Ce la faremo?
Niente mistica dell'Anno zero
Ce la faremo? Di grazia perché mai la prima persona plurale? Cos'è, improvvisa empatia civile? Irreprimibile desiderio di pacificazione, senso della drammaturgia perché è avvincente l'unità di luogo anche se, hitchcockianamente, stare nella stessa barca è momento di massima angoscia e nell'ombra c'è per forza un sabotatore? Ho sempre preferito battaglie politiche aperte, conflitti chiari, meglio ancora se frontali, allora pensavo che il compromesso storico fosse una iattura per tutti e così fu. Non cederò dunque alle sirene di una sua riproposizione in sedicesimo: che il governo e la maggioranza tengano mi è indifferente: non mi attendo nulla e nulla si attendono i pochissimi amici rimasti.
Ce la faremo? Di grazia perché mai la prima persona plurale? Cos’è, improvvisa empatia civile? Irreprimibile desiderio di pacificazione, senso della drammaturgia perché è avvincente l’unità di luogo anche se, hitchcockianamente, stare nella stessa barca è momento di massima angoscia e nell’ombra c’è per forza un sabotatore? Ho sempre preferito battaglie politiche aperte, conflitti chiari, meglio ancora se frontali, allora pensavo che il compromesso storico fosse una iattura per tutti e così fu. Non cederò dunque alle sirene di una sua riproposizione in sedicesimo: che il governo e la maggioranza tengano mi è indifferente: non mi attendo nulla e nulla si attendono i pochissimi amici rimasti. Enrico Letta è giovane, brillante, competente, pure simpatico e fa parte come le mie figlie della generazione Erasmus: ma non credo possa influire sulla mia vita futura, se starò leggermente meglio, leggermente peggio oppure se schiatterò irrimediabilmente. Siccome dietro un’opinione c’è sempre un’anima di materia, non possiedo beni né mobili né immobili, lavoro poco, guadagno poco, pago poche tasse, ho consumi molto flessibili sia verso l’alto che verso il basso: chiunque è in queste condizioni, può guardare da lontano il destino di un governo, di qualsiasi governo. Non saremo milioni ma centinaia di migliaia sì, in parte figli della proletarizzazione dei ceti medi che è anche questa una sorta di decrescita. A memoria, ricordo di aver visto il paese progredire e regredire e progredire di nuovo sempre senza attendersi troppo dallo stato e dall’azione di governo: anzi a volte malgrado loro. Andreotti era solito dire che nessun problema resiste all’assenza di soluzione, è il cinismo in politica ma per mezzo secolo ha funzionato. Perché allora questa improvvisa attesa, questa ansia da prestazione governativa?
Perché sognare che saremo di colpo diversi solo perché paritariamente seduti a remare nella stessa direzione? A guardare in giro, non è che poi si vedano tutti questi grandi abbracci, ovunque c’è metà politica che governa e metà che si oppone. E non si stagliano all’orizzonte imprese così grandi da aver bisogno di un cantiere comune. La mistica dell’Anno zero è scomparsa persino dalla politica di Obama, la Francia è al palo, la Spagna e la Gran Bretagna anche: il paese virtuoso per eccellenza, la Germania, insegnerebbe semmai che è più giudizioso fare tante piccole cose sotto traccia a tempo debito che grandi annunci in pompa magna e in ritardo. Questo di Enrico Letta è governo da acque basse e chete: difficile che possano anche essere molto pescose. Fosse un governo normale nato per volontà popolare, diremmo che lo “istato di grazia” è finito, lo smalto iniziale già appannato, un po’ come il Prodi dell’autunno 2006. Ma siccome è governo eccezionale nato in condizioni eccezionali, l’auscultazione consiglia prudenza: si riscontra battito lento e regolare, nessun affanno, al mezzo annuncio segue una mezza pausa e poi si vedrà, è cuore d’atleta, se non da fondista da mezzofondista. Durerà dunque. Più difficile che passi alla storia. Perché questo accada, e si rafforzi l’idea soggiacente di scomporre i partiti esistenti e ricomporli altrimenti, occorrerà una congiunzione astrale che nemmno ogni cento anni. Ci vorrà ad esempio che Berlusconi accetti nella forma se non nello spirito le sentenze della magistratura: non cambiano nulla nella sua storia personale e non modificano in nulla, anzi, l’idea che si sono fatti gli italiani. Ci vorrà che il Pd si dia non un segretario ma un leader: che vada per circoli e sezioni, prenda per le orecchie gli Occupy Pd e spieghi loro alcune verità elementari, che il neoliberismo non è una infausta parentesi, che non è più tempo di narrazioni collettive e manifestazioni alticce per il bene comune, che il capitalismo è sì feroce ma altro non c’è, che l’ideologia del chilometro zero potrà piacere al professor Becchi e a Carlin Petrini ma è l’autostrada verso la povertà generalizzata, infine che ci si difende proteggendo il lavoratore non il posto di lavoro, che le imprese decotte sono decotte e vanno chiuse. Che anzi è cosa buona e giusta far diminuire drasticamente il numero di persone incatenate a un lavoro per cui non si ha nessuna passione. Questo sì che sarebbe la Sublime Porta, l’incantamento che aspetto da anni e che ancora non provo. Non credo che saranno Letta e il suo governo a farmelo provare.
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