Oggi un incarico al Pd

Napolitano ascolta tutti ma al testardo Bersani chiede numeri sufficienti

Salvatore Merlo

Malgrado l’insistenza pervicace di Pier Luigi Bersani, “intestardito” nel rivendicare per sé il diritto all’incarico e alla nomina, Giorgio Napolitano ha resistito e ieri ha messo Pd e Pdl nelle condizioni di riaprire i canali diplomatici: all’improvviso spira un refolo di trattiva e il Quirinale aspetta solo di intercettarne gli sviluppi, poi oggi pomeriggio parlerà e deciderà cosa fare. Il presidente della Repubblica ha completato ieri le consultazioni con le forze politiche e non prima di oggi pomeriggio conferirà un incarico la cui natura dipende però dai contatti notturni – e ancora molto cauti – appena avviati tra Pd e Pdl.

Cerasa “Grasso Koalition”

    Malgrado l’insistenza pervicace di Pier Luigi Bersani, “intestardito” nel rivendicare per sé il diritto all’incarico e alla nomina, Giorgio Napolitano ha resistito e ieri ha messo Pd e Pdl nelle condizioni di riaprire i canali diplomatici: all’improvviso spira un refolo di trattiva e il Quirinale aspetta solo di intercettarne gli sviluppi, poi oggi pomeriggio parlerà e deciderà cosa fare. Il presidente della Repubblica ha completato ieri le consultazioni con le forze politiche e non prima di oggi pomeriggio conferirà un incarico la cui natura dipende però dai contatti notturni – e ancora molto cauti – appena avviati tra Pd e Pdl. Una cosa è sicura, o quasi: con i suoi interlocutori il capo dello stato ha messo in chiaro di non voler nominare Bersani se, come sembra, attorno al segretario del Pd non si condensa una chiara maggioranza per governare: non ci sono i voti di Beppe Grillo. Napolitano lo ha spiegato anche a Silvio Berlusconi, almeno secondo quanto raccontato dal Cavaliere che ieri sera non si sbilanciava ma considerava realistiche due ipotesi: un mandato esplorativo (persino a Bersani) o un immediato incarico per un governo di coalizione con il Pdl (che voterebbe persino Bersani): “Tutto dipende dalla disponibilità del Pd”.

    Ma il partito appare diviso sul da farsi, con il segretario un po’ isolato. E infatti ieri sera, un minuto dopo l’uscita di un Bersani parecchio provato dal Quirinale, nel Partito democratico si è avviato un meccanismo di sicurezza. Alle venti il cellulare di Angelino Alfano, segretario del Pdl, da sempre considerato un interlocutore negli ambienti del centrosinistra, ha preso a squillare: dall’altra parte c’era Enrico Letta, il vicesegretario del Pd. Nelle orecchie di Alfano ancora echeggiavano le parole di Napolitano (che soprattutto ha parlato con lui): “Per riuscire dovete trovare tre o quattro punti di contatto” (al Cav. interessa la nomina del prossimo capo dello stato). E’ certo che Bersani (“mi rimetto alla saggezza del Quirinale”) non è riuscito a imporsi sull’anziano presidente che ha chiuso il lungo confronto con il segretario sospettandone l’intenzione remota di forzare verso elezioni anticipate.

    Cerasa “Grasso Koalition”

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.