Umiliazione

Annalena Benini

Aumentano pericolosamente le cattive notizie sugli uomini: un’americana scrive un saggio che ne decreta la morte sociale e culturale (Hanna Rosin, “La fine degli uomini”), qualche studio socio economico di altissimo livello spiega che comunque ormai gli uomini non servono nemmeno più a portare a casa qualche soldo, o ad aggiustare una perdita nel lavandino, nel frattempo milioni di madri li accusano, non troppo velatamente, di essere la causa per cui le donne non possono avere tutto.

    Aumentano pericolosamente le cattive notizie sugli uomini: un’americana scrive un saggio che ne decreta la morte sociale e culturale (Hanna Rosin, “La fine degli uomini”), qualche studio socio economico di altissimo livello spiega che comunque ormai gli uomini non servono nemmeno più a portare a casa qualche soldo, o ad aggiustare una perdita nel lavandino, nel frattempo milioni di madri li accusano, non troppo velatamente, di essere la causa per cui le donne non possono avere tutto (mondo del lavoro anacronisticamente maschiocentrico e padri dediti al circolo del tennis). Adesso anche gli spermatozoi (l’unica forza, tutto ciò che hai, cantava Renato Zero) si sono ritirati: diminuiti del trenta per cento secondo uno studio francese, riportato ieri da Repubblica. In Francia titolano disperati: il declino dello sperma francese, incolpano lo smog, l’alimentazione, la caduta del Muro di Berlino (il crollo del seme comincia nel 1989), e offrono ricette per migliorarlo: molte spremute d’arancia e grande entusiastico allenamento, un po’ come andare in palestra tutti i giorni. Ma forse non basta, e non serve mandare interi contingenti di spermatozoi dall’analista o istruire una nuova costosa ricerca per cogliere il collegamento: crescono le pressioni, scende l’autostima, diminuisce il potere d’acquisto e di conseguenza si ritrae anche l’offerta interna. Come nel vecchio film di Woody Allen: “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere”, in cui uno spermatozoo vestito di bianco, con cuffia, coda e zainetto, dice all’altro per incitarlo: “Ricordi cosa c’era scritto sul muro della caserma al corso? O si feconda o si muore”. Woody Allen-spermatozoo ansioso non trova sia uno slogan molto incoraggiante, e comincia a inventare scuse, come: stasera devo andare a cena dai miei, per non dover fare il salto nel buio (e se sbaglia mira e mi schianto sul soffitto? e avete presente quelle leggende su certe pillole che prendono le donne e creano muri di gomma?).

    Erano i primi anni Settanta, e nessuno aveva ancora deciso che l’ultima possibilità per gli uomini sarebbe stata riciclarsi nel punto a croce o nella raccolta differenziata, il testosterone era ancora una certezza, anche se le donne si erano già ribellate a parecchie millenarie scemenze maschiliste. Ma poi, qualcosa è cambiato: il fardello delle colpe è diventato via via più pesante, unito all’eterna e immutabile difficoltà di rappresentare il pensiero femminile, che storicamente non è sincronizzato con le parole (“no” potrebbe voler dire “sì”, “sì” spesso significa “sei un cretino”, “non ho niente” in un’interpretazione estensiva può corrispondere alle valigie pronte e al matrimonio fissato con un altro il pomeriggio stesso): gli uomini sono diventati così una specie di zimbello universale, oltre alla causa di ogni sciagura economica, politica e ambientale. E ogni giorno porta con sé una nuova umiliazione. Forse gli spermatozoi si sono impressionati? In ogni caso hanno deciso che là fuori c’è un mondo freddo. Così, fino alla prossima rivalutazione attraverso saggi alla moda che teorizzino il nuovo inizio degli uomini, con elogio del genio maschile, hanno deciso che si comporteranno da ovuli.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.