Mi piace il Papa povero, ho deciso che lascio tutto al Vaticano

Maurizio Milani

Perché non facciamo eleggere le nostre cariche istituzionali in Italia, Europa e nel mondo dal collegio cardinalizio? Penso che il risultato sarebbe se non migliore uguale. Di contro si risparmierebbero 26 mila miliardi di euro di spese elettorali. Questi denari potrebbero naturalmente essere destinati al Vaticano e alle missioni. Mi preme qui precisare che come indagato per reati contro la Pubblica amministrazione il fatto non sussiste. Anche per quanto riguarda il mio presunto coinvolgimento nel far installare i pannelli solari sui tetti dei 150 mila seminari diocesani cattolici nel mondo. Il fatto non costituisce reato.

    Perché non facciamo eleggere le nostre cariche istituzionali in Italia, Europa e nel mondo dal collegio cardinalizio? Penso che il risultato sarebbe se non migliore uguale. Di contro si risparmierebbero 26 mila miliardi di euro di spese elettorali. Questi denari potrebbero naturalmente essere destinati al Vaticano e alle missioni. Mi preme qui precisare che come indagato per reati contro la Pubblica amministrazione il fatto non sussiste. Anche per quanto riguarda il mio presunto coinvolgimento nel far installare i pannelli solari sui tetti dei 150 mila seminari diocesani cattolici nel mondo. Il fatto non costituisce reato. Anzi, sono contro tali incentivi di stato: tanti ragazzi che erano in seminario si congedano e vanno a fare gli installatori di pannelli solari. La colpa è di noi educatori: se non facevamo installare i pannelloni solari sui tetti i seminaristi non si sarebbero montati la testa abbandonando al terzo o quarto anno di Teologia per prendere gli incentivi dell’Unione europea e fare il corso per mettere giù le pale eoliche. Dispiace dirlo, ma basta una mela marcia nel cesto che guasta tante belle pere, pesche e susine (no ogm).

    Sì, ho deciso di lasciare tutto al Vaticano. Immobili, azioni, partecipazioni di un villaggio turistico e un ristorante a Cortina (per la verità a 35 km in linea d’aria da Cortina). I giorni appena trascorsi sono stati bellissimi. Mercoledì 13 è stato eletto il nuovo Papa. Erano le 19,30, stavo cenando, sento le campane suonare a festa. Capisco subito. Accendo RaiUno, il comignolo fumava bianco. Che bella l’attesa. Quasi subito arrivano sul sagrato diverse compagnie di militari, la banda dei carabinieri in testa, poi una compagnia di avieri e marinai, e anche finanzieri e pubblica sicurezza. Si sente l’inno di Mameli e la Fedelissima, mi viene la pelle d’oca. La Fedelissima è l’inno dei carabinieri, tutte le sere ci accompagnava intanto che implotonati uscivamo dalla caserma Cernia a Torino, scuola carabinieri ausiliari di Torino, 91° corso, anno 1982 (Mondiali di Bearzot).
    A dire la verità alla mattina c’era stato un falso allarme: ero in giro per Cotogno e sento le campane suonare a martello. Vedo un’amica: “Senti le campane?”. Lei: “Avranno eletto il Papa”. Corro a casa, accendo la tv, falso allarme. Non ho ancora capito adesso perché mercoledì alle 11 del 13 marzo le campane della chiesa parrocchiale di Cotogno suonavano così. Risponde il parroco: “Caro Carlo, c’era un matrimonio!”. Io: “Niente reverendo, mi scusi. Come sa sono molto emotivo, mi agito per niente”.
    Riprendo i ricordi della sera delle elezioni. E’ stato bellissimo vedere la finestra del balcone che si apre e sentir dire: “Habemus Papam” da un cardinale (Tauran) così dolce e un portamento così mite tanto che ho pensato: “Mi sarebbe piaciuto che a essere eletto Santo Padre fosse lui”. Appena sentito il cognome del cardinale, Bergoglio, ho pensato: “E’ un italiano”. Ero contento ma nemmeno tanto, qui la nazionalità non conta. La regia della Rai ha mandato un quadratino con la foto e la scritta “Cardinal Bergoglio, vescovo di Buenos Aires”. E’ stato tutto così bello che è difficile pensare a una regia non divina. Se avessi agito con logiche umane, per cui: primarie di coalizione, primarie di partito, votazione per il presidente del circolo, insomma tutto quello che noi conosciamo come democrazia diretta, non saremmo riusciti ad avere un Papa così.

