Elsa Poppins

Annalena Benini

Due buone notizie, ecco la prima: Elsa Fornero ha stabilito il diritto a Mary Poppins, significa che si cerca di aiutare le madri che vogliono e devono lavorare (trecento euro al mese di bonus baby sitter, anche se per un massimo di sei mesi e fino all’anno di vita, solo a certe condizioni di reddito, con i voucher statali). E ieri pomeriggio, seconda buona notizia, è stata finalmente approvata, dopo anni di stallo incomprensibile, la legge che equipara in modo assoluto i figli naturali, nati fuori dal matrimonio, ai figli legittimi.

    Due buone notizie, ecco la prima: Elsa Fornero ha stabilito il diritto a Mary Poppins, significa che si cerca di aiutare le madri che vogliono e devono lavorare (trecento euro al mese di bonus baby sitter, anche se per un massimo di sei mesi e fino all’anno di vita, solo a certe condizioni di reddito, con i voucher statali). E ieri pomeriggio, seconda buona notizia, è stata finalmente approvata, dopo anni di stallo incomprensibile, la legge che equipara in modo assoluto i figli naturali, nati fuori dal matrimonio, ai figli legittimi.
    Con Mary Poppins si dimostra di pensare alle madri e ai figli insieme, senza dare per scontato che esista una rete di salvataggio continua (nonni, zii e vicini di casa, passanti) unita a poteri superumani che consentono di essere in riunione e contemporaneamente a cantare la ninnananna: i bambini hanno questa bizzarra abitudine all’esistenza, dopo la nascita, e anche all’insonnia, al raffreddore e al bisogno di gente intorno che si occupi di loro con allegria e attenzione. Dal 2013, attraverso un giorno di angoscia mostruosa, il click day in cui bisogna presentare la domanda on line, qualche migliaio di madri italiane sentirà riconosciuto un po’ di più il proprio posto nel mondo e farà le acrobazie quotidiane con maggiore ottimismo. Ha a che fare con il senso di sicurezza che comunica il sentirsi dire in qualche modo “grazie” per avere fatto figli in condizioni non così semplici, per avere dato una possibilità al futuro e volere occuparsi con entusiasmo di tutto questo futuro, anche continuando a lavorare e uscendo di casa qualche ora al giorno (o lavorando da casa), con un aiuto: è come vedere riconosciuto il proprio impegno, ed è la conferma che non si tratta di un capriccio o di una statistica (il 27 per cento delle donne italiane lascia il lavoro dopo il primo figlio).

    In America si propone, per provocazione, di chiamare le casalinghe in un modo più rispettoso (“Domestic Chief Executive”), che dia il senso della loro importanza, e anche della minaccia. Ma se i genitori sentono che un figlio è considerato importante non soltanto da loro e dai nonni (ora e per sempre nonni legali), tutto diventa più semplice: in Germania Angela Merkel promette un buono-colf per aiutare le madri a tornare al lavoro. Gli americani che si trovano a crescere figli in Francia, ad esempio, subiscono la fascinazione di un sistema che semplifica molto il lavoro e la vita di madri e padri attraverso reali riconoscimenti e sgravi fiscali (dal 2004 il governo ha creato un sistema di credito d’imposta a favore delle famiglie che assumono con regolare contratto una baby sitter, una tata, un’assistente materna, la spesa mensile viene a volte quasi dimezzata e non ha ovviamente alcun senso pagare una baby sitter in nero o tantomeno fidarsi di tate improvvisate): su Slate una madre americana che lavora a tempo pieno ha scritto, entusiasta e grata, che con un tocco di socialismo alla francese le donne potrebbero davvero avere tutto (in Francia si fanno più figli e le donne che lavorano sono circa l’80 per cento). Un tocco di riconoscimento alle italiane, nel frattempo, migliorerà l’avventuroso caos quotidiano.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.