Non per sempre

Annalena Benini

Il problema della rete è l’eternità: tutto scorre, ma senza sparizione. Si resta così impigliati ai propri errori, alle bugie, alle scemenze per cui l’unica salvezza sarebbe stata la spazzatura. E’ il dramma di Internet, il solo caso in cui non si può, semplicemente, aspettare che passi, oppure negare, dire: non ero io, non l’ho mai detto, confidando nel tempo e nella dismemoria, ma bisogna rassegnarsi all’impossibilità della dimenticanza. Bastano poche parole digitate in un motore di ricerca perché tutto un mondo di gaffe, di brutte foto, di considerazioni sempliciotte, di video compromettenti e di millanterie torni a galla.

    Il problema della rete è l’eternità: tutto scorre, ma senza sparizione. Si resta così impigliati ai propri errori, alle bugie, alle scemenze per cui l’unica salvezza sarebbe stata la spazzatura. E’ il dramma di Internet, il solo caso in cui non si può, semplicemente, aspettare che passi, oppure negare, dire: non ero io, non l’ho mai detto, confidando nel tempo e nella dismemoria, ma bisogna rassegnarsi all’impossibilità della dimenticanza. Bastano poche parole digitate in un motore di ricerca perché tutto un mondo di gaffe, di brutte foto, di considerazioni sempliciotte, di video compromettenti e di millanterie torni a galla. In Internet si è sempre identici alla peggiore versione di se stessi, non esiste la possibilità di un’evoluzione, di un miglioramento. E la vita sociale fatta di messaggi, foto, chat e piccole esibizioni fra amici (che possono velocemente trasformarsi in nemici) porta con sé questo terribile rischio di eterno. L’amore eterno si può anche accettare, ma le eterne foto in mutande, oppure senza, mandate per entusiasmo, per gioco, per impulso esibizionista, sono un moderno problema. Così Snapchat, applicazione inventata poco più di un anno fa (settembre del 2011) da due ex studenti di Stanford, in America adesso è popolare quasi quanto YouTube, scrive Businessweek, e ogni giorno vengono mandati più di cinquanta milioni di messaggi con il fantasmino: è molto semplice, si imposta, si scatta, si scrive, si invia e si sceglie quanti secondi può durare il disvelamento di una nostra doccia o di uno stato d’animo o di una immensa bugia. Finito il tempo, il messaggio si autodistrugge, come in un film di James Bond, e la reputazione è (quasi) salva.

    Anche se, informazione per i paranoici: poiché tutti possiedono ormai più di un telefonino, basterebbe fotografare la foto ricevuta per conservarne eterna memoria. Il futuro è cancellabile, è questo il senso. Nessuno vuole restare intrappolato nella foto di sé in posa da aspirante culturista con soltanto i calzini addosso, o in una dichiarazione d’amore in un momento di ubriachezza, o nelle proprie vanitose bugie. E poiché l’euforia esibizionista è più forte di ogni buon senso, e con un telefono in mano si viene presi da un incantamento fatto di sfacciataggine, allusione e audacia (che sparisce di solito velocemente, lasciando il mittente smarrito e più nudo di prima), la salvezza è solo la distruzione, o almeno l’illusione di avere cancellato le prove. Fra gli adolescenti il sexting è molto diffuso e molto pericoloso, ma non è affatto provato che gli adulti siano più saggi. E’ questo che si chiede ai social media, a Internet, agli smartphone, a tutti i luoghi e gli oggetti su cui esercitare il nostro narcisismo: che non ci costringano a diventare saggi. Che ci sia una gomma per cancellare, un camino dentro cui incenerire gli effetti della nostra infinita adolescenza o megalomania, senza troppi danni. Un tempo si bruciavano le lettere, e ci si ritirava in campagna, adesso si resta sempre connessi, ma rivendicando la garanzia dallo sputtanamento. Pretendendo il diritto a venire (anche) dimenticati.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.