Agenda bis

Salvatore Merlo

“E’ scritto tutto qua”. Pietro Ichino, il giuslavorista amatissimo dal professor Monti, pronuncia queste parole e contestualmente deposita un faldone alto e spesso sul tavolo rettangolare della sala riunioni al primo piano di via Properzio 32, quartiere Prati, sede di ItaliaFutura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo. E’ la riforma del lavoro che il giuslavorista ha già pronta per Mario Monti, è la sublimazione (e contemporaneamente il superamento) della riforma Fornero.

    “E’ scritto tutto qua”. Pietro Ichino, il giuslavorista amatissimo dal professor Monti, pronuncia queste parole e contestualmente deposita un faldone alto e spesso sul tavolo rettangolare della sala riunioni al primo piano di via Properzio 32, quartiere Prati, sede di ItaliaFutura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo. E’ la riforma del lavoro che il giuslavorista ha già pronta per Mario Monti, è la sublimazione (e contemporaneamente il superamento) della riforma Fornero. Assieme a Ichino, nell’incontro a porte serrate, è presente tutto il gruppo degli esperti voluti da Monti nelle sue liste: Alberto Bombassei, Giuliano Cazzola, Irene Tinagli, Mario Baldassarri, Linda Lanzillotta, Marco Simoni e anche Stefano Grassi, il consigliere per le le riforme economiche di Palazzo Chigi, il “suggeritore” degli interventi pubblici del premier. L’agenda Monti era l’impalcatura, criticata sul Corriere della Sera da Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (“troppo poco, troppo vago”), mentre quello di cui discutono Ichino e gli altri è il programma di governo (“i pilastri che stanno dentro l’impalcatura”, dice Baldassarri). Un piano articolato – detrazioni, riformulazione dell’Imu, flessibilità, contrattazione aziendale alla Marchionne, salario legato alla produttività – che sarà pronto al massimo martedì prossimo; un testo che contiene una radicale riforma del mercato del lavoro di cui probabilmente Monti darà qualche anticipazione già domani a Bergamo nella convention che riunirà tutti i candidati della sua lista “Scelta civica”. Compatibile con l’asse “rosso” Vendola-Fassina? “Insistere sulla contrattazione aziendale è coraggioso. Specie se l’alleato principale del Pd, Vendola, vuole abolire la riforma Fornero”, dice Cazzola. E Baldassarri: “Ho letto l’ultima intervista di Fassina ad Avvenire, vuole recuperare fondi dalla ricchezza prodotta. Sembra Tremonti. Con l’aggravante che almeno Tremonti non è un economista ma un fiscalista di Sondrio”. L’agenda bis è pronta, manca “la sintesi politica”, dice Benedetto Della Vedova. Quella tocca al capo, il professor Monti.

    La riunione di mercoledì sera, nella sede di ItaliaFutura (nota: nella piccola stanza, appoggiato sugli altri saggi del liberalismo contemporaneo, con la copertina ben esposta, fa mostra di sé il libro di Mario Monti e Sylvie Goulard), è lunga e complicata com’è immaginibile possa essere teso un confronto tra professori, alcuni più anziani, altri più giovani e rampanti, e comunque tutti dal forte ego. Ichino dirige le danze. Con una lunga prolusione dà l’idea di voler superare la riforma Fornero, quella che il giuslavorista (forse in armonia con Monti) ritiene essere stata un “compromesso al ribasso”. L’obiettivo polemico di Ichino è l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Così, di fronte agli altri economisti – e ascoltato dall’osservatore di Palazzo Chigi Stefano Grassi – il giuslavorista distribuisce un suo documento, che forse vorrebbe vedere approvato così com’è scritto: la proposta sulla flexsecurity e un nuovo un codice del lavoro, semplificato, di soli cinquantanove articoli. “Bisogna rendere le cose chiare, semplici”, dice. Poi parlano a turno anche gli altri, ciascuno fa i suoi rilievi, ma quello di Ichino è lo spartito che tutti i presenti finiscono inevitabilmente col suonare. Qualcuno tenta variazioni, come Tinagli, ma sempre a tema; qualcun altro, come Cazzola, si fa interprete di accenti difensivi nei confronti del ministro Fornero. Ma alla fine, nei fatti, passa il piano del giuslavorista di cui Monti si fida – dicono – ciecamente. Da ieri sera Monti ha sulla scrivania il verbale e la sintesi della riunione. Domani parlerà a Bergamo.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.