La guerra al terrore non è una soap

Buongusto a parte, Petraeus resta il miglior generale d'America

Daniele Raineri

Inutile mandare una mail a [email protected]. L’indirizzo di posta elettronica esiste ma non è quello usato dall’ex generale e direttore della Cia per scrivere alla sua amante, Paula Broadwell. Davvero Petraeus sarebbe stato così matto da usare la casella di posta elettronica con il suo nome o peggio ancora la sua mail di lavoro, come si legge in giro? Ovviamente no.

    Roma. Inutile mandare una mail a [email protected]. L’indirizzo di posta elettronica esiste ma non è quello usato dall’ex generale e direttore della Cia per scrivere alla sua amante, Paula Broadwell. Davvero Petraeus sarebbe stato così matto da usare la casella di posta elettronica con il suo nome o peggio ancora la sua mail di lavoro, come si legge in giro? Ovviamente no. Aveva creato una mail con uno pseudonimo e la usava soltanto per quello. L’Fbi – che in America si occupa del controspionaggio – indaga da almeno quattro mesi e il suo giudizio è cristallino: non ci sono rimproveri legali da muovere a Petraeus. Il direttore della Cia non ha mai messo in pericolo la sicurezza nazionale. Il Wall Street Journal scrive che sul computer sequestrato a Paula Broadwell ci sono documenti classificati – quindi segreti, che non dovrebbero essere nella sua disponibilità –  ma anche che l’indagine dell’Fbi ha stabilito che “non c’entrano con Petraeus”.

    Del resto, se ci fossero davvero un reato o un’infrazione, il direttore non avrebbe chiesto al presidente di potersi dimettere, ma sarebbe finito sotto inchiesta penale. Il caso offre così pochi appigli dal punto di vista legale che una talpa dell’Fbi è andata dal capo della maggioranza repubblicana al Congresso, Eric Cantor, e due settimane fa gli ha spifferato tutto – per timore che questo scandalo così prezioso restasse un pasticcio personale. Coinvolgere il Congresso è la garanzia più sicura che le informazioni trapeleranno presto alla stampa. C’è anche da notare che il presidente Barack Obama e il diretto superiore di Petraeus, il direttore della National Intelligence James Clapper, sono stati informati dall’Fbi soltanto dopo le elezioni del 6 novembre. Se ci fosse stata una minaccia alla sicurezza nazionale la notizia sarebbe atterrata subito sulle loro scrivanie.

    Può un direttore della Cia commettere adulterio e restare al suo posto, anche tredici anni dopo lo scandalo ampiamente perdonato del commander in chief Bill Clinton con la stagista Monica Lewinsky? Secondo il codice di giustizia militare, se fosse stato ancora in servizio il generale avrebbe rischiato l’espulsione con disonore, ma gli aiutanti di Petraeus insistono, la relazione è cominciata dopo, quando lui si è congedato per indossare i panni civili di capo dei servizi segreti. La Cia a differenza delle Forze armate non ha una regola contro le infedeltà, anzi, dice che sono tollerate a patto che l’agenzia e la famiglia lo sappiano – quindi che non ci sia una situazione di potenziale ricatto – e a condizione che l’amante non sia di nazionalità straniera (da casa Petraeus filtra la notizia che Holly è furiosa, quindi tanto al corrente dei fatti non doveva essere).

    Anche senza le iperboli di Rupert Murdoch, che lo definisce “il più grande generale dai tempi di Patton”, Petraeus in America era considerato un asset nazionale, perché è stato scelto da due presidenti diversi di due partiti diversi per incarichi di massima responsabilità grazie all’abilità dimostrata nel portare a casa risultati. Ma ora è stato eliminato per uno sbaglio personale. “Qui si misura il gap tra l’America e il resto del mondo – dice un funzionario di altissimo livello del ministero degli Esteri israeliano, a colloquio off the record con il Foglio per altri motivi – Nel ’93 il primo ministro di adesso, Benjamin Netanyahu, ammise di avere una relazione extraconiugale ma come è evidente la confessione non fermò la sua carriera politica e a gennaio punta di nuovo alla rielezione. Lo stesso Moshe Dayan, il nostro leggendario comandante militare, ebbe numerose amanti, ma questo non lese mai il suo prestigio”. Fact checking: nel bestseller scritto dalla moglie seguito al divorzio dopo 36 anni di matrimonio per le troppe storie di lui, Ruth Dayan scrisse un capitolo sul “cattivo gusto per le donne” dell’ex marito.

    A Washington è diverso. I nemici del generale ora mettono in discussione tutte le sue scelte strategiche e la sua innovazione nella dottrina militare iniziata in Iraq, come se fossero legate al suo matrimonio. Michael Hastings, l’ammazzagenerali che fece licenziare il comandante Stanley McChrystal in Afghanistan, scrive che fu tutto un grande inganno, perpetrato da Petraeus grazie a media compiacenti. In realtà mai come in Iraq i media americani e internazionali furono critici con gli americani, e se scelsero di raccontare un successo fu perché c’erano fatti e numeri a dimostrarlo.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)