Narrare stanca
Vendola, da carta vincente a intralcio per Bersani
A Nichi Vendola deve sembrare un mondo sottosopra, questo in cui si trova a navigare, privato persino della possibilità di dare libero sfogo alle sue “narrazioni” – ieri ha potuto dire, su Twitter, “ci facciamo carico della povertà”, “si trovi un accordo programmatico per uscire dal pantano”, ma è tutt’altra cosa da quando lo stesso Vendola, post comunista pragmatico e governativo in Puglia, anche in dialogo con il capitale, poteva parlare di “vischiosità dell’ideologia liberista” senza sentirsi subito interrompere da qualcuno che dice: tanto ti ritroverai con le mani legate, e con Mario Monti come coinquilino.
Leggi Depressi in Lombardia e spaccati in Veneto, la caduta libera dei leghisti di Cristina Giudici - Leggi Quella indisposizione del popolo di sinistra davanti alla Piazza espropriata da Grillo di Stefano Di Michele
A Nichi Vendola deve sembrare un mondo sottosopra, questo in cui si trova a navigare, privato persino della possibilità di dare libero sfogo alle sue “narrazioni” – ieri ha potuto dire, su Twitter, “ci facciamo carico della povertà”, “si trovi un accordo programmatico per uscire dal pantano”, ma è tutt’altra cosa da quando lo stesso Vendola, post comunista pragmatico e governativo in Puglia, anche in dialogo con il capitale, poteva parlare di “vischiosità dell’ideologia liberista” senza sentirsi subito interrompere da qualcuno che dice: tanto ti ritroverai con le mani legate, e con Mario Monti come coinquilino. Ma deve sembrare un mondo sottosopra pure a Pier Luigi Bersani, quello in cui diventa intralcio la sua ex carta vincente, la famosa “copertura a sinistra”, il Vendola che solo due anni fa veniva issato come talismano della vittoria sui palchi dei sindaci arancioni (anche ieri Bersani è stato costretto a dire a Monti che “con tutti i populismi, i berlusconismi e i leghismi che ci sono in giro, che Vendola sia il problema mi fa un po’ ridere”).
Lui, Vendola, si trova a dover scongiurare la caduta nell’irrilevanza, senza peraltro “coprire” da nessuna parte, ché a sinistra è spuntata la concorrenza della Rivoluzione civile di Antonio Ingroia, con tutti gli ex alleati del Pd che, senza perdere nulla, si scagliano contro il leader di Sel, reo di combutta con il “centrismo”. E se è vero che ieri Bersani, all’ennesimo emergere di un “problema Vendola”, ha detto “ho già scelto Nichi”, è vero anche che “l’arma” Vendola, per come era stata pensata, non può essere neanche lontanamente usata, nello scenario imprevedibile che rende obsoleta l’immagine del centrosinistra a due gambe (e più probabile quello con la gamba Monti). Né Vendola può lanciarsi nella battaglia prediletta “per i diritti”: si profila una “soluzione tedesca” anche su quelli, oltreché sul lavoro, con compromesso malvisto dall’elettorato vendoliano. Tanto che ora la scritta sul suo sito, “benvenuta sinistra”, sembra soltanto un wishful thinking, minacciato continuamente da quelle che Vendola chiama “impraticabili discussioni sulle alleanze astratte”.
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