Galateo di mezz'età

Annalena Benini

Dio come rimpiango di non avere indossato un bikini per tutto il giorno quando ero una ventiseienne!”, scriveva Nora Ephron a proposito dell’invecchiare, del non potere più indossare magliette troppo sbracciate, e anche dell’essere circondati, sul lavoro, da persone sintonizzate con il loro tempo che vogliono il tuo lavoro. E lo avranno.

    "Dio come rimpiango di non avere indossato un bikini per tutto il giorno quando ero una ventiseienne!”, scriveva Nora Ephron a proposito dell’invecchiare, del non potere più indossare magliette troppo sbracciate, e anche dell’essere circondati, sul lavoro, da persone sintonizzate con il loro tempo che vogliono il tuo lavoro. E lo avranno. C’è una grande letteratura sulla bellezza del tempo che comincia alla mezza età e arriva fino all’anzianità estrema: libertà di lasciar perdere la competizione, il consenso sociale, i perizomi, le diete (“Essere ambiziosi è come essere magri. E’ carino esserlo in giovinezza – ma continuare a esserlo nella mezza età no, finirai con l’avere una faccia acida. Lasciati andare – è più tardi di quel che pensi”, è il pensiero della cinquantenne Julie Burchill, scrittrice ed editorialista inglese), e c’è invece chi trova che invecchiare sia una grandissima scocciatura, nonostante la forza del carattere, la saggezza (non per tutti), lo sguardo sul mondo dall’alto. “Agli occhi di una persona giovane, sarai vecchia e basta”, dicono i detrattori del viale del tramonto. E succede una cosa che non ha niente a che vedere con la violazione della legge ma con il senso (altrui) del ridicolo: non si può più fare tutto.

    India Knight ha scritto a questo proposito un galateo in ventuno punti, sono le regole della mezza età. Non sono coercitive, e si può decidere di mandare tutto all’aria e fare come ci pare: se si è uomini, tingersi i capelli di un bel colore ramato e la faccia di un rosso mattone, e se si è donne violare la regola numero uno, che sconsiglia fortemente di andare in discoteca. Non per una questione morale, ma perché quando da giovani vedevate qualche signora di mezz’età in pista, ridevate di lei (“Omiodio, sta ballando”, “Guarda, riesce ancora a muoversi, scorza dura eh”, e altre carinerie del genere). Si può andare invece a serate a tema, serate speciali per persone non più giovani: serate in cui fanno la musica degli anni in cui eravate giovani (Sessanta, Settanta, Ottanta). Attenzione comunque alla regola numero dodici, quella dei balli in pubblico. Se mentre vi dimenate felici vi accorgete che la gente intorno a voi si guarda insistemente la punta delle scarpe, è perché forse non era il caso di agitarsi tanto. E niente minigonne, niente doppi sensi (battute con il cameriere sulla grandezza delle salsicce, scrive India Knight, ma dev’essere una perversione inglese), non ci può nemmeno più sedere sulle altalene dei bambini, al parco, e lasciar dondolare le gambe come le ragazzine. Bisogna anche farla finita con il non saper cucinare (“Oltre una certa età, non è più affascinante e bohemien, ma patetico”), e con il rifiutarsi di far funzionare una caldaia, attaccare un chiodo, fare le punture di Voltaren ai coetanei con il mal di schiena. Tutto quello che, prima, era un segno di originalità, rischia di trasformarsi, dopo, nel segnale di un invecchiamento senza grazia, con l’aggravante dell’inettitudine (nemmeno abbandonare una stanza urlando perché è entrato un grosso insetto è più permesso: alla tua età dovresti averne viste di peggiori, è il sottinteso nello sguardo di compatimento che vi si piazzerà addosso).

    C’è anche una regola molto crudele che riguarda il sesso e le luci accese: molto sconsigliato, soprattutto in posizioni dominanti. Fare prima una prova con uno specchio, se non si è convinti. E’ un galateo di buon senso (concede però la libertà di tatuaggio), e porta con sé il rischio della noia. Sarà comprensibile, quindi, il sovvertimento delle regole, con una preghiera soltanto: non violarle tutte contemporaneamente.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.