Siria, via libera della Nato ai missili Patriot in Turchia
E’ atteso per oggi il via libera definitivo della Nato all’invio di missili Patriot in Turchia, così come richiesto dal governo di Ankara, che teme un attacco dalla Siria (anche con l’utilizzo di armi chimiche). I Patriot potranno essere utilizzati per intercettare missili e aerei ostili lungo i 900 chilometri di confine tra i due paesi.
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E’ atteso per oggi il via libera definitivo della Nato all’invio di missili Patriot in Turchia, così come richiesto dal governo di Ankara, che teme un attacco dalla Siria (anche con l’utilizzo di armi chimiche). I Patriot potranno essere utilizzati per intercettare missili e aerei ostili lungo i 900 chilometri di confine tra i due paesi.
Di fatto, con questa manovra, la Nato può imporre una no fly zone contro gli aerei e gli elicotteri di Assad. I Patriot sono infatti un'arma difensiva: un radar vede il missile in volo e il Patriot lo intercetta mentre è ancora in aria. Il risultato è uno scoppio in cielo, anche se il contromissile non è sempre preciso.
La no fly zone (che per il Dipartimento di stato americano non è inesorabile) potrebbe essere chiesta anche dal gruppo degli Amici della Siria, che si riunirà nei prossimi giorni a Marrakech, in Marocco.
Da settimane sono in corso i negoziati tra i 28 ministri dell’Alleanza atlantica e la Russia, che tramite il presidente Vladimir Putin ha avvertito che “questa decisione potrebbe acuire le tensioni nell’area”. “Ci sarà una decisione”, ha detto una fonte diplomatica da Bruxelles.
Ieri il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva dichiarato che “l’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad sarebbe del tutto inaccettabile”. “Tutto il mondo sta guardando, se queste armi saranno usate, ci saranno delle conseguenze, e il presidente siriano sarà ritenuto responsabile”, ha detto Obama parlando alla National Defense University di Washington.
Damasco ha ribadito ancora una volta di non avere intenzione di utilizzare armamenti chimici, “ammesso che questi esistano”, ha detto un funzionario del governo siriano.
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