Moi non plus

Annalena Benini

L’amore e il disamore sono più urgenti, il pettegolezzo è superiore al disastro economico. La copertina dell’Economist di venerdì scorso, con un mazzetto di baguette collegate a una miccia, raccontava che la Francia è “la bomba a orologeria nel cuore dell’Europa”, e che Hollande sta impastando la ricetta del fallimento. I francesi si sono indignati, certi che sia un complotto contro la loro grandeur, e il ministro del Rilancio produttivo, Arnaud Montebourg, cinquantenne tenebroso che si fa fotografare vestito alla marinara e con un frullatore Moulinex in mano per difendere il made in France, ha aggiunto che l’Economist “non si è mai distinto per l’equilibrio: fa satira, è il Charlie Hebdo della City”.

    L’amore e il disamore sono più urgenti, il pettegolezzo è superiore al disastro economico. La copertina dell’Economist di venerdì scorso, con un mazzetto di baguette collegate a una miccia, raccontava che la Francia è “la bomba a orologeria nel cuore dell’Europa”, e che Hollande sta impastando la ricetta del fallimento. I francesi si sono indignati, certi che sia un complotto contro la loro grandeur, e il ministro del Rilancio produttivo, Arnaud Montebourg, cinquantenne tenebroso che si fa fotografare vestito alla marinara e con un frullatore Moulinex in mano per difendere il made in France, ha aggiunto che l’Economist “non si è mai distinto per l’equilibrio: fa satira, è il Charlie Hebdo della City”, quindi non va preso sul serio. In effetti è stato immediatamente superato dalla notizia di un sms con cui la fidanzata di Montebourg, Audrey Pulvar, giornalista, direttore del magazine alternativo Les Inrockuptibles, annuncia al mondo e ai giornali che loro due hanno rotto, non stanno più insieme, e che perseguirà chiunque proverà ad attentare alla sua privacy e a quella della sua famiglia. Lo scoramento per la svelata malattia economica è stato così rimpiazzato dall’eccitazione per un pasticcio d’amore a colpi di messaggini (i francesi, come noi un po’ rétro, li usano ancora moltissimo: Nicolas Sarkozy ha corteggiato Carla Bruni via sms e via sms ha chiesto a Cécilia Albéniz di tornare da lui, Hollande, ancora più antico, si limitava a registrare nella rubrica telefonica Valérie sotto la scritta “mon amour”, mentre Valérie, l’attuale première dame, si è avventurata su Twitter, sempre per amore, provocando un piccolo disastro diplomatico). 

    Questa è la rottura “peopolitique”, come dicono i francesi, di una coppia molto famosa e discussa in Francia: quando si sono innamorati e hanno ufficializzato la loro storia, lui era un deputato socialista e lei una giornalista televisiva amata e impetuosa, una ragazza con i capelli strani molto in carriera, che è stata sfrattata da France 2 quando il fidanzato si è candidato alle primarie, e di nuovo quando è diventato ministro. Venivano definiti  un “co-branding”, giornalista socialista e ministro socialista, erano l’esempio perfetto dell’intreccio fra poteri che in Francia è sempre molto di moda. Poi lei è diventata, l’estate scorsa, direttore editoriale di questo settimanale molto rock, ma sempre molto ben collegato con i banchieri, e ogni suo gesto, nella nuova era della normalità e dell’austerità di Hollande, veniva criticato come eccessivo: non si è mai vestita da collegiale, ma adesso i suoi enormi occhiali da vista, un po’ hypster, sono stati pretesto di attacchi perché, pare, sono costati dodicimila euro. “Faccio quello che voglio con i soldi che guadagno”, risponde lei, battagliera, ma sempre meno sicura di sé: il co-branding non funzionava più e lei ha deciso, secondo il Nouvel Observateur, di riprendersi il controllo dell’immagine, di superare il sarkozismo anche fra le lenzuola. Via il ministro dagli occhi azzurri, e che sia chiaro che l’ha lasciato lei, e per di più durante le elezioni del leader dell’Ump. A Montebourg non resta che lodare le ballerine di Repetto, fulgido esempio di made in France, oppure provare a riconquistare Audrey Pulvar. In ogni caso, meglio una storia di disamore che di crac economico.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.