    Provengo da una famiglia molto cattolica. Mia mamma mi ha insegnato a bagnarmi gli occhi quando suonano le campane alla mezzanotte di Pasqua. Mia nonna mi voleva prete. Io: “Nonna andrei volentieri a prete, ma non ho voglia di studiare”. Nonna: “Vai a frate!”. Io: “Perché, nonna, a frate non si studia?”. Nonna: “Si studia anche lì, ma un po’ meno. Poi ci sono quelli che rimangono fratelli e sono dispensati dagli studi, fanno l’orto e le erbe medicinali”. Io: “Ok nonna, ti faccio sapere”. Non sono più andato a trovarla per dieci anni. Quando l’ho rivista era diventata superiora generale delle suore laiche. “Carlo perché non vai a diacono?”. Io: “Nonna ci penso e ti faccio sapere”.
    E così sono diventato vaticanista del Foglio. Di storia della chiesa mi intendo ma fino a un certo punto, diciamo come un alunno bravo di terza media. Per la prima volta nella storia è stato indetto un quiz per tutti i vaticanisti accreditati al Conclave. Tutti i vaticanisti in forza ai vari giornali, televisioni e radio del mondo. C’era una scheda tipo concorsone. Non sapendo nessuna risposta ho chiesto a padre Lombardi se poteva interrogarmi orale. Come me lo hanno chiesto altri quattro vaticanisti. Si vedeva che erano un po’ strani, ma d’altronde non si può pretendere una conoscenza della storia dei papi come quella di Corrado Augias. Prima domanda: “Quando è stato il Concilio di Trento?”. Rispondo: “Nel 1850, qualche anno prima che i bersaglieri di Cadorna buttavano giù Porta Pia”. Esaminatore: “Mi sembra un po’ confuso come vaticanista”. Io: “Ok, non c’è problema, non mi offendo”. Risposta di un mio collega di un giornale dell’Alaska (che poi il giornale interpellato ha detto: “Non sappiamo chi sia quel tipo che a Roma si spaccia per nostro vaticanista”): “L’anno scorso ad Assisi! Però per adesso non hanno deciso niente. Rimane che comanda il Papa di Roma anche su altre confessioni cristiane”.

    A quel punto la Sala stampa vaticana ha diramato un comunicato a tutte le direzioni dei media. Ecco il contenuto: “Ringraziando per il prezioso lavoro svolto dai vostri cronisti durante e prima del Conclave, è cosa gradita che gli illustrissimi giornalisti denominati vaticanisti sappiano almeno che la Cappella Sistina non è opera di Botero. Come Sacra romana chiesa non chiediamo tanta intelligenza. Puntiamo molto sulla sapienza, però a tutto c’è un limite: si è presentato un vaticanista del Foglio e ha chiesto quanto è alta la statua di San Carlone ad Arona. Ma che domanda è? Lo insegnano in tutte le scuole d’Italia, e tutte le scolaresche sono andate in gita dal San Carlone. Tutti sanno che è 130 metri. Dispiace dirlo, ma è come se un calciatore di serie A non sapesse che l’arbitro non può segnare di testa a meno di deroga prefettizia. Nella storia del calcio la delega prefettizia è stata data solo due volte, ne ha beneficiato sempre l’Inter che ha vinto entrambe le partite con due gol di testa dell’arbitro.
    Santo Padre, sarebbe bello organizzare Oltretevere un G7 delle sette popolazioni meno potenti del pianeta. Ognuno vi porta un dono povero ma fatto con il cuore: i masai un po’ di frumento macinato, i boscimani qualche frutto tropicale, i pigmei i buoni prodotti derivati dal latte che fanno con tanto amore, gli eschimesi i prodotti del mare artico, eccetera. Noi da parte nostra da oggi ci impegniamo a fare un cabaret cattolico, dove chi esercita tale funzione è fedele anzi giura obbedienza al Santo Padre. Fermo restando che tutti i proventi del nostro lavoro verranno donati a opere di misericordia, ci piacerebbe essere insigniti del Cavalierato dell’ordine di Malta. Il mantello non c’è problema, lo compriamo noi. Ci scusi Santo Padre per questa debolezza terrena, e ci scusi anche se nel cabaret diremo un sacco di stupidaggini, però il lavoro è questo.

