Finale di partita

Monti si è dimesso, domani è il giorno del memorandum per il 2013

Salvatore Merlo

Al momento in cui questo giornale va in stampa Mario Monti ha concluso il suo ultimo Cdm e, salito al Quirinale, ha rassegnato le dimissioni al termine di una giornata caratterizzata ancora da grande incertezza intorno al suo futuro in politica. Questa mattina Giorgio Napolitano inizierà delle rapide consultazioni per poi sciogliere le Camere in giornata: il voto è fissato per il 24 febbraio. Il professor Monti, invece, parlerà domani in conferenza stampa e, verosimilmente, presenterà – come anticipato dal Foglio lo scorso 12 dicembre – un memorandum sulle riforme da fare (e quelle da consolidare), un appello a tutte le forze politiche e al paese.

    Mario Monti ha concluso il suo ultimo Cdm e, salito al Quirinale, ha rassegnato le dimissioni al termine di una giornata caratterizzata ancora da grande incertezza intorno al suo futuro in politica. Questa mattina Giorgio Napolitano inizierà delle rapide consultazioni per poi sciogliere le Camere in giornata: il voto è fissato per il 24 febbraio. Il professor Monti, invece, parlerà domani in conferenza stampa e, verosimilmente, presenterà – come anticipato dal Foglio lo scorso 12 dicembre – un memorandum sulle riforme da fare (e quelle da consolidare), un appello a tutte le forze politiche e al paese. Qualche accento del suo discorso, Monti lo ha anticipato ieri parlando agli ambasciatori riuniti al ministero degli Esteri: un richiamo quasi gollista all’onore di patria (“Troppe volte noi italiani siamo pronti a una facile auto-denigrazione, spesso di fronte agli stranieri”) e un riferimento alla necessità di “concertare” le scelte politiche “con gli altri paesi”, un’affermazione che evoca la necessità di avere ancora un governo autorevole e riconosciuto nel consesso delle potenze internazionali. In questi giorni il premier tecnico non ha mai sciolto, con nessuno e in nessuna occasione, le sue riserve intorno all’ipotesi di candidarsi alle elezioni. E non lo ha fatto nemmeno ieri sera nel colloquio con Napolitano, i due non sono d’altra parte mai rimasti soli. L’inclinazione prevalente del gruppo di uomini più vicino al professore – Enzo Moavero Milanesi, Antonio Catricalà e Federico Toniato – fa ritenere che Monti sia da tempo soprattutto preoccupato dagli equilibri europei: con un altro governo l’Italia sarà altrettanto efficace, e centrale, nella mediazione tra la Francia di Hollande e la Germania di Merkel?

    Non pare che il professore abbia intenzione, domani, di fare alcun riferimento esplicito a  una specifica parte politica, ma parlerà all’Italia e a tutti coloro che in Parlamento lo hanno sostenuto fino alla fine nell’attuazione della sua agenda. Un discorso che, nelle intenzioni, potrebbe essere sottoscritto anche dal Pd, dal personale politico che ha votato le riforme promosse dal governo. Mistero fitto su tutto il resto.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.