Grillo è un compagno che sbaglia o un quattrinaro nemico di classe?
Beppe Grillo contro le banche, i banchieri, i plutocrati e i tecnocrati, come la sinistra antagonista e come molti dei selezionati grillini alle “parlamentarie” e alle “graticole” regionali (vedi Davide Barillari, candidato presidente alla regione Lazio con trascorsi nella Fiom-Cgil e in Rifondazione comunista). Oppure Beppe Grillo “miliardario antipolitico” e populista che va “contro ogni principio di coesione nazionale, responsabilità collettiva, solidarietà sociale”, come scrive Francesco Cundari sull’Unità, paragonandolo all’“impresario della tv”.
"Finchè la guerra me la fanno i giornali, le televisioni, i nemici quelli veri va bene, ma guerre dentro non ne voglio più. Se c'è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle. Se ne va. Se ne va dal Movimento. E se ne andrà dal Movimento". E' quello che ha scritto Beppe Grillo sul suo blog, con un post che è suonato come un fiume in piena.
Beppe Grillo contro le banche, i banchieri, i plutocrati e i tecnocrati, come la sinistra antagonista e come molti dei selezionati grillini alle “parlamentarie” e alle “graticole” regionali (vedi Davide Barillari, candidato presidente alla regione Lazio con trascorsi nella Fiom-Cgil e in Rifondazione comunista). Oppure Beppe Grillo “miliardario antipolitico” e populista che va “contro ogni principio di coesione nazionale, responsabilità collettiva, solidarietà sociale”, come scrive Francesco Cundari sull’Unità, paragonandolo all’“impresario della tv”. La percezione del grillismo oscilla tra due estremi, e il mare magnum delle “primarie” on line restituisce un panorama non univoco di candidati che ripetono parole d’ordine di varia provenienza, senza per questo avere, per la maggior parte, la cosiddetta “visione” politica. Antonio Polito, da osservatore, dice che “in Italia è in azione un’Internazionale della demagogia che spara sull’Europa ‘club dei banchieri’ al grido di non è colpa nostra, si sta tramando contro di noi’. Si va da Grillo all’estrema sinistra a Renato Brunetta. Il vero tema delle elezioni gira attorno all’interrogativo ‘e se uscissimo dall’Europa?’, una specie di referendum. E’ già successo in Grecia.
Saranno elezioni ‘europee’, queste, anche nel senso che i politici di altri paesi diranno la loro durante la nostra campagna elettorale. Bisogna vedere poi che cosa succede se vincono i socialdemocratici”.
Intanto, a Roma, il trentottenne Barillari si ritrova candidato presidente a Cinque stelle al termine di una consultazione on line con partecipazione non proprio da transenna: gli attivisti parlano di “circa mille persone”. Consulente informatico per l’Ibm, esperto di hackerismo, si occupa della gestione dei sistemi centrali della Banca d’Italia – “ironia della sorte per un movimento antibanche”, dice un simpatizzante del M5s laziale, ma non è questo il punto. Il problema, per i grillini critici scatenati sul forum di Grillo, è il fatto che Barillari abbia un passato non “neutro”: non solo rappresentante Fiom, ma pure attivista no global tra Porto Alegre, la Rete Lilliput ed Emergency; fondatore di un circolo Arci; coordinatore di progetti equosolidali; organizzatore di scioperi virtuali su Second Life; infine osservatore in Chiapas, dove gli entrò “per sempre nell’anima la poesia della rivolta indigena” (nel Lazio è già il secondo che cita il Chiapas come suo Eldorado: l’altro è Alessandro Di Battista, quarto alle parlamentarie a Roma). Oggi molti attivisti dicono a Barillari: sarai anche “il migliore del mondo”, ma non avevamo detto “no” a chi ha lavorato in partiti e sindacati? Intanto, ai piani alti, il guru Gianroberto Casaleggio annuncia querele per l’intervista di un candidato alle parlamentarie (escluso) a “Servizio pubblico”: “… Ivano Mazzacurati ha affermato che Casaleggio prenderà i soldi destinati ai gruppi parlamentari del M5s. La notizia è falsa e offensiva. Ho dato disposizioni ai miei legali per querelare Mazzacurati e il direttore di rete de La7”. Ma sul Web continua a girare il testo della lettera che i partecipanti alle parlamentarie dovevano firmare per “abilitare” la candidatura: si parlava della “destinazione delle risorse del gruppo parlamentare a una struttura di comunicazione” su “designazione di Beppe Grillo”. Caro Casaleggio “si spieghi”, scrivono gli attivisti, “faccia un video”, “non si arrocchi”, “l’errore di comunicazione è vostro”.
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