    Il mio primo Conclave è del 1978, penso fosse estate. Infatti ero al mare con mio zio. Lui continuava tutto il giorno: “Vince Siri! Vince Siri!”. Mio zio è sempre stato un sindacalista comunista, in quel Conclave, anche convertito dalla bontà di Papa Luciani diventò cattolico praticante. Adesso mio zio gioca tutto il giorno a bocce con il sacerdote in pensione che abita vicino a casa sua. Tanti in paese sono convinti che anche mio zio è un prete in pensione. A lui questo non dispiace. Dopo un mese la radio non trasmetteva più canzonette, solo musica triste. Quando moriva il Papa radio e televisioni trasmettevano musica sacra. Ecco, questo oggi manca. Però un attimo: Benedetto XVI è in salute e noi suoi fedeli gli auguriamo 150 anni di vita e salute. Papa Giovanni non l’ho conosciuto, ho visto tanti filmati, era veramente il Papa buono. Papa Karol ci ha portati per mano per 27 anni. Mi ricordo a Milano nell’estate 1983, era in visita pastorale, si era affacciato dalla finestra dell’arcivescovado. Un mio amico un po’ scettico è diventato cattolico da quella volta lì. A dir la verità cambiava spesso opinione. Da allora non l’ho più rivisto, non vorrei si sia fatto discepolo di qualche derivazione new age. Comunque come pecorella smarrita può essere ancora recuperata fissa.
    Per quanto riguarda i temi etici, Santo Padre, siamo molto confusi: tanti cattolici per difendere il matrimonio fanno autogol. Una signora in tv ha detto: “Poi questi bambini che hanno due padri o due madri vanno a scuola e gli altri bambini li scherzano”. Ma da che mondo e mondo i bambini scherzano i genitori degli altri: noi a scuola scherzavamo un bambino che suo papà sembrava suo nonno, altri scherzavano un bambino che suo papà lavorava al circo, un altro perché aveva la mamma bianca e il papà cinese. Quindi, nel dubbio, noi cattolici osserviamo il catechismo.

    Per quanto riguarda la fame nel mondo, finché le tribù che girano sull’altopiano dello Zambesi si ostinano a seminare e coltivare cereali che se va bene fanno un kg per ettaro, siamo sempre in ballo. Per quanto riguarda i commenti laici alla sua elezione, il più divertente è stato: “Finalmente un Papa argentino così si interesserà dell’estinzione dei ghiacciai della Patagonia”. Certo, il Papa è dispiaciuto per la salute dei ghiacciai e in generale per la Terra. Purtroppo il problema del vescovo di Buenos Aires era quello di far saltar fuori pranzo e cena ai tanti poveri che a lui si rivolgevano. Mi permetto di aggiungere: cari amici climatologi, il problema del restringimento dei ghiacci della Patagonia siete voi (siete in conflitto di interessi per via di libri e conferenze, quindi se i ghiacciai si allungassero sareste benissimo capaci di mettere in atto azioni per farli ritirare). Facciamo una moratoria internazionale: per 150 anni nessuno va a misurare i ghiacciai della Patagonia, poi vediamo se sono cresciuti o diminuiti. Inutile andare lì tutti i giorni a concorrere al riscaldamento. Perché, diciamola tutta, il principale motivo del riscaldamento globale è l’aviazione civile. Cosa facciamo, aboliamo gli aerei di linea? E i climatologi come fanno ad andare avanti e indietro tutte le settimane a misurare i ghiaccioli? Poi, parlo egoisticamente, ho già prenotato il biglietto per il concerto di Cristina Aguilera al Filaforum. Il giorno prima è a Helsinki. Cosa fa, viene a Milano in piroscafo? La darsena dei navigli è asciutta. Poi per aprire lo sbarramento che dal Ticino entri nel naviglio grande è chiuso, le chiavi dovrebbe averle un impiegato del comune che è irreperibile. Per cui non scherziamo: quest’inverno è nevicato e l’estate scorsa faceva caldo. Direi di accontentarci.

    Le finanze del Vaticano sono solidissime, le più solide di tutti gli stati dell’Onu messi insieme. Nelle biblioteche vaticane, solo il volume di Leonardo da Vinci dove c’è disegnato su l’elicottero, solo quello, vale come tutte le azioni di Facebook messe insieme. Il social network è stimato a Wall Street 1.500 miliardi di dollari. Il debito pubblico italiano è 2.000 miliardi (cambio dollaro-euro alla pari), per cui… Se ci aggiungi il diario di Antonio Pigafetta, valore stimato da Tele Market 500 miliardi a pagina (sono 1.200 pagine), il debito italiano, portoghese, cipriota e spagnolo è spianato fisso. Dispiace che dai Musei vaticani rimane fuori il mitico Esercito di terracotta. Se la Cina vuole donarlo, noi siamo disponibili. Anche a fare i custodi volontari nei musei. Per quanto riguarda Tele Market di Roncadelle, Brescia, è inutile che chiede di avere la licenza per vendere i quadri del Parmigiano. Non si vendono i quadri del Parmigianino urlando in tv alle 3 di notte, anche perché chi telefona sei sicuro che può spendere 75 milioni di euro per un quadretto 30x15?
    Santo Padre, per quanto riguarda i borseggiatori che si sono dati da fare in questi bellissimi giorni in piazza San Pietro, può dargli l’indulgenza?