Gli smisurati

Annalena Benini

Hanno già girato la scena dell’arresto, a New York: nella foto scattata da una giornalista dell’Huffington Post americano si vede Gérard Depardieu, in manette, che viene accompagnato dalla polizia dentro l’auto che lo porterà in prigione. Bloccato in aeroporto con l’accusa di stupro di una cameriera d’albergo. Depardieu, in questo nuovo film di Abel Ferrara, è Dominique Strauss-Kahn: ex direttore del Fondo monetario internazionale, ex possibile nuovo presidente della Repubblica francese, ex marito di Anne Sinclair (che sarà interpretata da Jacqueline Bisset), ex uomo potente caduto all’inferno.

    Hanno già girato la scena dell’arresto, a New York: nella foto scattata da una giornalista dell’Huffington Post americano si vede Gérard Depardieu, in manette, che viene accompagnato dalla polizia dentro l’auto che lo porterà in prigione. Bloccato in aeroporto con l’accusa di stupro di una cameriera d’albergo. Depardieu, in questo nuovo film di Abel Ferrara, è Dominique Strauss-Kahn: ex direttore del Fondo monetario internazionale, ex possibile nuovo presidente della Repubblica francese, ex marito di Anne Sinclair (che sarà interpretata da Jacqueline Bisset), ex uomo potente caduto all’inferno. Potrebbe essere semplicemente un film sugli scandali sessuali e i poteri forti, come si scrive nelle didascalie, ma si spera invece che ci sia molto di più, la debolezza umana, l’autodistruzione, la carne viva che il corpaccione e la faccia di Gérard Depardieu portano sempre con sé. Lui, che ha dichiarato una personale guerra alla Francia, ha scritto una dura lettera al primo ministro che l’aveva definito “patetico”, e adesso è cittadino russo, ha detto di avere accettato perché “Strauss-Kahn non mi piace: è un po’ come tutti i francesi, arrogante e borioso”, e ha aggiunto: “Non è quello che è successo a non rendermelo simpatico. Ma è ciò che è lui, quando cammina, quando tiene la mani in tasca”.

    Gérard Depardieu, il simbolo francese della dismisura, detesta quest’altro esponente francese dell’eccesso e della violenza delle passioni, Dominique Strauss-Kahn. Perché Strauss-Kahn era uno dei potenti, mentre Depardieu uno degli ultimi, partito dai bassifondi (e spesso ripiombato laggiù, con voluttà). Ma Strauss-Kahn è caduto talmente in basso, nel maggio 2011, in quella suite del Sofitel, con il mondo intero che lo guardava (“un impazzito arrapato rugoso vecchio satiro ricco nudo fuori dal bagno che balza su di lei, è questo che desidera ogni giovane donna”, scrisse Maureen Dowd sul New York Times, quando non c’era nemmeno bisogno di fingersi garantisti), che Gérard Depardieu non potrà evitare di venire attirato da quella caduta. A New York, in prigione, e dopo, in Francia, con gli altri scandali che l’hanno travolto, le ex amanti che lo descrivevano ai giornali come un uomo “brutale”, la moglie che taceva e gli restava (non per sempre) accanto, criticata per questo dalle femministe, la politica che lo espelleva da tutte le stanze, DSK è diventato l’appestato. A Depardieu, per quanto abbia in antipatia i francesi e la loro grandeur, gli appestati piacciono, ci ritrova i suoi abissi. Ha detto che non vuole “entrare troppo dentro il personaggio”, ma non potrà evitarlo perché c’è troppo buio da guardare. Abel Ferrara ha detto in un’intervista: “Ciò che mi ha attirato è l’evento in sé, così shakespeariano. Stiamo parlando di un milionario, un tizio che stava per diventare il presidente della Francia! E che si lancia in questo casino, e finisce in prigione. E quando esce deve affrontare sua moglie, guardarla negli occhi, una donna che è stata nella sua vita per vent’anni”.

    Depardieu, che si è lanciato dentro molti altri casini, è legato a DSK (anche se lo disprezza) dall’ossessione per lo sbaglio e per i disastri, dall’inciampo. “Sono uno di voi”, dice a tutti gli imperfetti, a tutti gli interrotti. Finirà, suo malgrado, per nobilitare Strauss-Kahn, regalandogli la sua faccia e il suo senso grandioso della debolezza umana.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.