Destre ringalluzzite

Sul marciapiede di Parigi l'Ump si rifà il trucco e canta ritornelli sarkozisti

Paola Peduzzi

L’Italia non è soltanto il terrore dell’Europa, causa di “stato d’emergenza” continentale secondo Libération. L’Italia è anche il paese in cui una destra che pareva moribonda ha quasi vinto le elezioni. Fino a lunedì guardavamo famelici la Francia di François Hollande, il modello socialista, la speranza e la riscossa della sinistra egualitaria e giusta (e grigia, ma questa è un’altra ferita); ora, tutto d’un colpo, la speranza arriva da qui per tutta un’altra platea, pur con il nostro “Coluche italien” (cit. Monde) a spadroneggiare nelle preoccupazioni e nei risolini d’oltralpe.

    L’Italia non è soltanto il terrore dell’Europa, causa di “stato d’emergenza” continentale secondo Libération. L’Italia è anche il paese in cui una destra che pareva moribonda ha quasi vinto le elezioni. Fino a lunedì guardavamo famelici la Francia di François Hollande, il modello socialista, la speranza e la riscossa della sinistra egualitaria e giusta (e grigia, ma questa è un’altra ferita); ora, tutto d’un colpo, la speranza arriva da qui per tutta un’altra platea, pur con il nostro “Coluche italien” (cit. Monde) a spadroneggiare nelle preoccupazioni e nei risolini d’oltralpe. L’Ump, partito del centrodestra sconfitto un anno fa alle elezioni, da tempo sta cercando di rimettersi in piedi, dopo la figuraccia del Nicolas-Sarkozy-da-un-solo-mandato e la lotta a suon di accuse di brogli (non c’erano ancora le matite leccate, purtroppo) alle primarie per la leadership del partito. Ora che il grigiore, che sia dei leader di coalizioni o dei tecnici, perde fascino, anche l’Ump può provare a fare il ringalluzzito.

    I nostalgici di Sarkozy tengono ancora banco, tra i politici e nell’elettorato: il 75 per cento degli elettori dell’Ump, secondo un sondaggio effettuato dall’istituto Bvp per i-Télé, vorrebbe un ritorno dell’ex presidente in veste di salvatore. La settimana scorsa l’“Association des amis de Nicolas Sarkozy” si è data appuntamento alla Maison de la Chimie, a Parigi, per una conferenza dal titolo “La place de la France dans le monde”. C’erano tutti, i Guéant (prima che ieri gli fosse perquisita la casa all’interno dello scandalo Lagarde-Tapie, un mostro che sta montando nel centrodestra), i Guaino, gli Hortefeux, soltanto l’ex premier Jean-Pierre Raffarin ha provato a rovinare la festa con le sue rimostranze, senza grandi risultati. Persino la signora Chirac, moglie di quel Jacques Chirac che ha riservato a Sarkozy un odio senza appello, ha detto riferita a Sarkozy che saranno “i francesi stessi ad andare a cercarlo”. E i pochi intimi presenti al 58esimo compleanno dell’ex presidente, il mese scorso, giurano di aver sentito il festeggiato che diceva: “On se reverra bientôt”.

    Queste parole suonano come una minaccia per François Fillon, ex premier già impantanato alle primarie di partito, che da tempo culla la speranza di un rilancio. Lunedì, in un’intervista al Monde, ha fatto capire di volersi candidare alle prossime presidenziali – si parla del 2017, ma c’è già un gran affollamento – perché sente di poter essere considerato “allo stesso livello” dell’ex presidente. Non ne era convinto fino a poco tempo fa, e infatti pensava di usare le elezioni a sindaco di Parigi dell’anno prossimo come trampolino. Ma ha cambiato idea, al punto di dichiarare che la capitale non deve diventare “il marciapiede” per una candidatura nazionale. L’espressione non è felice (ma sarà casuale?), visto che su quel marciapiede stanno già camminando due signore, due “sarkozette” come Rachida Dati, ex Guardasigilli caduta in disgrazia alla corte di Sarkozy, e Nathalie Kosciusko-Morizet, ex portavoce della campagna elettorale di Sarkozy (quella in cui ha perso). Ci saranno le primarie entro l’estate, le due signore promettono un regolamento di conti in perfetto stile sarkozista, molto rosa e molto pubblico, e comunque vada l’ex presidente sarà sempre al centro della scena. Perché su quel marciapiede si canticchia “Nicolas Sarkozy, reviens je t’en prie, viens nous sauver la vie”, il ritornello di una canzonetta lanciata sulla rete da un ragazzo monegasco: torna Sarkozy, ti prego, vieni a salvarci la vita.

    • Paola Peduzzi
    • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi