Amleto a Palazzo Grazioli

Sulle primarie del Pdl cala una nebbia fitta alimentata dal Cav.

Salvatore Merlo

Il partito è mezzo decomposto, gli ex di An fanno baruffa tra loro e coinvolgono pure i fedelissimi del Cavaliere, e sulle primarie è nebbia fitta. “Non ti servono le primarie, anzi ti danneggiano” ha detto Silvio Berlusconi ad Angelino Alfano, mentre pranzavano, presente Gianni Letta, a Palazzo Grazioli. Il Cavaliere ha insistito molto con il segretario del Pdl e lo ha trovato decisamente meno sicuro che nei giorni scorsi.

    Roma. Il partito è mezzo decomposto, gli ex di An fanno baruffa tra loro e coinvolgono pure i fedelissimi del Cavaliere, e sulle primarie è nebbia fitta. “Non ti servono le primarie, anzi ti danneggiano” ha detto Silvio Berlusconi ad Angelino Alfano, mentre pranzavano, presente Gianni Letta, a Palazzo Grazioli. Il Cavaliere ha insistito molto con il segretario del Pdl e lo ha trovato decisamente meno sicuro che nei giorni scorsi, forse anche per l’intervento di Denis Verdini, il coordinatore nazionale del Pdl che martedì sera aveva già arato il terreno per conto del Cav. spiegando ad Alfano che sarebbe stato meglio annullare subito le primarie e lanciare invece un “cantiere del centrodestra italiano. Il candidato sei tu, Angelino – gli ha detto Verdini – non c’è bisogno di fare delle primarie farsa che ti fanno passare per grullo. Allarghiamo il campo invece, troviamo alleati, una federazione”.

    Ieri a pranzo, Berlusconi (così almeno la racconta il Cavaliere) ha assunto con il giovane segretario un atteggiamento protettivo: “Ci sono troppi candidati e pochi elettori. Se vuoi fare le primarie falle pure, ma rischi di uscirne malconcio”. Alfano ha opposto qualche obiezione al suo padrino, ma ha poi lasciato Palazzo Grazioli molto sovrappensiero, incerto. Dalle 15 del pomeriggio fino a sera Alfano è poi rimasto chiuso a Via dell’Umiltà, sede del partito, continuamente al telefono, un via vai di persone nel suo studio. Il segretario è sembrato amletico come non mai, schiacciato tra i consigli prescrittivi e paternalistici di Berlusconi e le esortazioni al coraggio di Ignazio La Russa e Maurizio Lupi, i suoi amici e alleati che gli suggerivano durezza: “Fa’ le primarie subito, il 16 dicembre e se necessario rompi con Berlusconi”. Alla fine, intorno alle diciannove, dopo una giornata confusa, Alfano ha diramato un comunicato double-face che sembra confermare la volontà di andare avanti con le primarie, ma lascia pure lo spazio per chiudere definitivamente il dossier: “Domani (oggi, ndr) si terrà un incontro con i coordinatori regionali e provinciali per confrontarsi sulla data e l’organizzazione delle primarie”. Se si faranno, sarà una data unica, forse il 13 gennaio. Si decide oggi, forse.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.