Finanza & politica
Cappio di Fitch per Obama, Draghi constata lo sboom tedesco, le Borse temono ancora l'eurocrisi
Draghi avverte che la Germania si sta fermando. In un contesto europeo in cui la disoccupazione è “deplorevolmente” alta e la crescita “debole”, lo stato di grazia dell’economia tedesca è finito. L’ha detto ieri il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi: “E’ stata a lungo isolata dalle difficoltà presenti nel resto dell’area euro” ma gli effetti della crisi “stanno iniziando a colpire anche l’economia tedesca” e lo dimostrano “gli ultimi dati”, ha detto in un convegno bancario a Francoforte.
Obama ha “sconfitto” la storia ma ora dovrà convincere Fitch. Barack Obama è stato l’unico presidente a essere rieletto con una disoccupazione così elevata negli Stati Uniti (7,9 per cento) dal 1936, quando il democratico Franklin D. Roosevelt è stato riconfermato per il secondo mandato. Il cambiamento e la speranza, slogan della campagna elettorale del 2008, devono ora fare i conti con l’economia. Ieri è arrivato l’avvertimento dell’agenzia di rating Fitch: “Il problema del presidente Obama e del Congresso è affrontare di petto scelte difficili su tasse e spesa”, cioè come evitare il cosiddetto “fiscal cliff” che “provocherebbe probabilmente un declassamento del paese nel 2013”, ha scritto Fitch in una nota. Le Borse europee, dopo un avvio positivo sulla scia del risultato elettorale, hanno incassato una pessima chiusura. Gli investitori sono tornati a concentrarsi sui problemi dell’Eurozona, in primis il voto parlamentare sul piano di austerità in Grecia, passo fondamentale per ricevere gli aiuti internazionali che saranno l’argomento di discussione dell’Eurogruppo del 12 novembre.
Draghi avverte che la Germania si sta fermando. In un contesto europeo in cui la disoccupazione è “deplorevolmente” alta e la crescita “debole”, lo stato di grazia dell’economia tedesca è finito. L’ha detto ieri il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi: “E’ stata a lungo isolata dalle difficoltà presenti nel resto dell’area euro” ma gli effetti della crisi “stanno iniziando a colpire anche l’economia tedesca” e lo dimostrano “gli ultimi dati”, ha detto in un convegno bancario a Francoforte. La produzione industriale in Germania, secondo dati diffusi ieri, è calata dell’1,8 per cento in settembre rispetto ad agosto, peggio delle stime degli analisti che si attendevano un calo dello 0,5 per cento. Il ministero dell’Economia di Berlino imputa il declino alla “diminuzione degli ordini”. Le previsioni peggiori sono però arrivate dai cosiddetti “5 saggi”, gli economisti/consiglieri di Angela Merkel: l’anno prossimo il paese crescerà, come quest’anno, dello 0,8 per cento (il Fmi stima lo 0,9, il governo tedesco l’1 per cento). “Saggi” dubbiosi sul piano di salvataggio della Bce, che oggi terrà il Consiglio direttivo, perché “in nessun modo” potrà diventare “un meccanismo duraturo di stabilizzazione”.
Allarme disoccupazione in Europa, allarme debito in Italia. L’Eurozona e l’Unione europea chiuderanno l’anno in recessione, secondo le stime aggiornate ieri dalla Commissione Ue. Sotto la media dell’area, il pil italiano arretrerà dell’2,3 per cento nel 2012, per poi calare ancora dello 0,5 nel 2013. Cifre riviste al ribasso rispetto alla rilevazione di maggio, ma migliori di quelle di Palazzo Chigi (meno 2,4 e meno 0,2 per i prossimi due anni). La disoccupazione arriverà all’11,5 per cento dall’8,6 attuale. In Europa invece toccherà l’11,8 per cento l’anno prossimo, livelli “inaccettabili” per il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, che poi ha osservato criticamente il “ritmo lento di riduzione del debito pubblico” italiano.
Merkel insiste sull’ingerenza europea nei bilanci nazionali. Nonostante gli altri leader europei, compreso il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, abbiano respinto l’idea, ieri la cancelliera tedesca ha ribadito che occorre “immaginare di andare oltre quanto stabilito per le politiche di bilancio per prevedere diritti di intervento a livello europeo sui bilanci nazionali, qualora non vengano rispettati gli obiettivi concordati”.
Dimmi dove alloggi all’estero, ti dirò dove investi. In un anno sono diminuiti costantemente viaggi e pernottamenti dei manager italiani in Cina (meno 2 per cento), Russia (meno 3) e India (meno 12). Lo dimostra un rapporto di Uvet Amex, società specializzata nei viaggi d’affari, su un campione di 700 imprese. Prende invece quota il Brasile: spostamenti in aumento del 36 per cento nel 2012. Su queste basi il centro studi Ambrosetti ha elaborato un nuovo indice econometrico con cui prevedere in anticipo di 45 giorni rispetto all’Istat l’andamento di pil e produzione industriale.Obama ha “sconfitto” la storia ma ora dovrà convincere Fitch.
Nel grafico: L’EUROPA OSCURA OBAMA. L’indice Msci World, che incorpora l’andamento di 6 mila titoli azionari mondiali, dopo un’impennata legata al risultato elettorale, è tornato subito a scendere nella serata di ieri, poco sopra la parità (più 0,62). Dopo dati macro negativi, le Borse europee hanno chiuse col segno meno: Milano la peggiore (meno 2,5), Parigi (meno 1,9), Berlino (meno 1,9), Londra (meno 1,5), Madrid (meno 2,2). Spread tra Btp italiani e Bund tedeschi a 353 punti base, 8 in più rispetto a martedì.
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