Consumi fissi

Pubblichiamo l’intervento di ieri di Milani M. in occasione della cerimonia di revoca della sua laurea in Scienze economiche. Diploma di laurea conseguito nel 1985 all’università di Firenze. La cerimonia si è svolta al museo dell’Uomo primitivo di Milano, il museo meno visitato al mondo. Inizio del bel ragionamento. Le banche fanno bene, anzi benissimo a non prestare soldi alle imprese. Non per mancanza di rispetto o razzismo, ma perché le banche devono stare “liquide” per poter pagare le pensioni. I nonni con tali proventi mantengono i nipoti a studiare le farfalle all’università.

Capitolo 2°: L’origine della crisi economica e finanziaria (del pianeta). Dispiace dirlo ma la colpa è della Banca centrale africana. Ai summit mondiali prima nemmeno partecipava. Adesso vuol sempre dire la sua e mette il veto su tutto. All’ultimo incontro ho detto al governatore della Banca centrale africana: “Amici banchieri africani, invece di parlare di derivati e prodotti finanziari strutturati, cominciate a distribuire le biro per compilare i libretti degli assegni ai vostri correntisti. Non dico a tutti ma almeno al 10 per cento. Che poi mi risulta che alcuni hanno le biro e non il libretto degli assegni per cui siamo ancora fermi ad Annibale e compagnia cantante. Anche la capillarità degli sportelli bancari è importante. Non è possibile che un contadino di angurie del Mali abbia la più vicina banca a 400 miglia da dove coltiva gli angurioni. Poi magari quando arriva in banca l’impiegato è a fare il bagno nella piscina dell’Hotel Continental, hotel di proprietà di mio zio latitante.

3° capitolo: Incentivare da parte dei governi politiche di inclusione nelle attività produttive. Rispondo volentieri come economista buttato fuori dall’Ordine dei commercialisti di Parma: “E cosa dovremmo fare? Far entrare nel consiglio di amministrazione quelli che non hanno mai avuto voglia di lavorare, solo perché spaccano fuori tutto e si lamentano che c’è la fame nel mondo?”. Fate come volete. Io vado in Costa Azzurra a cenare su un terrazzo vista mare.
Capitolo moneta unica (tornare indietro?). Dispiace dirlo ma la banconota da 5 euro falsificata più male nella storia l’ho beccata io. Non so dove. Comunque era falsificata così male che era impossibile non accorgersi che era taroccata. Era più corta di 3-4 cm. Era più bassa di 1 cm. Era su una carta da fotocopia. Era impossibile riceverla come resto e non accorgersi che quel 5 euro era falso. Gli inquirenti non sono convinti della mia versione. Anche perché nel 1995 mi trovarono diverse banconote da 10.000 lire false. Per cui, non per vantarmi, ma sono recidivo. Reato: spaccio e contraffazione di banconote false ma nemmeno tanto. Per quanto riguarda l’intervento del governatore Draghi in merito ai premi che le banche devono sostenere per il rischio… Sono d’accordo. Questi premi sono così alti che ci conviene tutti mettere il gonnellino di paglia e far perdere le tracce nella foresta della Amazzonia. Poi qualche tribù ti trova, e nel mio caso facendo il cretino alla sera divento il pioniere del cabaret amazzonico. Che è il primo passo per indurre (con un trucco) queste popolazioni a uniformarsi agli usi e costumi del primo mondo. Champagne, caviale, ballerine da cabaret, fidanzamenti con ballerine, rapine per avere soldi per regalare alla ballerina collana di perle ecc. Da lì parte il sistema dei larghi consumi, il più bello.

Ma poi, uscire dall’euro per introdurre cosa, lo scellino ugandese? Per me avete fatto bene a revocarmi la laurea in Economia. Non avendola mai usata, adesso non ricordo più niente. Nemmeno come si calcola l’interesse sulla rata di una lavatrice che si rompe entro la prima settimana. Fai prima a prenderne una nuova.