Bigino di ufologia casaleggiana per capire cosa vogliono fare gli “alieni” della democrazia

Maurizio Stefanini

L’8 gennaio 1959 all’Avana, a una settimana esatta dalla fuga del dittatore Batista, mentre ventimila persone ascoltavano il suo discorso, due colombe volteggiarono all’improvviso su Fidel Castro, per poi posarsi l’una sul podio e l’altra su una sua spalla. “Obatalá! Obatalá!”, gridò la folla. Obatalá è l’orisha, il semidio, della Santeria: paragonato a Gesù Cristo, oltre che a san Giuseppe e a Nostra Signora della Misericordia, il cui simbolo sono le colombe. Il 7 febbraio del 2013 invece, per prestar fede a un video molto cliccato su YouTube, invece delle colombe regolamentari sarebbe stato un Ufo a sfrecciare sopra la testa di Beppe Grillo, che stava sbraitando a un comizio.

    L’8 gennaio 1959 all’Avana, a una settimana esatta dalla fuga del dittatore Batista, mentre ventimila persone ascoltavano il suo discorso, due colombe volteggiarono all’improvviso su Fidel Castro, per poi posarsi l’una sul podio e l’altra su una sua spalla. “Obatalá! Obatalá!”, gridò la folla. Obatalá è l’orisha, il semidio, della Santeria: paragonato a Gesù Cristo, oltre che a san Giuseppe e a Nostra Signora della Misericordia, il cui simbolo sono le colombe. Il 7 febbraio del 2013 invece, per prestar fede a un video molto cliccato su YouTube, invece delle colombe regolamentari sarebbe stato un Ufo a sfrecciare sopra la testa di Beppe Grillo, che stava sbraitando a un comizio. Mentre l’Oggetto Volante non Identificato gli volava sulla testa, Grillo stava promettendo “un reddito di cittadinanza, immediatamente. Un reddito di 900, 1.000 euro, vediamo quanto”. L’evento ha fatto in fretta a trasformarsi in fatto altamente simbolico, per un leader che dopo il successo elettorale è stato definito “un Ufo atterrato sulla politica italiana” alla testa di un esercito di “alieni in Parlamento”.

    Alieni, peraltro, tra i quali non mancherebbe qualche adepto della fede in E. T. e in altre Presenze da un’altra galassia, accanto a settari ed esoterici di tutte le risme: vegani, sbattezzati, antispecisti e propagandisti delle coppette mestruali. Per esempio, in Puglia nella lista dei Cinque stelle per la Camera c’era un Gennaro Iannotta che si presentava così: “Sono celibe e credo fortemente nei valori della famiglia. Sono cristiano cattolico e ho percorso per oltre dieci anni il cammino neocatecumenale. Sono contrario alla confusione dei ruoli tra il Vaticano e lo stato italiano. Sono appassionato di ufologia e fino a qualche tempo fa sono stato iscritto come collaboratore presso il Cun, Centro ufologico nazionale”. Forse l’interferenza di qualche mente superiore, ma non è stato eletto. Non è più deputato neanche Francesco Barbato, l’ex onorevole dell’Idv che, assieme al collega di partito Giuseppe Vatinno, aveva rivolto un’interrogazione per sapere se “l’Italia dispone di strutture delle Forze armate o di altri corpi dello stato dediti allo studio del fenomeno ufologico, se siano stati prodotti documenti e relazioni riservati in ambito nazionale o Nato, se infine, in Italia, si possa prevedere la creazione di una struttura dedicata munita dei requisiti di trasparenza pubblica”. Proprio Barbato sarebbe stato il primo “cordone ombelicale tra il M5s e la vita istituzionale”, per aver organizzato “una squadra di funzionari, alcuni già al lavoro nel gruppo dell’Idv, che possano sostenere i grillini fin dai primi giorni”. Ma c’è pure la senatrice di Latina Ivana Simeoni che dichiara: “Non siamo persone venute dal cielo, non siamo Ufo”.

    Neanche Gianroberto Casaleggio è un cultore di Ufo. “Pensai che fosse un genio del male o una sorta di san Francesco che, invece che ai lupi e agli uccellini, parlasse a Internet”, è il resoconto che dà Beppe Grillo del suo primo incontro col suo attuale guru. “Era un pazzo, pazzo di una pazzia nuova, in cui ogni cosa cambia in meglio grazie alla Rete”. “Ce n’è abbastanza per rinchiuderlo. E’ un individuo oggettivamente pericoloso e socialmente utile”. “Secondo Gurdjieff, la nostra principale illusione è crederci svegli, e il primo passo per l’acquisizione della consapevolezza è renderci conto che non siamo consapevoli”, è uno degli aforismi preferiti da Casaleggio. Di conseguenza la fantascienza cui fa riferimento non è quella bonaria di “E. T.”, ma quella gnosticheggiante e politicamente un po’ angosciante di “Matrix”. Un film “ambientato in un lontano futuro” dove “un uomo, Neo, considerato un novello messia, un eletto” a un certo punto “scopre che tutta la sua vita è stata un sogno virtuale, opera di un programma di una rete di computer, chiamato Matrix, che governa la Terra. Matrix tiene collegati a sé gli esseri umani attraverso i loro sensi sin dalla nascita, usandoli come fonte di energia. Le persone collegate vivono la vita predisposta per loro, mentre giacciono immobili fino alla morte. Neo, aiutato da Morfeo e da altri oppositori di Matrix, libera l’umanità”. Secondo Casaleggio, è questa la metafora della sua battaglia contro la stampa, paragonata anche alla battaglia di Martin Lutero contro la chiesa per il libero arbitrio.

    Uno studioso di nuove religioni come Massimo Introvigne obietta che Casaleggio più che un protestante è uno gnostico, di cui alla fine Grillo sarà costretto a “liberarsi”. Renato Mannheimer ne difese tempo fa lo “stile rivoluzionario” come un modo creativo per spiegare “la rivoluzione di Internet” con “immagini prese dal cinema, dalla letteratura, dalla mitologia”. La sua, però, è il tipo di Creazione che sembra aver bisogno di un’Apocalisse preventiva. Famoso il filmato di previsione della storia mondiale prossima ventura messo nel 2008 su YouTube. 2018: il mondo è diviso nei due blocchi della democrazia diretta con libero accesso a Internet a ovest, e della dittatura orwelliana con accesso limitato a Internet a est. 2020: Terza guerra mondiale. 2040: democrazia della Rete. 2054: ognuno avrà la propria identità in un network sociale e mondiale creato da Google e chiamato Earthlink. Lo stesso anno, ci sarà la prima elezione mondiale in Rete per un governo chiamato Gaia che abolirà società segrete, partiti politici, ideologie e religioni. “Dall’inizio degli anni Novanta siamo in viaggio nei diversi mondi di Internet senza sapere dove stiamo andando. Ma è una strada che siamo obbligati a percorrere. Il percorso è lungo e, al termine, forse ci aspetta il Paradiso”. E ancora: “Usiamo i nostri talismani, dissolviamo il sortilegio di Wasteland”. E’ una sua esortazione che paragona l’uso della Rete alla ricerca del Graal per dissipare la “terra desolata” seguita alla morte di Artù. “Camelot è rimasta nell’immaginario come comunità di persone libere, felici e determinate a rimanere tali. Re Artù regnava perché considerato il migliore. Camelot è un ottimo esempio per le società che vogliono emergere nella Rete”.