La nuova direttrice del Monde e la primavera in rosa a Parigi

Lanfranco Pace

Parigi vive sempre più il tempo delle donne. Da mesi tengono banco Rachida Dati e Nathalie Kosciusko-Morizet, dell’Ump, il partito della destra repubblicana, entrambe intenzionate a vincere le prossime comunali e a succedere al sindaco socialista Bertrand Delanoë. Un uomo ha deciso di infilarsi nella contesa, Jean-Louis Borloo, presidente dell’Unione dei democratici, un partito alleato. E’ un pezzo da novanta ma si è fatto un nome soprattutto come indeciso a tutto: ci ha messo settimane per sciogliere la riserva, due giorni fa.

    Parigi vive sempre più il tempo delle donne. Da mesi tengono banco Rachida Dati e Nathalie Kosciusko-Morizet, dell’Ump, il partito della destra repubblicana, entrambe intenzionate a vincere le prossime comunali e a succedere al sindaco socialista Bertrand Delanoë. Un uomo ha deciso di infilarsi nella contesa, Jean-Louis Borloo, presidente dell’Unione dei democratici, un partito alleato. E’ un pezzo da novanta ma si è fatto un nome soprattutto come indeciso a tutto: ci ha messo settimane per sciogliere la riserva, due giorni fa. Affronterà alle primarie una delle due donne, forse tutte e due: se dovesse batterle, troverebbe sulla sua strada un’altra donna, la candidata socialista, braccio destro dell’attuale sindaco. Non è escluso dunque che il prossimo sindaco di Parigi sarà donna.
    Da un paio di settimane è esploso, contagioso, l’entusiasmo per Christiane Taubira, debordante ministra della Giustizia impostasi nel dibattito parlamentare sull’apertura del matrimonio civile alle coppie omosessuali: è grazie alla sua coriacea resistenza e alla sua determinazione che Hollande potrà mantenere la promessa fatta in campagna elettorale, porterà alle estreme conseguenze la teologia repubblicana in materia di diritti civili e di eguaglianza e vincerà la sua prima partita in casa. Taubira è la donna forte del governo. Molti cominciano a pensare che potrebbe prima o poi prendere il posto del primo ministro Jean-Marc Ayrault, sempre più evanescente.

    Un’altra donna ha già vinto e sta per espugnare a soli 46 anni una fortezza maschile per eccellenza, il Monde: Natalie Nougayrède, al giornale dal 1996, ex corrispondente da Mosca, autrice di reportage dal fronte ceceno che le hanno valso nel 2005 il premio giornalistico più prestigioso in Francia, l’Albert Londres, prenderà il posto di Erik Izraelewicz, il direttore folgorato da un infarto il 27 novembre 2012 mentre presiedeva la rituale conferenza di redazione. Gli azionisti del giornale, il trio Bergé-Pigasse-Niel, hanno ricevuto e ascoltato uno a uno i candidati storici della maison, Alain Faujas, Arnaud Leparmentier, Franck Nouchi, ma non sono riusciti a mettersi d’accordo su un nome. Così alla fine l’ha spuntata l’outsider. Sarà la Società dei redattori del Monde a pronunciarsi definitivamente a metà marzo, la nomina dovrà essere ratificata con almeno il 60 per cento dei voti. Organo della francofonia, il Monde è il giornale in lingua francese più autorevole del mondo e quello di cui più si parla nei salotti del tout Paris. Nacque per volontà di De Gaulle e per mano di Hubert Beuve-Méry che la Francia non era ancora interamente libera e in settanta anni di vita mai ha lasciato grande spazio alle donne: si è avvalso della collaborazione di intellettuali prestigiose ma nessuna donna ha mai fatto parte della gerarchia che conta. Nougayrède è dunque la prima pietra. E’ molto apprezzata, l’obiezione che non ha particolari competenze in materia economica e di management regge poco: anche su questo se l’è cavata più che bene nel beauty contest con gli azionisti. Spetterà dunque a lei tagliare i costi, togliere al giornale la patina di vecchio e di noioso senza comprometterne credibilità e prestigio. E radicarlo maggiormente nelle nuove tecnologie dell’informazione. Natalie Nougayrède, prima donna di Monde.

    • Lanfranco Pace
    • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.