mecca, che ha lanciato l’allarme raccolto dal sindaco, sostengono che il pellegrinaggio, così come è fatto, aumenta il riscaldamento globale. “La maggior parte dei pellegrini non ha coscienza ambientale” si è lamentato Abdel Aziz Sruji, che alla stessa Università della Mecca è docente di Scienze Ambientali. “Durante la loro presenza, La Mecca diventa la città più inquinata del mondo”. Nel suo cahier de doléances ci sono le grandi quantità di cibo sprecato. E i gas di scarico dei bus e dei veicoli carichi di pellegrini. E i picchi energetici negli hotel. E, soprattutto, l’uso massiccio di bottiglie di plastica per l’acqua, che il governo saudita distribuisce gratis in quantità: “fredda da spezzare le mascelle”, annotò il giornalista francese di origine algerina Slimane Zeghidour in un suo famoso reportage sul pellegrinaggio (in italiano “La vita quotidiana alla Mecca da Maometto ai giorni nostri”, pubblicata da Bur). Secondo Sruji, bisognerebbe appunto incominciare da lì: riciclare le bottigliette.
Il sindaco al-Bar ha poi idee anche più grandiose. Ad esempio, viziata dalla sua abbondanza di petrolio, l’Arabia Saudita ne brucia in quantità scandalose: con 2.817,5 milioni di barili al giorno nel 2011, l’Arabia Saudita è già oggi il sesto consumatore di petrolio al mondo, dietro a colossi demografici come Stati Uniti, Cina, Giappone, India e Russia, e davanti a Brasile, Germania, Canada, Corea del Sud, Messico, Francia, Iran, Regno Unito e Italia. In termini pro capite, significa che ogni saudita consuma 40 barili di petrolio all’anno: contro i 24,6 di un canadese, i 21,8 di uno statunitense, i 16,8 di un sud-coreano, i 12,8 di un giapponese, i 10,7 di un tedesco, i 10,5 di un francese, i 9,5 di un inglese e gli 8,9 di un italiano. Ci si può figurare le relative emissioni. Solo i condizionatori d’aria coprono i due terzi di un consumo domestico di elettricità che sta crescendo a ritmi dall’8 per cento all’anno, e che assorbe il 50 per cento della domanda. Spettacolare è anche il consumo di acqua, che con 250 litri per capite all’anno è il terzo del mondo, grazie agli impianti di desalazione del mare che a loro volta assorbono greggio in quantità. Ovviamente c’è gran scialo di consumo di benzina nei trasporti, visto che il prezzo al distributore è di 15 centesimi di euro al litro. Un recente rapporto di Citigroup ha paventato addirittura che di questo passo nel 2030 l’Arabia Saudita potrebbe passare dal rango di esportatrice di petrolio a quello di importatrice, ma al-Sadr dice che intanto è inutile sprecare il petrolio per produrre elettricità con tutto il sole che in Arabia abbonda per tutto l’anno. Quindi vuole mettere pannelli solari in quantità. In più, proprio per evitare gli ingorghi del periodo dell’Hajj vuole creare una nuova metropolitana da 1200 Km e 28 stazioni.
Basterà? Il professor Sruji appoggia le idee del primo cittadino, ma il suo consiglio è di tornare anche alle origini. E dice ai fedeli: “seguite l’esempio di Maometto, che fece il pellegrinaggio solo una volta nella sua vita”.
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