Il Pdl e la sua pensione. Confessioni spericolate di un autorottamato di lusso. Parla Giuliano Cazzola
E alla fine, la bella avventura? Giuliano Cazzola, quasi trent’anni di vita nella Cgil (componente socialista), dal 2008 parlamentare Pdl, sospira: “Credo che la bella avventura del berlusconismo sia finita con Berlusconi. Con tutti i suoi difetti, nel bene e nel male, subendo attacchi forsennati, lui ha contribuito a cambiare la storia del paese. Ma adesso deve prendere atto che questa storia è finita. Magari, come si mormora, un piccolo partito intestato a suo nome può aiutare: così nella Terza Repubblica avremo il partito di Berlusconi, come nella prima c’era il partito monarchico di Covelli…”.
E alla fine, la bella avventura? Giuliano Cazzola, quasi trent’anni di vita nella Cgil (componente socialista), dal 2008 parlamentare Pdl, sospira: “Credo che la bella avventura del berlusconismo sia finita con Berlusconi. Con tutti i suoi difetti, nel bene e nel male, subendo attacchi forsennati, lui ha contribuito a cambiare la storia del paese. Ma adesso deve prendere atto che questa storia è finita. Magari, come si mormora, un piccolo partito intestato a suo nome può aiutare: così nella Terza Repubblica avremo il partito di Berlusconi, come nella prima c’era il partito monarchico di Covelli…”. All’inizio di tutto, Cazzola – grande esperto di problemi pensionistici – aveva una diversa aspettativa: al Pdl si è iscritto solo nel 2008, ma dalla metà degli anni Novanta collaborava con la componente socialista di Forza Italia, con Sacconi e con Brunetta. “Eravamo uniti dalla tragedia della vicenda Biagi, abbiamo difeso la sua memoria, fatto un comitato in difesa della sua legge…”. Quando entrò a Montecitorio, sull’onda dell’ultima vittoria, c’era entusiasmo. “Pensavamo di fare un grande gioco di squadra, con Sacconi e Brunetta. Credevo di essere coinvolto di più da queste persone, anche se poi di molti dei provvedimenti più difficili mi sono lo stesso occupato… Poi, fin che c’era una maggiore compattezza, lì in commissione Lavoro contavo, adesso che comanda Barabba sono sempre solo”.
E gli altri? “Corrono dietro a Damiano, l’ex ministro del Pd. Copiano e basta, con la motivazione: capisci, non possiamo lasciare queste cose a loro… Cicchitto e Alfano cercano di tenere una linea di responsabilità, ma…”. Ma? “Ho sentito i miei colleghi del Pdl parlare sul tema della previdenza delle forze dell’ordine. Mi vergognavo per loro: neanche il più trucido sindacalista dei Cobas avrebbe fatto interventi del genere. Ormai, non c’è più una linea…”. Da cosa dipende? “Da un rapporto non chiaro con il governo Monti. Siamo quelli che lo appoggiano di più, e quasi sempre lo facciamo di nascosto. La nostra base di riferimento e una pattuglia di nostri parlamentari non ha mai digerito questo esecutivo. Così non siamo riusciti a intestarcelo. Sa che quando ho scritto un articolo sul tema, nove decimi dei commentatori erano incazzati con me? C’è uno zoccolo duro che idolatra Berlusconi, che gli perdona tutto. E così non gli fa certo bene…”. Del resto il Cav., rispetto a Monti, ci ha messo del suo…: “Ha solo fatto la conferenza stampa di uno che aveva perso le staffe. Ma in tutti questi mesi, ogni volta che si è trattato di sostenere un provvedimento difficile, e ricordo la riforma Fornero, lui è venuto a Roma e ha ordinato: si vota!”. Rievoca, Cazzola, quello che considera il vero annus horribilis del berlusconismo calante: il 2011. A primavera la sconfitta alle amministrative, in estate lo scontro tra la linea di Berlusconi e quella di Tremonti. “Lo so che mi contestano quando lo dico, ma c’erano due linee, e il risultato è stato prima la delegittimazione del presidente del Consiglio, poi di Tremonti che ci garantiva in Europa, e tutto il mese di agosto passato a sparare cazzate… E la scissione di Fini ci ha dato il colpo definitivo…”.
Ci sono le primarie, lei come si regolerà? “Mah, Berlusconi pensa che se una cosa la dice in televisione, quella cosa è fatta. Dice: faccio le primarie, e per lui la faccenda è chiusa. A volte dà l’impressione di continuare a credere che la vita reale sia quella televisiva. Fare primarie in meno di un mese, in questa situazione, che senso ha? Che senso ha mettere in campo la Santanchè contro Alfano?”. E la bella avventura di Cazzola come proseguirà? “Non proseguirà. Io non mi candiderò più. Anche perché nel prossimo Parlamento non ci saranno molte persone perbene. E con cento grillini in arrivo, uno con un po’ di cervello non può che farsi da parte”.
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