Assistente Sessuale

Annalena Benini

Lei arriva, saluta con un sorriso, non vuole i soldi sul comodino, si spoglia e comincia. Il suo compito è: resuscitare. A volte le servono tre mesi e dodici sessioni di lavoro, una volta alla settimana di terapia. Deve insegnare il sesso agli uomini che non riescono a conquistare una donna, che soffrono di qualche disfunzione, che hanno subìto un trauma (una madre troppo seduttiva che li ha sconvolti e bloccati), che non sono capaci e si vergognano.

    Lei arriva, saluta con un sorriso, non vuole i soldi sul comodino, si spoglia e comincia. Il suo compito è: resuscitare. A volte le servono tre mesi e dodici sessioni di lavoro, una volta alla settimana di terapia. Deve insegnare il sesso agli uomini che non riescono a conquistare una donna, che soffrono di qualche disfunzione, che hanno subìto un trauma (una madre troppo seduttiva che li ha sconvolti e bloccati), che non sono capaci e si vergognano. “Posso metterti la lingua nell’orecchio?”, “no, perché lo odio, ma è davvero una buona domanda e sono felice che tu me l’abbia chiesto, così lo chiederai ad altre, che probabilmente vorranno davvero che tu lo faccia”. Può sembrare il sogno realizzato dell’iniziazione da parte della professoressa di francese, o dell’amica dei genitori, ma avviene a pagamento, non per uno slancio di entusiasmo, e di solito abbastanza avanti negli anni, dopo che lui ha ammesso di avere un problema. Helen Hunt interpreta un’assistente sessuale (necessariamente molto nuda) nel film “The sessions”, che ha vinto il Sundance Festival e sta per uscire in America, e si è ispirata alla realtà.

    Tutto il film è ispirato alla storia vera del poeta e giornalista californiano Mark O’ Brien, disabile per una poliomielite infantile: volendo perdere la verginità, un giorno scrisse un annuncio: “Mark, 38 anni, scrittore, cerca una donna intelligente per compagnia e forse sesso. Sono completamente paralizzato, quindi no lunghe passeggiate sulla spiaggia”. Il regista, colpito dalla storia di Mark (lui la raccontò in un articolo per il Sun e in un libro), ha cercato la terapista e ha scoperto il mondo delle assistenti sessuali. Non sono escort, non sono mogli, non necessariamente sono psicologhe. Sono in missione. Lavorano fra le lenzuola, e sono una specie di ultima spiaggia per uomini terrorizzati. Dalle donne e dalle figuracce che hanno già fatto, o dalle occasioni sempre mancate. Salon ha pubblicato questa settimana le memorie di una sex surrogate, che rispose a un annuncio su un magazine di New York in cui si cercavano donne “luminose, articolate e felici di aiutare gli altri”. Racconta che non è stato sempre facile: l’idea di sdraiarsi accanto a un grasso e pelato autista di limousine, pieno di macchie di ketchup sulla maglietta, con lo stomaco fuori dai pantaloni, non le piaceva molto, ma lui era confuso e disperato, non aveva nemmeno idea di come fosse fatta una donna sotto i vestiti, e quando lei gli mostrò le posizioni principali era stupitissimo. Gli dovette insegnare come muovere le anche. “Quel lavoro è stato uno dei più grandi onori della mia vita: non ero me stessa con loro, ma piuttosto ero ‘everywoman’: ero il ponte tra un nuovo inizio sessuale pieno di speranza e le donne della loro vita, da cui sarebbero tornati rinnovati”.

    Lei ha scoperto che il mondo maschile non è fatto soltanto di arroganti saputelli, loro le saranno eternamente grati, purché mantenga il segreto. Nel film il protagonista è sempre più felice, via via che la terapia sessuale procede, e racconta tutto alla sua guida spirituale, il prete hippie che lo aveva incoraggiato a buttarsi. Nella realtà c’è una clinica, a Manhattan, dove quarantenni illibati (accademici, uomini in carriera che non hanno avuto tempo di concentrarsi) a un certo punto usano lo slogan: “La vita è troppo corta, devo andare in terapia”. E’ il momento (forse) della rinascita, e dell’eroismo pedagogico delle assistenti sessuali.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.