Cosa fare per rimontare/6
Un po' di politica estera, meno Firenze e meno Zagrebelsky. Altrimenti fuori, Renzi
Qualche consiglio? Che la smetta di ricordarci ogni due per tre che è sindaco di Firenze, l’abbiamo a mente. Bandisca l’espressione “ il nuovo contro l’usato sicuro”, è fastidiosa e per altro insignificante, il nuovo non è un bene di per sé e non sempre l’usato è sicuro, c’è anche l’usato usurato. Non polemizzi sulle regole messe a mo’ di capestro: non è più tempo di chiagnere ma di fottere. Sia sorridente ma meno rotondo, più grave: dovrà dirci quale Italia sogna per noi.
Leggi gli interventi di Pietrangelo Buttafuoco - Maurizio Crippa - Sofia Ventura - Antonio Funiciello - Mario Adinolfi
Pubblichiamo il sesto di una serie di interventi sul tema "Renzi, cosa fare per rimontare". Altri seguiranno nel corso della giornata
Qualche consiglio? Che la smetta di ricordarci ogni due per tre che è sindaco di Firenze, l’abbiamo a mente. Bandisca l’espressione “ il nuovo contro l’usato sicuro”, è fastidiosa e per altro insignificante, il nuovo non è un bene di per sé e non sempre l’usato è sicuro, c’è anche l’usato usurato. Non polemizzi sulle regole messe a mo’ di capestro: non è più tempo di chiagnere ma di fottere. Sia sorridente ma meno rotondo, più grave: dovrà dirci quale Italia sogna per noi e si conceda qualche accenno a quella tragedia che è la storia, non lasci credere che per lei sia cominciata con La Pira e, passando per Nelson Mandela, sia finita con la blogger tunisina sua coeva. Si astenga dal dire che un suo governo farà una certa cosa nei primi cento giorni perché nei primi cento giorni lei farà poco o nulla e nemmeno in un anno o in cinque. Guardi dove è finita l’invincibile armata del Cav., la più grande maggioranza dell’era repubblicana. Guardi Monti che già si sta incartando e più di una volta è andato fuori strada. Non dia dunque l’impressione che, per fare, basta volere: in mezzo c’è amministrazione, burocrazia, limitazioni, contrappesi, disfunzioni, farragine prevista e protetta dalla Costituzione.
Gli italiani sono disillusi ma lucidi: hanno sentito parlare di seconda repubblica, addirittura di una terza, ma sanno che senza una nuova legge fondamentale è un imbroglio. Perciò su questo si impegni almeno ad aprire un dibattito alla luce del sole con il centro destra, come in un periodo d’ancora più grave emergenza seppero fare democristiani e comunisti. Il suo antagonista, che la trova la più bella del mondo in quanto antifascista e fondata sul lavoro, reagirà male, con un sorriso sufficiente di scherno, di insofferenza, alla Zagrebelsky per intenderci: ricordi al colto e all’inclita che un tempo anche D’Alema pensava andasse cambiata solo che non ci è riuscito. Faccia lo stesso sul lavoro . Ichino dice buone cose, alcune ottime, ma sindacati e lavoratori vanno coinvolti in un patto sociale che sia all’altezza del tempo e in cui riconoscano anche un sano e robusto tornaconto. Anche questo voleva fare un tempo un certo D’Alema, solo che non c’è riuscito.
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