Alieni contro il satellite Nato
Forse neppure Grillo s’aspettava che finisse così, perché avere un sindaco al comune di Parma è un evento, passare il venti per cento alle elezioni politiche sembra un risultato storico, ma mettere in crisi i rapporti fra l’Italia, gli Stati Uniti e la Nato è decisamente un altro affare. Eppure è quel che accade in questi giorni a Niscemi, dove la giunta della regione siciliana sta bloccando la costruzione di una base radar americana che aveva già ricevuto il via libera da commissioni di tecnici e dal governo di Roma.
Forse neppure Grillo s’aspettava che finisse così, perché avere un sindaco al comune di Parma è un evento, passare il venti per cento alle elezioni politiche sembra un risultato storico, ma mettere in crisi i rapporti fra l’Italia, gli Stati Uniti e la Nato è decisamente un altro affare. Eppure è quel che accade in questi giorni a Niscemi, dove la giunta della regione siciliana sta bloccando la costruzione di una base radar americana che aveva già ricevuto il via libera da commissioni di tecnici e dal governo di Roma. La base doveva entrare a far parte della rete “Muos”, un sistema per il controllo dei satelliti che s’appoggia su quattro stazioni terrestri (le altre si trovano in Australia, in Virginia a sulle isole Hawaii). L’accordo fra le autorità americane e il governo risale al 2011, quando Ignazio La Russa era ministro della Difesa e Raffaele Lombardo sedeva sulla poltrona di governatore in Sicilia. I lavori hanno ricevuto il parere favorevole di Luigi Zanforlin e Patrizia Livreri, due specialisti che lavorano all’Università di Palermo.
Sulla carta il progetto è fermo ormai da qualche settimana: i consiglieri del Movimento 5 stelle hanno costretto la giunta a sospendere licenze e permessi con una campagna che è partita nelle piazze ed è arrivata sino ai banchi dell’Assemblea regionale. Prima sit-in, striscioni e cartelli con la scritta “No Muos”, poi mozioni e assenze studiate a tavolino per togliere all’Aula il numero legale. La base si trova in contrada Ulmo, una zona che è sottoposta alla tutela dell’Ue, ed è proprio questo il particolare che il Movimento 5 stelle ha sfruttato per ottenere lo stop dei lavori. In più, come accade spesso, ci sono studi oscuri sull’elettromagnetismo e ipotesi aperte sul rischio che i tumori aumentino insieme con il rischio di leucemia, con i casi di infertilità, con i pericoli per i pacemaker e per l’aeroporto che un giorno sarà costruito nella vicina Comiso. E’ un approccio che si è già visto altrove, è l’ennesima versione del principio conosciuto con il nome di “not in my backyard”: vogliamo i telefoni cellulari, la connessione a Internet senza fili dovrebbe essere un diritto universale, ma tenete i vostri ripetitori lontani dalle nostre case a schiera.
Insomma, nella contrada Ulmo di Niscemi non si combatte una battaglia temeraria contro la guerra o contro l’inquinamento, dato che la base non ospita caccia, droni o carri armati e che nessuno può dimostrare la pericolosità del sistema Muos. Così gli slogan più trasgressivi sono contro il “Golia americano” e le “mire espansionistiche di Washington”, ma anche quella è roba vecchia. Secondo Gianandrea Gaiani, l’esperto di affari militari che dirige la rivista Analisi Difesa, nella sugheriera di Niscemi è soprattutto la Sicilia a perdere: “Fare parte del sistema Muos significa avere una posizione strategica nei rapporti con gli alleati – dice Gaiani – Non bisogna dimenticare il valore dell’installazione e l’indotto positivo che verrebbe con la presenza di personale e di tecnologia di altissimo livello su quel territorio”.
A dire il vero la giunta ha usato soltanto le maniere buone con il blocco dei grillini. Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta del Pd, ha evitato lo scontro sinché ha potuto e poi ha deciso di seguire la campagna anti Muos: a Palermo si tratta di un passaggio decisivo nell’intesa fra il centrosinistra e il Movimento 5 stelle, un modello, se così si può chiamare, che Grillo in persona ha definito “una meraviglia”. Certo, la scelta di Crocetta risponde agli equilibri di Palazzo dei Normanni, probabilmente permette al governatore di mantenere la maggioranza senza chiedere aiuto al centro o al centrodestra, ma potrebbe essere difficile spiegare questa logica al governo – e per il governo sarà ancora più complicato discuterne con Washington.
All’inizio di febbraio l’Assemblea della regione ha convocato un vertice per discutere il problema e ha chiamato al tavolo anche i diplomatici dell’ambasciata americana, ma quelli hanno respinto l’invito senza fare complimenti. “Gli Stati Uniti hanno perso una buona occasione per confrontarsi”, ha detto il presidente della commissione Sanità, Pippo Digiacomo. Un mese fa il governo ha dichiarato la contrada Ulmo un sito di interesse strategico per la Difesa, e da Palermo hanno fatto sapere di essere pronti ad arrivare sino in fondo, sino alla Corte costituzionale, pur di averla vinta. Nelle ultime settimane alcuni hanno notato che i lavori a Niscemi non si sono mai fermati davvero. A quanto sembra gli americani non seguono troppo il modello siciliano: sono rimasti fermi alle strette di mano e agli accordi fra ministri.
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