Bbc, pedofili e tweet. Un disastro
“Ci sono più ‘senior leader’ alla Bbc che nel Partito comunista in Cina”. La battuta è amara e azzeccata: la fa Chris (ormai Lord) Patten, che da un anno è presidente dell’emittente di stato e che negli anni 90 fu l’ultimo governatore di Hong Kong, e di “senior leader” cinesi s’intende. David Dimbleby, la figura forse più prestigiosa e autorevole della Bbc, da quasi mezzo secolo anchorman per i dibattiti politici, conferma: “Il problema della Bbc negli ultimi anni è che si è strangolata da sola con la sua elefantiaca burocrazia, che demoralizza lo staff e li rende fiacchi".
Londra. “Ci sono più ‘senior leader’ alla Bbc che nel Partito comunista in Cina”. La battuta è amara e azzeccata: la fa Chris (ormai Lord) Patten, che da un anno è presidente dell’emittente di stato e che negli anni 90 fu l’ultimo governatore di Hong Kong, e di “senior leader” cinesi s’intende. David Dimbleby, la figura forse più prestigiosa e autorevole della Bbc, da quasi mezzo secolo anchorman per i dibattiti politici, conferma: “Il problema della Bbc negli ultimi anni è che si è strangolata da sola con la sua elefantiaca burocrazia, che demoralizza lo staff e li rende fiacchi: è ‘over-managed’ e anche ‘badly managed’ cosicché alla fine nessuno sa da chi e in quale luogo le decisioni vengono prese”. Dimbleby, casualmente, è stato rivale di Patten per la presidenza di Bbc Trust – la complicata nuova struttura gestionale varata dopo molte dolorose false partenze dall’ultimo governo laburista, dopo l’intreccio di scandali e polemiche che investirono la Bbc ai tempi della guerra in Iraq.
Ora la situazione della Bbc è tornata a essere, se possibile, più grave e caotica di allora. Dopo i due ultimi fiaschi-scandalo che hanno interessato il settore delle news e “Newsnight”, l’influente ammiraglia d’approfondimento in seconda serata di Bbc2, che aveva come conduttore principe il supercilioso e aggressivo Jeremy Paxman. Il primo è l’insabbiamento delle inchieste sul dj-showman della Bbc Jimmy Savile, rivelatosi pedofilo post mortem. L’altro sono le accuse scarsamente velate – e soprattutto per niente controllate – di pedofilia (un tic nazionale) a Lord Alistair McAlpine, ex esponente di spicco dei Tory all’epoca thatcheriana. Così il direttore generale George Entwistle si è dimesso sabato, in seguito al doppio disastro, e adesso Tim Davie (fino a ieri capo della radiofonia), il nuovo dg supplente, ha subito rimosso Helen Boaden (capo delle news) e il suo vice Stephen Miller dai loro incarichi “per la durata dell’inchiesta”, lasciando così i giornalisti ancora meno sicuri di prima su come comportarsi. Robert Peston, il carismatico Business editor, in un tweet ha sfogato ieri tutta la sua rabbia per la rimozione degli stimati colleghi delle news, Boaden e Miller: “Siccome non voglio creare ulteriori guai, sto “schtoom” (zitto)”.
Già, Twitter, il vero protagonista di tutto questo ambaradam britannico: si è dovuto dimettere Ian Overton, il direttore del Bureau of Investigative Journalism (BIJ) che aveva (mal)preparato il dossier inteso a sputtanare McAlpine. Non tanto per il servizio in sé, ma per il tweet della vigilia in cui gongolava: “Domani vi riveliamo chi era il thatcheriano pedofilo”. Ieri lo Speaker dei Comuni, John Bercow (tory) ha dovuto concedere per oggi (martedì) un dibattito d’urgenza sugli sviluppi del caso, conscio anche del fatto che sua moglie Sally (laburista mai eletta ma mediaticamente in vista e nota le sue frequenti provocazioni) ha dovuto chiedere scusa, via Twitter, per aver due giorni fa disinvoltamente accusato l’ex compagno di partito del marito di essere un pedofilo. La peggiore accusa oggigiorno che esista in un paese moderno. Da canto suo, Lord McAlpine ha annunciato di essere pronto di sporgere querela non solo contro “Newsnight” (che ora il Daily Mail e non pochi cittadini illustri vorrebbero vedere chiusa, esattamente come accadde a News of the World l’anno scorso), ma anche contro quelli del BIJ, e contro tutti quelli che hanno ri-twittato le accuse.
Per il momento, il fatto che però fa più discutere è la buonuscita concordata fra il chairman Lord Patten e la sua creatura, il dg dimissionario George Entwistle – ribbattezzato ormai da tutti “Incurious George”, sulla falsariga del libro per bambini della simpatica scimmietta “Curious George” – per la sua straordinaria mancanza di curiosità, e quindi di controllo, sull’arcipelago delle news durante i suoi due mesi a capo dell’ente. Si parla di oltre 500 mila sterline – il doppio di quanto strettamente dovuto (per Patten “se lo merita, perché è un signore”) – ma che in fase di drammatica austerity ha fatto imbufalire tutti. Ed è persino riuscito a mettere d’accordo il ministro per la Cultura Maria Miller e il suo rivale, il ministro ombra Harriet Harman, che ha definito il cadeau di Patten “un premio al fallimento”. Per il momento, la tempesta non ha avuto impatti negativi sui Tory di David Cameron. Confermando il suo consueto atteggiamento distaccato, il premier ha disatteso gli appelli di molti dei suoi che chiedono dimissioni a catena non solo di altri dirigenti Bbc, ma soprattutto del chairman Chris Patten: “Per ora la nostra priorità assoluta è che diriga l’ente fuori dall’attuale caos”, ha detto. Lasciando intendere che in un secondo tempo, Lord Patten potrebbe lasciare la poltrona.
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