Dolori turchi

Annalena Benini

Il dolore del giovane turco non è immediatamente visibile, perché Matteo Orfini non gesticola, non urla, non si strappa la camicia bianca (il bianco non deve mai essere accecante, meglio un bianco un po’ ingrigito dai lavaggi noncuranti) e nemmeno si nasconde. Nei giorni scorsi (la notizia è che il Pd ha raggiunto un accordo unanime nel definirli “una settimana terribile”) Orfini, neo deputato quasi quarantenne e dimissionario dalla segreteria del Pd era, unico e quasi ubiquo, in tutte le televisioni. Non per vanità, ma per un motivo perfino più semplice: “Non ci voleva andare quasi nessuno”, ha detto lunedì sera a “Piazza Pulita” di Corrado Formigli, e Bianca Berlinguer ridendo ha confermato.

    Il dolore del giovane turco non è immediatamente visibile, perché Matteo Orfini non gesticola, non urla, non si strappa la camicia bianca (il bianco non deve mai essere accecante, meglio un bianco un po’ ingrigito dai lavaggi noncuranti) e nemmeno si nasconde. Nei giorni scorsi (la notizia è che il Pd ha raggiunto un accordo unanime nel definirli “una settimana terribile”) Orfini, neo deputato quasi quarantenne e dimissionario dalla segreteria del Pd era, unico e quasi ubiquo, in tutte le televisioni. Non per vanità, ma per un motivo perfino più semplice: “Non ci voleva andare quasi nessuno”, ha detto lunedì sera a “Piazza Pulita” di Corrado Formigli, e Bianca Berlinguer ridendo ha confermato. Nessuno voleva mettere la faccia attonita o colpevole sotto questo sbriciolamento. Invece Orfini stava lì, con aria di orgogliosa contrizione dalemiana, assorbita negli anni da portavoce, anziano giovane dai molti “diciamo”, e rispondeva calmo: catastrofe, umiliazione, figura indecente. Senza muovere troppi muscoli facciali, ma con una specie di rassegnata autoironia che lo ha fatto sembrare fra i pochi ancora vivi. Archeologo e neo padre che vive al Tufello, serio anche quando ride, giovane di quelli mai stati giovani, quindi simpatico. Così, quando ha detto che intendeva sostenere la candidatura di Matteo Renzi alla presidenza del Consiglio (“dopo averlo contrastato, e non essendo d’accordo con lui su molte cose”, “l’idea che il liberismo sia di sinistra è una cretinata”), e che bisognava avere il coraggio di unirsi con questo nome per non morire, Orfini sembrava sincero (non era la puntura dello scorpione, come si dice nel suo ambiente).

    Disperato, appeso a un cornicione, smarrito ma sincero. Guardava la piazza, cioè i rappresentanti nello studio televisivo della società civile, che si sbracciavano infuriati e mostrava un solido e pacato sgomento. Guardava il video di Massimo D’Alema, che diceva: “Io non faccio attentati a Prodi, io porto a spasso il cane, arrivederci, l’intervista è finita” e forse avrebbe voluto abbracciarlo, unire due sprezzanti solitudini assalite e superate dalla realtà (Orfini scrisse un mattino su Twitter: “Abbiamo scelto Prodi. All’unanimità. Una bella notizia”, e fu la bella notizia di un mattino e basta). Ma anche la proposta di Renzi premier è durata lo spazio di una notte, ogni possibilità di cambiamento e ringiovanimento anziano è caduta. Il giorno dopo, alla direzione del Pd, Matteo Orfini ha parlato di “paletti a Napolitano”, si è astenuto nella votazione della mozione di pieno sostegno al presidente della Repubblica e ha descritto un candidato ideale che somiglia molto a Renzi ma senza nemmeno nominarlo perché “era inutile metterlo in mezzo”, visto che l’ipotesi non esisteva già più. Il nulla, quindi, anche per il giovane turco che aveva infine deciso di unire la sua pensosa giovinezza interiore a quella, troppo esibita, troppo allegra, di Renzi. Il destino è continuare ad andare in tivù a metterci la faccia, le occhiaie e il tranquillo sgomento per dire: figura ignobile. Senza il cane da portare a spasso, per il momento.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.