Matteo e la sua ipoteca sul futuro
E’ nato un premier: per la prima volta anche agli occhi del grande pubblico Matteo Renzi è apparso credibile come capo di governo. I quasi tre mesi di battaglia politica a viso aperto gli hanno giovato. Oggi è praticamente un altro uomo. Non più solo il giovane e ambizioso comunicatore, con spiccato senso della replica, della formula assassina, che sorride e seduce sul registro dell’ammiccamento complice. E’ ormai leader a parte intera.
E’ nato un premier: per la prima volta anche agli occhi del grande pubblico Matteo Renzi è apparso credibile come capo di governo. I quasi tre mesi di battaglia politica a viso aperto gli hanno giovato. Oggi è praticamente un altro uomo. Non più solo il giovane e ambizioso comunicatore, con spiccato senso della replica, della formula assassina, che sorride e seduce sul registro dell’ammiccamento complice. E’ ormai leader a parte intera. E martedì sera, in una sorta di giro di pista prima del faccia a faccia con Bersani, ha fatto un ulteriore passo avanti. Era a “Porta a Porta”, aveva di fronte interlocutori variamente scettici che lo scrutavano per capire cosa ci fosse dietro, dentro e sotto la maschera del rottamatore, ebbene ha realizzato una performance sorprendente, polverizzando gli ascolti della seconda serata e lasciando basiti i Polito, i Sorgi, i Belpietro, i Gomez e lo stesso Vespa. Altre volte il sindaco di Firenze era andato in televisione, troppe dicono le male lingue. Ma mai era stato così battagliero, convincente, efficace: un vero politico all’americana, che ci mette impegno passione e professionalità ma accetta anche di farsi preparare da sparring partner e legge le note dei collaboratori. Risultato, è apparso puntigliosamente documentato, mai ideologico, ha maneggiato numeri e cifre senza mai farsi cogliere in fallo. Ha dimostrato di avere idee non banali né peregrine sulla crescita e sulla pressione fiscale e in politica è andato al cuore della scelta: fra chi è pronto a correre rischi e chi no. Una telespettatrice di Torino, esodata, via Twitter gli fa sapere che non lo voterà perché ha difeso la riforma Fornero delle pensioni: lui dice che non cambierà idea solo per arraffare un po’ di consensi, che votasse dunque come crede.
Una risposta non ambigua, perfino brutale che rompe con le prudenze lenitive della sinistra vittima del tabù dell’impopolarità. Forse perderà il ballottaggio ma ormai è iscritto in modo durevole nella scena nazionale. Forse nel momento della formazione delle liste non riuscirà a imporre molti dei “suoi” a un apparato il cui segretario generale è di gran lunga il personaggio meno illividito e riottoso: ma è definitivamente percepito da milioni di elettori come risorsa e possibile guida. Alla sua età è più di una grande vittoria: è quasi un’ipoteca sul futuro. E anche Fiorello dovrà cambiare copione: il suo “ve lo immaginate Renzi a colloquio con Frau Merkel, hai fatto i compiti? no? allora domani torna accompagnato dai tuoi genitori”, non sta più in piedi. Il ragazzo è sveglio, ha denti da squalo e non sfigurerebbe per nulla di fronte alla donna venuta dall’est.
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