Il buono e il cattivo

Di Natale è come Napolitano, Andujar è un problema a Catania

Sandro Bocchio

Come Giorgio Napolitano, vorrebbe andare in pensione. Come per Giorgio Napolitano, glielo potrebbero impedire. La situazione dell'Udinese è molto più stabile di quella italiana, ma prospettare un futuro senza Antonio Di Natale è come parlare male della mamma. A 1.400 chilometri di distanza, anche Mariano Andujar ha trovato la sua dimensione. A Catania, nella squadra più argentina d'Italia, dove papa Francesco è la nuova icona.

    Come Giorgio Napolitano, vorrebbe andare in pensione. Come per Giorgio Napolitano, glielo potrebbero impedire. La situazione dell'Udinese è molto più stabile di quella italiana, ma prospettare un futuro senza Antonio Di Natale è come parlare male della mamma. Perché appare un controsenso privarsi di gesti come quello che ha dato la vittoria sabato contro la Lazio, una sforbiciata complicata che solo l'attaccante bianconero sa invece addomesticare in un'esecuzione fluida e mortale. Altri costruiscono nel tempo, lui concretizza con naturalezza disarmante: più appare difficile, più Di Natale si diverte a provarci. Come faceva da ragazzino a Castello di Cisterna, nel solco che poco tempo prima aveva tracciato Vincenzo Montella, uno meno spettacolare ma da frequenze realizzative altissime. Il capitano dell'Udinese le ha scoperte in una terra che l'ha adottato immediatamente. Perché Di Natale è napoletano da silenzi, non dalla chiacchiera facile: uno del fare e non del dire, come amano essere descritti i friulani. E qui ha fatto, tantissimo: 153 reti in 292 partite, vale a dire più di una ogni due gare. Implacabile dal 2009: 29, 28 e 23. Quest'anno sono 18, se Di Natale ne segna altre due supera quota 20 per la quarta volta consecutiva, soltanto Gabriel Batistuta c'è riuscito nell'ultimo mezzo secolo. E lui, attaccante di provincia, a confrontarsi con grandissimi come Zlatan Ibrahimovic ieri ed Edinson Cavani oggi. In ritardo sui tempi, perché Di Natale ha compiuto 35 anni a ottobre, ma non per questo meno ricercato dei suoi più celebrati rivali. Nell'estate 2010 lo vorrebbe la Juventus, dove è arrivato Beppe Marotta per ricostruire. Lui ci pensa su bene, poi dice no. Per una questione di affetto, anche se il rapporto con i tifosi non è sempre lineare. Ma Udine è casa sua, Francesco Guidolin il suo allenatore, l'Udinese il suo bianconero: meno scudettato, ma da condurre per due volte in Champions League, beffandosi delle (presunte) grandi. Provando a inseguire un'altra volta l'Europa anche quest'anno. L'ultimo, forse.

    A 1.400 chilometri di distanza, anche Mariano Andujar ha trovato la sua dimensione. A Catania, nella squadra più argentina d'Italia, dove papa Francesco è la nuova icona. Arriva nel giugno del 2009 dall'Estudiantes, è uno vero, appena diventato portiere della Nazionale. Due campionati di buon livello, in una realtà che sta cercando di stabilizzarsi, poi il patatrac. Andujar in campo parla con il rendimento lineare, fuori del campo non si nasconde dietro le parole di prammatica. Il problema nasce quando lo fa con Pietro Lo Monaco, ad siciliano che non ammette contraddittorio: un litigio dopo Parma, a fine 2011, e Andujar diviene all'istante un ex, con ritorno in prestito all'Estudiantes. Un esilio, più che un divorzio definitivo. E le cose, nel frattempo, possono cambiare. Il portiere in estate rientra a Catania, Lo Monaco non c'è più, quello che potrebbe sembrare un momento di passaggio verso altre destinazioni si trasforma in definitività, quando Rolando Maran decide di puntare su di lui. Una fiducia ripagata, perché c'è anche il contributo di Andujar nell'ottima stagione del Catania. Fino al derby contro il Palermo, fino alla rete del pareggio di Ilicic a tempo scaduto. Hernandez sfotte il portiere, viene ricambiato da un calcetto, si intromette Barreto con una testata che scatena la furia dell'argentino per una rissa difficile da vedere anche su un campo di hockey su ghiaccio. Dalle parole ai gesti, un'involuzione più che un'evoluzione. Che potrebbe portare a una squalifica da conclusione anticipata del campionato. E spingere il Catania a riproporsi delle domande su Andujar.