Lezioni di gattamortismo francese (e di lingerie) per le inglesi che confodono il flirt con una sveltina

Annalena Benini

L’idea era quella di aiutare le donne anglosassoni a integrarsi in Francia, insegnare loro a fare amicizia con le altre madri davanti la scuola, senza strattonare troppe mani per mostrare entusiasmo durante le presentazioni, senza ubriacarsi alle quattro del pomeriggio per sembrare disinvolte. Un sito di consigli e lezioni a pagamento, “comme une française”, creato da una ragazza con le labbra rosse e un inglese molto arrotato, Géraldine Lepère.

    L’idea era quella di aiutare le donne anglosassoni a integrarsi in Francia, insegnare loro a fare amicizia con le altre madri davanti la scuola, senza strattonare troppe mani per mostrare entusiasmo durante le presentazioni, senza ubriacarsi alle quattro del pomeriggio per sembrare disinvolte. Un sito di consigli e lezioni a pagamento, “comme une française”, creato da una ragazza con le labbra rosse e un inglese molto arrotato, Géraldine Lepère: avendo vissuto due anni in Inghilterra ha pensato di monetizzare lo smarrimento che la vita francese provocherà in una sana ragazza inglese, abituata a chiamare anche i colleghi “love”, e a prendere qualunque complimento come un invito inequivocabile ad andare a letto insieme. Il risultato è un saggio sulle differenze antropologiche fra le francesi e le inglesi (e sarebbe interessante capire dove si collocheranno le italiane rispetto a questi due modi di stare nel mondo), con un evidente senso di superiorità della vie en rose sugli altri stili di vita, giudicati vagamente impacciati, bacchettoni e privi di mistero. Dopo “Le francesi non ingrassano”, “Le francesi non rinunciano a niente” (i bestseller di Mireille Guiliano), le francesi non si scandalizzano, le francesi vanno all’Eliseo anche senza sposarsi e le francesi fanno un sacco di figli senza togliersi i tacchi, ecco le lezioni di gattamortismo secondo le quali ogni donna dovrebbe avvolgersi una sciarpa al collo (d’estate e d’inverno), smettere di vivere goffamente e trasformarsi in una francese. Prima di tutto bisogna ricordarsi di arrivare agli appuntamenti, la sera, con quindici, venti minuti di ritardo e l’aria di custodire un segreto, ma senza esagerare con  vestiti e gioielli. Salutare tutti con due baci sulle guance, niente vigorose strette di mano, e mantenere comunque un contegno formale, evitare di bere a stomaco vuoto e di uscire in tuta da ginnastica, ma soprattutto imparare a flirtare. Sempre, tutto il tempo, come respirare. Mantenendo la calma quando avremo l’impressione (senz’altro sbagliata) che tutte le francesi nei paraggi stiano cercando di fuggire con nostro marito. Accettare il fatto che si tratta soltanto di una libera espressione di femminilità. “Solo perché sei sposata – dice Géraldine Lepère, maestra di francesismi – non significa che non devi più piacere agli uomini”. Per essere socialmente accettate bisogna attirare complimenti, riceverli con grazia, e per nessun motivo cadere nel sempliciotto equivoco anglosassone per cui un “come sei affascinante oggi” significhi: “Da me o da te?”.

    Ci sono vie di mezzo, e vite intere, fra le e-mail di Petraeus alla sua biografa e l’esercizio costante della seduzione. Le inglesi si stavano quasi convincendo, finalmente, che in fondo le francesi non erano così antipatiche e sofisticate e sprezzanti, ma rispondevano soltanto a doveri letterari, come quando ci si siede al Café Flore e ci si sente subito filosofi, come quando Diana Vreeland consiglia di organizzarsi, prima di tutto, per nascere a Parigi. Poi, però, Géraldine Lepère, ingegnere bon ton di ventisette anni,  ha parlato di lingerie. Insieme ai consigli sulle quiche lorraine, ha spiegato che, per non essere discriminate, in Francia bisogna acquistare e indossare biancheria intima di un certo tipo: le francesi sono in grado di intuirla sotto i vestiti, e sono pronte a sbugiardare e scacciare dal paradiso le impostore inadeguate, sofisticate soltanto in superficie.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.