Finanza & Politica

La crisi politica risveglia Lady Spread e deprime la Borsa

Alberto Brambilla

La crisi politica fa sussultare Lady Spread. Dopo le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, contrario alla candidatura di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche 2013 (“il suo ritorno non è un bene per l’Italia”), i membri del Pdl non hanno partecipato al voto di fiducia in Senato sul decreto sviluppo del governo, approvato comunque con 127 voti favorevoli, 17 contrari, 23 astenuti. Il testo passa all’esame della Camera.

    La crisi politica fa sussultare Lady Spread. Dopo le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, contrario alla candidatura di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche 2013 (“il suo ritorno non è un bene per l’Italia”), i membri del Pdl non hanno partecipato al voto di fiducia in Senato sul decreto sviluppo del governo, approvato comunque con 127 voti favorevoli, 17 contrari, 23 astenuti. Il testo passa all’esame della Camera. Il mancato appoggio del partito di centrodestra, che sostiene insieme con Pd e Udc il governo tecnico, e la possibilità che si apra una crisi istituzionale hanno contribuito a fare risalire lo spread tra titoli di stato italiani e Bund tedeschi: in chiusura il differenziale di rendimento ha toccato i massimi di giornata a 330 punti base (mercoledì era a 313). Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha detto ieri che “i mercati stanno sempre a guardare noi e l’Europa. Quindi dobbiamo stare sempre attenti, sempre impegnati e continuare a proseguire con serietà il nostro lavoro”, cioè quello che le istituzioni internazionali “vorrebbero continuassimo a fare”. Lunedì, quando lo spread era sotto i 300 punti, il presidente del Consiglio, Mario Monti, si era proposto di portarlo a 287 punti, la metà di quando ha assunto l’incarico.

    Piazza Affari accusa l’incertezza. Ieri la Borsa di Milano è stata la peggiore d’Europa (meno 0,75 per cento) in controtendenza rispetto alle altre piazze finanziarie: Londra (più 0,1), Francoforte (più 1 per cento) vicino ai massimi da cinque anni, Parigi (più 0,3), Madrid (più 0,3) e Atene (più 1,5).

    La Bce taglia le stime di crescita per l’Eurozona. La debolezza economica dell’Eurozona persisterà anche l’anno prossimo. L’ha detto ieri il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, dopo il Consiglio direttivo che ha lasciato i tassi invariati al minimo storico dello 0,75 per cento. “Più tardi nel 2013 l’attività economica dovrebbe gradualmente migliorare quando una ripresa della domanda globale, la nostra politica monetaria accomodante e il significativo miglioramento della fiducia sui mercati si rifletteranno  nell’economia”, ha detto Draghi ribadendo inoltre la necessità “cruciale” di una supervisione bancaria unica europea. La Bce ieri ha rivisto al ribasso le stime di crescita per quest’anno in Eurozona: una contrazione dello 0,5 per cento, contro lo 0,4 stimato in settembre. Per il 2013 si prevede una contrazione del pil dello 0,3 per cento contro un’espansione dello 0,5 precedentemente prevista. Nel 2014 la crescita media si attesterà all’1,4 per cento. Il peggioramento delle statistiche, notano gli osservatori, lascia aperta la possibilità di un prossimo taglio dei tassi. Ieri la Banca centrale inglese ha lasciato i tassi invariati allo 0,5 per cento.  

    Deutsche Bank: la Lehman Brothers d’Europa? La prima banca europea per asset avrebbe occultato perdite per 12 miliardi di euro su titoli derivati durante la crisi finanziaria per evitare un salvataggio pubblico altrimenti necessario. E’ quanto rivelato ieri dal Financial Times in base agli esposti presentati da tre ex dipendenti della banca alla Securities and exchange commission, la Consob americana. Deutsche Bank ha respinto le accuse “vecchie di due anni e mezzo” che dopo “scrupolosi” controlli interni risultano “completamente infondate”, dice la banca.

    In Europa evasi al fisco 1.000 miliardi l’anno. E’ la cifra “scandalosa” comunicata ieri da Algirdas Semeta, commissario al Fisco Ue, che ha chiesto ai 27 stati membri di coordinarsi per contrastare il fenomeno.

    Il tasso di disoccupazione in Grecia ha toccato il 26 per cento in ottobre, 7 punti in più rispetto al 18,9 di settembre, un record dopo cinque anni di recessione. Secondo l’Agenzia di statistica ellenica, i disoccupati sono 1 milione 295 mila, 356 mila in più su base annua e 22 mila in più in un mese. Per i giovani (tra 15 e 24 anni) il tasso è arrivato al 56,4 per cento rispetto al 47,6 per cento dello stesso mese nel 2011. Nel grafico si evidenzia il calo del numero di impiegati.

    • Alberto Brambilla
    • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.