Il complotto

Breve guida alle ridicole teorie cospirazioniste

Annalena Benini

Un’ipotesi molto accreditata, nello stupefacente regno del complotto, è che Joseph Ratzinger abbia compiuto quell’immenso gesto di portata millenaria, le dimissioni dal pontificato, per favorire Pier Ferdinando Casini alle prossime elezioni. E che, nei mesi di riflessione e di studio solitario, di malattia e di sofferta decisione di uno strappo assoluto alla tradizione della chiesa, nella scelta di passare il resto della vita in un monastero di clausura, il suo pensiero ancora papale fosse rivolto intensamente all’asse Monti-Bersani, con viva preoccupazione per la concreta possibilità che non riesca a raggiungere la maggioranza.

    Un’ipotesi molto accreditata, nello stupefacente regno del complotto, è che Joseph Ratzinger abbia compiuto quell’immenso gesto di portata millenaria, le dimissioni dal pontificato, per favorire Pier Ferdinando Casini alle prossime elezioni. E che, nei mesi di riflessione e di studio solitario, di malattia e di sofferta decisione di uno strappo assoluto alla tradizione della chiesa, nella scelta di passare il resto della vita in un monastero di clausura, il suo pensiero ancora papale fosse rivolto intensamente all’asse Monti-Bersani, con viva preoccupazione per la concreta possibilità che non riesca a raggiungere la maggioranza. L’abitudine al pensiero contorto ha la grandiosa capacità di rimpicciolire tutto, nella foga di dimostrare che quello che si vede non è quello si vede, perché c’è qualcosa dietro che solo chi è davvero intelligente ed esperto in inganni planetari può arrivare a svelare. Le Torri gemelle non sono mai state abbattute, l’Aids è stato creato a tavolino dalla Cia e il Papa si è dimesso due settimane prima del voto “per rilanciare il centro”, come ha scritto l’economista Loretta Napoleoni su Twitter. “Il Papa si dimette due settimane prima delle elezioni con coalizione Monti in discesa, cosa c’è dietro?”.

    E ancora, dopo qualche minuto di riflessione più accurata: “Gli italiani andranno alle urne senza Papa, senza una direttiva vaticana. Il Conclave guarderà ai risultati del voto italiano”. Il Conclave guarderà le elezioni italiane come noi da ieri guardiamo il Festival di Sanremo, appassionati, in cerca di risposte e possibilmente di scandali. “Le elezioni in Italia sono fondamentali, importantissime per Europa ed equilibri internazionali. Le dimissioni del Papa lo confermano”, ha scritto Napoleoni, ormai talmente convinta della sua idea di complotto che le dimissioni del Papa si sono già ridotte a una semplice prova di qualcosa di più importante. Il Papa si è dimesso a causa di Internet, ha detto Beppe Grillo, e forse anche a causa dello Ior, e Roberto Saviano si è chiesto se questo gran rifiuto sia “strategico per la campagna elettorale: mostrare la fragilità della chiesa per chiedere compattezza al voto cattolico”. L’importante è non cadere nella realtà evidente delle cose, ma cercare quella nascosta, il pensiero di secondo o di terzo grado. Anche Piers Morgan, famoso giornalista inglese, ha scritto: “Come cattolico, non me la bevo. I Papi non abbandonano perché sono stanchi. Cosa sta succedendo?!”.

    L’Atlantic ha stilato la “Guida alle Ridicole Teorie Cospirazioniste: i veri motivi per cui il Papa si è dimesso”. Per il suo passato nazista, che stava per travolgerlo. Per un gigantesco scandalo a sfondo sessuale che sta per diventare pubblico. Per la profezia di un santo irlandese, che ha previsto la distruzione della chiesa cattolica a opera del successore di Papa Benedetto. “Che cosa c’è dietro?”, è la domanda principale. Così ci si dimentica di guardare tutto quello che c’è davanti. Ma si può ancora fuggire dalla teoria del complotto e dai pensieri di terzo grado: Michel Piccoli, protagonista di “Habemus Papam” di Nanni Moretti, intervistato dalla Stampa ha risposto: “Trovo indecente, volgare e stupida la sola idea di commentare la notizia. Non sono il Papa, ho solo interpretato un personaggio. Quindi, visto che ho del rispetto per lui e anche per me stesso e per la mia professione, mi rifiuto di commentare”.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.