_492x275_1596849997529.jpg)
Argo piglia tutto
Michelle Obama non si risparmia. Venerdì sera ballava nello show di Jimmy Fallon, a fianco del conduttore rimpannucciato da casalinga. La First Lady celebrava il terzo anno della crociata contro il sovrappeso con un’esibizione di “Mom Dancing” (tira giù la roba dagli scaffali, batti i tappeti, altre mosse del genere). Domenica notte, dalla Casa Bianca con un bel numero di valletti a far da quinta, ha annunciato in collegamento satellitare con il Dolby Theater di Los Angeles il film vincitore degli Oscar 2013.
Michelle Obama non si risparmia. Venerdì sera ballava nello show di Jimmy Fallon, a fianco del conduttore rimpannucciato da casalinga. La First Lady celebrava il terzo anno della crociata contro il sovrappeso con un’esibizione di “Mom Dancing” (tira giù la roba dagli scaffali, batti i tappeti, altre mosse del genere). Domenica notte, dalla Casa Bianca con un bel numero di valletti a far da quinta, ha annunciato in collegamento satellitare con il Dolby Theater di Los Angeles il film vincitore degli Oscar 2013.
L’onore è toccato ad “Argo” di Ben Affleck, in gran rimonta dopo che era stato snobbato nella categoria come “miglior regista”. Da allora non c’è stato premio o riconoscimento, assegnato dai critici o dalle associazioni professionali, che non abbia ostinatamente preferito “Argo” a “Lincoln” di Steven Spielberg. Partire sfavoriti può fruttare parecchio. E va aggiunto che il film di Ben Affleck sulla liberazione degli ostaggi all’ambasciata canadese di Teheran, poco dopo l’ascesa al potere dell’ayatollah Khomeini, riserva un ruolo non secondario proprio a Hollywood. Più precisamente: all’arte di raccontare storie convincenti. La prima viene raccontata dall’agente Toni Mendez ai suoi capi nella Cia, per farsi autorizzare la missione. La seconda viene raccontata dal finto produttore e dal finto regista ai giornalisti. La terza viene raccontata ai Guardiani della rivoluzione, che non trovano nulla di strano nel fatto che una troupe scelga proprio il loro deserto, tra tanti. La quarta è quella che Ben Affleck racconta agli spettatori.
“Lincoln” era stato presentato ai Golden Globe dall’ex presidente Bill Clinton (“Il marito di Hillary”, dissero le conduttrici Tina Fey e Amy Poehler). Una statuetta annunciata dalla First Lady in carica avrebbe arrecato molto onore. Politico, più che altro: a un regista come Steven Spielberg non servono altri premi. Ma vedersi scippare l’Oscar per la migliore regia da Ang Lee, e dal suo “Vita di Pi” rovina ogni promessa di fair play (tanto più che Ang Lee si mise di mezzo, vincendo con “Brokeback Mountain”, anche quando Spielberg gareggiava con “Munich”). I giurati devono aver fatto un po’ di confusione tra regia e direzione della fotografia: la prima richiede un arco drammatico, oltre alla sfilata di immagini.
Gli Oscar 2013 si sono dispersi sotto il peso dell’abbondanza: oltre ad “Argo” e a “Lincoln”, meritavano statuette – e non una soltanto – “Zero Dark Thirty” di Kathryn Bigelow e “Django Unchained” di Quentin Tarantino. A cui si sarebbe dovuto aggiungere (almeno) “Moonrise Kingdom” di Wes Anderson, candidato per la migliore sceneggiatura originale. Più un paio di film d’animazione: “ParaNorman” e “Ralph Spaccatutto” (hanno dovuto cedere il passo a “Ribelle”, primo film della Pixar con una favola e una principessa, sia pure guerriera). Daniel Day-Lewis ha vinto il suo terzo Oscar come attore protagonista, e da musone che era ha scherzato con Meryl Streep (al solito la peggio vestita): “Io avevo fatto un provino per la parte di Margaret Thatcher, e lei era la prima scelta per il ruolo di Abraham Lincoln”. Migliore attore non protagonista Christoph Waltz, che ha ringraziato Tarantino mentre Tarantino ha dedicato il premio per la miglior sceneggiatura originale ai suoi attori. Assente Leonardo DiCaprio, si spera per protesta: non c’è verso che agli Oscar si ricordino di lui.
Criticatissimo il maestro di cerimonie Seth MacFarlane. Un po’ sembrava Fred Astaire – ma la canzone diceva “Ti ho visto le tette”, con nome dell’attrice e titolo del film – e per il resto un giovanotto timido con un repertorio di battute migliorabili. Anne Hathaway, premiata come attrice non protagonista in “Les Misérables” (il film peggiore tra i nove candidati) le tette le ha mostrate spesso. Jennifer Lawrence, premiata come attrice protagonista per “Il lato positivo”, ancora no.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
