Grillo contro Ingroia, e Casaleggio-Axelrod a sognare Piazza del Popolo

Marianna Rizzini

L’ha chiamato “bidone aspiratutto” ma non bastava: Beppe Grillo sta andando sempre più massicciamente all’attacco di Antonio Ingroia, suo fratello-coltello nella corsa all’accaparramento del voto arrabbiato o incerto, e lo sta facendo, all’occorrenza, anche per interposta persona. Da qualche giorno, infatti, sul blog dell’ex comico compaiono lunghi post anti-Ingroia firmati da altri (dal blogger Piero Ricca, e ieri dal sostenitore Cristiano Marinelli) in cui la “Rivoluzione civile” dell’ex procuratore di Palermo viene messa sotto processo per il “leaderismo” (da che pulpito – ma Grillo, unico leader dell’M5s, ci tiene a non essere definito tale) nonché per la non risolta “ambiguità magistratura-politica”.

    L’ha chiamato “bidone aspiratutto” (con riferimento alla composizione delle liste elettorali) e “foglia di fico” (con riferimento al riciclo dei “partiti-zombie”) ma non bastava: Beppe Grillo sta andando sempre più massicciamente all’attacco di Antonio Ingroia, suo fratello-coltello nella corsa all’accaparramento del voto arrabbiato o incerto, e lo sta facendo, all’occorrenza, anche per interposta persona. Da qualche giorno, infatti, sul blog dell’ex comico compaiono lunghi post anti-Ingroia firmati da altri (dal blogger Piero Ricca, e ieri dal sostenitore Cristiano Marinelli) in cui la “Rivoluzione civile” dell’ex procuratore di Palermo viene messa sotto processo per il “leaderismo” (da che pulpito – ma Grillo, unico leader dell’M5s, ci tiene a non essere definito tale) nonché per la non risolta “ambiguità magistratura-politica”. Ingroia, secondo gli “editorialisti” di Grillo, “non convince” per “l’unione artificiale tra diversi”, per l’inserimento in lista di un “indagato” a sua insaputa (doveva vigilare, è la critica), per il rapporto con il Pd e per la liason con Luigi De Magistris, altra bestia nera tra gli ex amici apparenti del grillismo. Accade anche il contrario, con Ingroia che spara su Twitter: “Grillo è ormai un politico che cavalca l’antipolitica… non si va in Parlamento per raccontare barzellette”, ha detto l’ex procuratore che ha messo in lista l’espulso grillino per antonomasia, Giovanni Favia, ma dopo aver a lungo corteggiato l’M5s come possibile alleato (cosa che gli ha attirato le critiche dei Cavalieri Jedi di Grillo, gli internauti che presidiano il suo blog, quelli per i quali Ingroia è la “volpe” di fronte “all’uva”). In piazza, intanto, Grillo non manca di far notare, a ogni apparizione, che Ingroia è uno dei “faccioni pigliatutto”, pur riservandosi per il futuro un’opzione su “alcune battaglie comuni” (Ingroia gli aveva aperto una “porta”, lui gli aveva detto  “richiudila”, ma non si sa mai, nel dopo-voto).

    Ingroia, comunque, non è il primo dei pensieri del “David Axelrod” di Grillo, Gianroberto Casaleggio, l’esperto di e-commerce incantato dai consiglieri politici obamiani (ora montiani). Nel cuore della campagna elettorale, Casaleggio non si presenta più al mondo sotto forma di voce fuori campo in un video apocalittico o come povero cristo che scrive lettere costernate al Corriere della Sera (della serie: sono solo un cittadino semplice), ma con un’operazione di marketing, e cioè come terza gamba del libro peripatetico scritto a sei mani con Dario Fo e Grillo stesso (“una passeggiata ideale dal porto del Pireo ad Atene”, si legge sul Fatto, nell’anticipazione del volume “Il Grillo canta sempre al tramonto”, in uscita per Chiarelettere l’11 febbraio). Con tipico vezzo da plenipotenziario nell’ombra, il Casaleggio “in chiaro” del libro dice “ogni tanto parlo anch’io” quando Grillo racconta il processo creativo dei suoi post quotidiani, con il comico che telefona cinque volte al giorno al suo guru e il guru che “sintetizza”. Evita di comparire sul camper dello “Tsunami tour”, Casaleggio (i cronisti non l’hanno visto, i grillini dicono: “Lui sta a Milano”). Più che sul come arginare Ingroia, Casaleggio punta sul Grillo “internazionale” che si fa intervistare dalla tv svedese e parla di se stesso come di un “extraterrestre”, minimizzando sui dissidenti e sparando su chi vuole “esorcizzarlo” o sulla classe politica “da eliminare” perché ha “spolpato” gli italiani. Pensa a come garantire un “crescendo” negli effetti speciali del Grillo-frontman, Casaleggio, rinserrato dietro all’effetto-permanente della sua capigliatura fuori moda. “Casaleggio non dà a Grillo consigli tipo ‘attacca questo o quello’”, dice un esperto di web che ha frequentato gli ambienti della Casaleggio associati: “Casaleggio traduce in mosse mediatiche i dubbi, e uno dei dubbi ora è: Grillo deve spiegare o non spiegare, uscire o no dalla ‘sparata’?”. Finora è rimasto a livello epidermico, ma potrebbe non bastare a superare il sognato 15 per cento. E mentre Grillo annuncia “sorprese”, facendo balenare l’apparizione finale in tv, Casaleggio mira al 22 febbraio, giorno del “Piacere day”, manifestazione nazionale di fine campagna che gli attivisti stanno organizzando a Roma. Si raccolgono già on-line i fondi per la kermesse (con canzonette). Obiettivo la prova muscolare: riempire Piazza del Popolo.

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.