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Si torna a sparare sul Golan
Dopo tre giorni di colpi di mortaio sparati oltre il confine siriano, Israele ha risposto con il fuoco dei Tammuz. Nessuna vittima, ma un’unità dell’artiglieria di Damasco è stata colpita nel Golan. “Domenica avevamo avvertito i siriani”, spiega una fonte dell’Esercito di Gerusalemme: ieri, invece, “abbiamo colpito il bersaglio”. Il ministro della Difesa, Ehud Barak, aveva minacciato una reazione israeliana se la Siria avesse continuato a sparare nell’area del Golan, ripetendo che Israele non ha alcuna intenzione di farsi coinvolgere nella guerra civile del paese vicino.
Dopo tre giorni di colpi di mortaio sparati oltre il confine siriano, Israele ha risposto con il fuoco dei Tammuz. Nessuna vittima, ma un’unità dell’artiglieria di Damasco è stata colpita nel Golan. “Domenica avevamo avvertito i siriani”, spiega una fonte dell’Esercito di Gerusalemme: ieri, invece, “abbiamo colpito il bersaglio”.
Il ministro della Difesa, Ehud Barak, aveva minacciato una reazione israeliana se la Siria avesse continuato a sparare nell’area del Golan, ripetendo che Israele non ha alcuna intenzione di farsi coinvolgere nella guerra civile del paese vicino. I ribelli siriani, invece – come riporta il Jerusalem Post – sono convinti che Gerusalemme stia sostenendo Bashar el Assad.
“Non permetteremo che i nostri confini siano violati e colpiti dal fuoco”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, mentre il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon, ha chiesto alle parti di porre fine alle provocazioni e alle rappresaglie.
La tensione è alta anche al confine tra la Siria e la Turchia: un bombardamento lealista sulla città di Ras al Ain, nel nord del paese, ha causato il ferimento di tre persone, tra cui un soldato turco. “La Nato è pronta ad aiutare, proteggere e difendere la Turchia”, ha detto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen.
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