Tutte dentro?

Annalena Benini

Tina Brown, direttrice di Newsweek e del Daily Beast, fondatrice e conduttrice del Forum Mondiale delle Donne che per il quarto anno consecutivo si è tenuto a New York, ha riunito un’altra volta tutte le donne più importanti, impegnate, intelligenti, coraggiose, belle e famose del mondo. Angelina Jolie, Hillary Clinton, Oprah Winfrey, Susan Rice, Meryl Streep, Christiane Amanpour, Eva Longoria, anche Sara Blakely (creatrice dello Spanx, la biancheria intima contenitiva che non lascia segni sotto i vestiti). Questa volta anche Brown ha lasciato il suo slogan, lo slogan dell’ultra perfetto potere femminile: “Lean on”, facciamo pressione: sui governi, sui consigli di amministrazione, sui tribunali, sulle persone, in India, in America latina, ovunque i diritti delle donne non siano rispettati.

    Tina Brown, direttrice di Newsweek e del Daily Beast, fondatrice e conduttrice del Forum Mondiale delle Donne che per il quarto anno consecutivo si è tenuto a New York, ha riunito un’altra volta tutte le donne più importanti, impegnate, intelligenti, coraggiose, belle e famose del mondo. Angelina Jolie, Hillary Clinton, Oprah Winfrey, Susan Rice, Meryl Streep, Christiane Amanpour, Eva Longoria, anche Sara Blakely (creatrice dello Spanx, la biancheria intima contenitiva che non lascia segni sotto i vestiti). Questa volta anche Brown ha lasciato il suo slogan, lo slogan dell’ultra perfetto potere femminile: “Lean on”, facciamo pressione: sui governi, sui consigli di amministrazione, sui tribunali, sulle persone, in India, in America latina, ovunque i diritti delle donne non siano rispettati. Tutto giustissimo, compresa la voglia di essere lì, sorridenti, a dettare la linea, senza lasciarsi scalzare dal “Lean in”, il facciamoci avanti di Sheryl Sandberg, la ceo di Facebook che spiega alle donne come polverizzare gli ostacoli e conquistare il potere, restando (apparentemente) una donna. Le solite pericolosissime migliori intenzioni hanno costruito questa sottile lotta fra modelli splendenti di leadership femminile: basta cambiare un suffisso per spiegare che sì, Sheryl Sandberg ha un punto di vista interessante ma incompleto, che funziona solo in luoghi in cui le donne sono abbastanza vicine a raggiungere i loro obiettivi, basta mandare a memoria l’implacabile decalogo ed è fatta. Tina Brown invece ha scelto di parlare a tutte, arrivare ovunque, e per questo ha inventato una specie di premio Oscar per ragazze, una grandiosa riunione del Rotary in cui spiegare a tutte come bisogna vivere e risplendere.

    E’ una bella egemonia, piena di battaglie giuste e di sorrisi che sembrano sinceri. Le manie di protagonismo, poi, non si capisce perché dovrebbero averle soltanto gli uomini. Allora cos’è che provoca il lieve senso di soffocamento di fronte a tutti questi manifesti di nuovo femminismo, tutte queste battaglie vinte e liste piene di cose da fare, obiettivi da raggiungere, tacchi su cui spiccare nella folla? “Le conquiste sociali non te le regala nessuno, vattele a prendere” è una regola saggia, ma a furia di regole, trucchetti, consigli per battaglie che da personali devono sempre diventare universali ogni tanto qualcuna si scoccia e dice che tra “in” e “on” sceglie l’“out”: occuparsi senza rimpianti dei propri adolescenti brufolosi al posto dei consigli d’amministrazione diventa all’improvviso tutto ciò per cui vale la pena lottare. Ma anche portare il cane dal veterinario, la mamma al cinema o decidere, semplicemente, che il catalogo non è questo, che non è necessario appartenere a un club di lottatrici per essere una donna – Sara Blakely ha promesso di inventare, oltre alle mutande magiche che tolgono una taglia, anche i tacchi a spillo indolori, è quindi evidente che si tratti di un club meraviglioso, ma fa un po’ spavento l’idea di fare a gara per chi incarni meglio il nuovo modello femminile di perfetta riuscita, successo, felicità e impegno (anche se, naturalmente, tutte dicono che non sono per niente perfette, e anzi guarda che terribili capelli, non sono un disastro?). Ci abbiamo messo migliaia di anni a raggiungere questo caos, non basterà la carica delle signore di successo a convincerci a mettere tutto in ordine.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.