I sorteggi di Champions League

Sarà Celtic-Juve e Milan-Barcellona. Ma il futuro (forse) è a 64 squadre

Francesco Caremani

Mentre oggi si fanno i sorteggi per gli ottavi di finale, da qualche tempo circola nei salotti buoni del calcio europeo, tra mezze dichiarazioni e qualche smentita, l'idea di una Champions League a 64 squadre. Un modo attraverso il quale Michel Platini potrebbe rottamare il sogno della Superlega, accarezzato dai club più importanti del continente. Il primo risultato concreto sarebbe, però, quello di sminuire ancora di più ruolo e appeal dell’Europa League. “Ne stiamo parlando e prenderemo una decisione nel 2014” ha dichiarato Michel Platini.

    Mentre oggi si fanno i sorteggi per gli ottavi di finale, da qualche tempo circola nei salotti buoni del calcio europeo, tra mezze dichiarazioni e qualche smentita, l'idea di una Champions League a 64 squadre. Un modo attraverso il quale Michel Platini potrebbe rottamare il sogno della Superlega, accarezzato dai club più importanti del continente. Il primo risultato concreto sarebbe, però, quello di sminuire ancora di più ruolo e appeal dell’Europa League. “Ne stiamo parlando e prenderemo una decisione nel 2014” ha dichiarato Michel Platini a Ouest France. Attendismo? Niente affatto, l’Uefa deve ancora definire le linee guida per i diritti televisivi dopo il 2015 e la formula delle coppe europee non è secondaria. Karl-Heinz Rummenigge, presidente Eca (European Club Association), è contrario: “Non vogliamo un allargamento della Champions e nemmeno la soppressione dell’Europa League”. Il gap tra le due competizioni resta notevole, un dato? Il Chelsea campione ha incassato 60 milioni di euro, l’Atletico Madrid 10,5, quasi quanto prende una squadra che supera il girone nella coppa regina. E' bene ricordare che l’abolizione della Coppa delle Coppe è stata deliberata analizzando i parametri economici. Decisione che, di fatto, ha depauperato d’interesse sportivo le coppe nazionali (la Coppa Italia n’è un esempio). Parallelamente, la formula della Champions ha tolto alla Coppa Uefa (poi Europa League) il fascino di quelle sfide che oggi vediamo nei gironi che permettono l’accesso agli ottavi di finale, trasformandola in una dignitosa Intertoto, meglio organizzata e con un’economia di sopravvivenza. Una competizione spesso snobbata, affrontata con sufficienza dai club che preferiscono puntare a una qualificazione in Champions piuttosto che a vincere l’Europa League e questo la dice lunga su quanto sia cambiato il calcio negli ultimi vent’anni.

    E' una lotta continua tra club e Uefa. I primi vogliono guadagnare tanto, forti del loro brand, senza aumentare le partite giocate (in tutta Europa si discute di un alleggerimento dei massimi campionati); la seconda forte della qualità delle sue manifestazioni vorrebbe allargare la forbice dei diritti televisivi. StageUp ha stimato che una Superlega europea, con i top club, fatturerebbe 6,3 miliardi di euro l’anno e diventerebbe il secondo campionato professionistico più ricco al mondo dietro la Nfl, che possiede un granitico modello di business, tra marketing, merchandising, stadi e un’equità competitiva garantita.
    La risposta di Platini è chiara: “Chi li arbitrerebbe e in quali stadi giocherebbero?”, come a dire che oltre l’Uefa c’è solo il deserto dei tartari. Senza dimenticare che una Superlega porterebbe via soldi, energie e attenzioni ai campionati nazionali, come già accaduto con quelli cadetti (solo il Championship inglese resiste e un po’ la serie B italiana); insomma sarebbe tutto un altro calcio, più simile al cartoon Inazuma Eleven (moderno Holly e Benji) che a quello delle figurine con cui siamo cresciuti. Michel Platini, non potendo e volendo smentire le dichiarazioni rilasciate al giornale francese, ha però sottolineato come l’Uefa stia invece pensando di rafforzare l’Europa League con una redistribuzione delle ricchezze della Champions e con la possibilità (anche questa futuribile) di concedere alla vincente della prima di accedere direttamente ai gironi della seconda. Il reddito lordo della Champions in questa stagione è stimato in 1,34 miliardi di euro, quello dell’Europa League in 225 milioni.

    Più di un mese fa Supporters Direct Europe ha presentato al Parlamento Europeo un proprio progetto di riforma “Il cuore del gioco: perché i supporters sono vitali al fine di migliorare la governance nel calcio”. Cosa chiede? Il ritorno a modelli associativi di partecipazione nel capitale delle società, crescita dell’esistente rete dei gruppi di supporter organizzati per tali obiettivi di partecipazione, l’attuazione di un sistema di licenze e di regole di fair play finanziario in tutte le leghe calcistiche europee. Una rivoluzione dal basso lontano anni luce dal football patinato della Champions League. Nel 2015 ci saranno le elezioni della Fifa e Michel Platini, molto probabilmente, si scontrerà con il connazionale Jérome Champagne per succedere a Joseph Blatter. Quello che lascerà non sarà tanto il calcio secondo lui ma il calcio per quello che siamo diventati noi.