Tutti contro Monti, tranne uno

Salvatore Merlo

Forse Giorgio Napolitano riuscirà a ricomporre gli equilibri infranti e otterrà un election day per il 20 di marzo, ma al momento tutto procede verso la crisi di governo e le elezioni anticipate. Sia il Pd sia il Pdl radicalizzano le loro posizioni e si preparano a una campagna elettorale contro l’esperienza del governo tecnico di Mario Monti. “Ancora questa maggioranza? Non ci scommetto neanche un cent”, hanno detto in coro ieri Pier Luigi Bersani e Angelino Alfano, i segretari di Pd e Pdl. Tutti contro Monti, dunque, tranne alcuni.

Leggi Cattolici, incerti ma tentati

    Roma. Forse Giorgio Napolitano riuscirà a ricomporre gli equilibri infranti e otterrà un election day per il 20 di marzo, ma al momento tutto procede verso la crisi di governo e le elezioni anticipate. Sia il Pd sia il Pdl radicalizzano le loro posizioni e si preparano a una campagna elettorale contro l’esperienza del governo tecnico di Mario Monti. “Ancora questa maggioranza? Non ci scommetto neanche un cent”, hanno detto in coro ieri Pier Luigi Bersani e Angelino Alfano, i segretari di Pd e Pdl. Tutti contro Monti, dunque, tranne alcuni: ovvero il ministro Andrea Riccardi e Luca Cordero di Montezemolo (LCdM), le associazioni cattoliche e liberali, comprese le Acli e la Cisl, che domani si riuniranno a Roma negli evocativi ex studi cinematografici della De Paolis, in via Tiburtina 521 (inizio alle ore 15). Da questo palcoscenico sarà lanciato un nuovo soggetto politico, un movimento criptomontiano, una lista elettorale “verso la Terza Repubblica”, niente partiti e molta società civile. Montezemolo dirà con chiarezza di essere contrario alle elezioni anticipate, come contrario è pure lo stesso premier Monti (a cui il Quirinale aveva dato garanzie sulla durata dell’esecutivo). Così, mentre Pdl e Pd si preparano a polarizzare la campagna elettorale contro Monti, si costruisce lo spazio per un partito montiano. “Io lo chiamo rassemblement pour l’Italie”, dice il ministro Riccardi: “Per me Monti significa un programma, un’agenda, un profilo culturale e politico”. Un rischio, invece secondo alcuni, come riconosce anche Stefano Ceccanti, senatore cattolico e veltroniano del Pd: “La Cisl e le Acli sono parte costitutiva della constituency originaria del Partito democratico. Siamo noi che li allontaniamo se facciamo del Pd una somma di elementi regressivi e illiberali. Guardo con attenzione alla riunione di sabato con Riccardi e Montezemolo”. Insomma se Pier Luigi Bersani si schiaccia su Nichi Vendola e va contro Monti sono guai, una lista con il nome di Monti può fare una buona performance. E gli ambienti vicini a Montezemolo sono molto espliciti: puntano a provocare uno smottamento nei partiti, “c’è interesse per una lista montiana. Abbiamo segnali sia dal Pd sia dal Pdl”.

    Insomma il montismo politico comincia domani dagli studi cinematografici di Via Tiburtina, uno spettacolo con un format studiato nel dettaglio da Simone Perillo, responsabile organizzativo, collaboratore di LCdM ed esperto di Formula uno, e da Carlo Calenda e Andrea Romano, reponsabili “operativi” (ma molto discreti) dell’associazione montezemoliana ItaliaFutura. “Con Montezemolo condividiamo una visione”, dice Riccardi, “la nostra è una grande riunione di società civile che intreccia tra loro diversi filoni culturali: laici, cattolici e gente che viene delle cose della vita, che ha esperienze di vita vera, dall’associazionismo all’imprenditoria”. La convention sarà aperta dallo scrittore Edoardo Nesi con un suo “racconto sull’Italia” – niente politici anche se, come dice Riccardi, “i politici non sono tutti da rottamare, il rischio da evitare piuttosto è che si rottami la politica”. Casini per esempio? “Non voglio fare i nomi, non ci interessano gli apparati ma ci interessano molto quegli elettori che per adesso intendono astenersi. Ci preoccupa l’antipolitica, la tensione sociale e la disaffezione dei cittadini al sistema democratico”.

    Ci sarà Raffaele Bonanni, segretario della Cisl; Andrea Olivero presidente delle Acli; Agostino Giovagnoli, docente della Cattolica e vicino a Sant’Egidio (e già tra i promotori di Todi2); Carlo Costalli presidente del Movimento cristiano lavoratori (anche lui da Todi2); Mario Giro, responsabile per le Relazioni internazionali di Sant’Egidio (e consigliere del ministro Riccardi); Walter Ricciardi, docente presso la sede romana della Cattolica. Tra i sostenitore c’è anche il salesiano Maurizio Baradello, torinese, ingegnere spaziale e dirigente del Settore cooperazione internazionale e pace del comune di Torino, ma anche Irene Tinagli, editorialista della Stampa (spesso ospite di “Ballarò”). Non ci sarà per ora Corrado Passera, fra i primi finanziatori del think tank ItaliaFutura (i rapporti si sono molto raffreddati).

    “Vogliamo uscire dalla sola logica di Palazzo”, dice il ministro Andrea Riccardi: “Vogliamo proporre un diverso linguaggio, parlare alla gente come ha fatto Monti. Lui ha rinnovato il linguaggio politico perché dice la verità agli italiani. Monti dice le cose come stanno, come le vede, senza accenti muscolari e senza demonizzare gli avversari”. Nel Pdl, ma anche nel Pd, ci sono interi gruppi, cattolici e liberali, interessati all’ipotesi di un rassemblement montiano. “Io non mi auguro nessuna scissione”, dice Riccardi, “non posso augurarmela, sono il ministro di un governo che si regge con i voti di una maggioranza composta proprio da questi partiti” il Pd e il Pdl. Riccardi è diplomatico, ma in ItaliaFutura sono più espliciti: “L’obiettivo è proprio questo”, la costruzione di una grande alleanza con tutti quelli che ci stanno. E dunque, prima delle elezioni, un grande botto nel Pd a trazione radicale e vendoliana e in quel Pdl in cui tira sempre più forte il vento della contestazione anti Mario Monti, anti Europa e anti austerità.

    Leggi Cattolici, incerti ma tentati

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.