Jolie a pezzi

Annalena Benini

Marilyn Monroe rappresenta la relazione amorosa di ogni uomo con l’America, scrisse Norman Mailer: lei era l’angelo del sogno americano, “con la voce pulita come tutti i cortili americani puliti”, era il nuovo amore, il tormento, le lenzuola disfatte. Angelina Jolie è l’evoluzione di quel sogno, è la donna più bella del mondo che diventa anche il modello di una vita speciale ma perfetta, con le tendine alle finestre e la decisione scioccante di controllare tutto. Lei è la ribellione e la dannazione (di grande successo) che incontra l’amore, e l’amore è Brad Pitt, un altro pezzo di sogno: con lui Angelina diventa la madre e la donna americana speciale, la diva irraggiungibile ma mossa da umanissimo amore.

    Marilyn Monroe rappresenta la relazione amorosa di ogni uomo con l’America, scrisse Norman Mailer: lei era l’angelo del sogno americano, “con la voce pulita come tutti i cortili americani puliti”, era il nuovo amore, il tormento, le lenzuola disfatte. Angelina Jolie è l’evoluzione di quel sogno, è la donna più bella del mondo che diventa anche il modello di una vita speciale ma perfetta, con le tendine alle finestre e la decisione scioccante di controllare tutto. Lei è la ribellione e la dannazione (di grande successo) che incontra l’amore, e l’amore è Brad Pitt, un altro pezzo di sogno: con lui Angelina diventa la madre e la donna americana speciale, la diva irraggiungibile ma mossa da umanissimo amore. Sei figli insieme, di cui tre adottati in ogni parte del mondo, e poi le battaglie umanitarie, le visite nei campi profughi, i viaggi per le Nazioni Unite, senza mai coltivare, ma nemmeno perdere, quella luce hollywoodiana che la accarezzava fin da bambina e rendeva evidente al mondo che Angelina era fatta di una materia diversa da quella degli esseri umani.

    Adesso, con la confessione sul New York Times, “ho preso la decisione di avere una doppia mastectomia preventiva”, Angelina Jolie diventa più vicina, perché toccata dal dolore e dall’imperfezione dei geni dentro una donna perfetta, ma ancora più sovrumana. Perché ha deciso di privarsi di una parte di sé (nel suo corpo glamour da diva) per battere la paura, la sfortuna, il destino (esiste?): ha fatto la scelta (esagerata o saggia? certamente moderna e determinista) di intervenire sulla propria vita e di battersi contro una probabilità. E’ andata sotto i ferri, sana, a trentasette anni, madre, per quel gene difettoso che secondo i medici aumentava fino all’ottantasette per cento il rischio di ammalarsi di cancro al seno (e magari morirne, come sua madre che fece in tempo a prendere in braccio soltanto il primo nipote), si è sottoposta a una procedura medica durata tre mesi, a un’operazione di otto ore, a un risveglio in un mondo diverso, con un corpo diverso e i tubi dappertutto (“ci si sente come nella scena di un film di fantascienza”) e alla ricostruzione del seno, poche settimane fa (nel frattempo è riuscita ad andare al G8 a Londra a parlare delle donne stuprate). E adesso ha raccontato al mondo, invitando all’emulazione, che si può controllare molto e che il suo incubo ha solo il cinque per cento di possibilità di realizzarsi. “Posso dire ai miei figli che non devono temere di perdermi per un cancro al seno”.

    Si sente ancora più forte e soprattutto “mi sento ancora una donna”. L’icona delle scelte coraggiose, la donna più sexy del mondo spiega alle altre donne che si resta sexy e femminili anche con quelle “piccole cicatrici” e con il seno asportato e poi ricostruito (non ha tralasciato, nel suo racconto, nemmeno i capezzoli, con il dolore e i lividi successivi). Come Samantha in “Sex and the City”, la più disinibita delle amiche, che lancia dal palco di una serata di beneficenza la parrucca che indossa a causa della chemioterapia, e provoca la liberatoria imitazione di tutte le donne presenti, anche loro costrette sotto le parrucche, anche loro in lotta contro il cancro al seno, così Angelina Jolie ha lanciato la storia del suo seno (che apparteneva di diritto al sogno americano) nel mondo della paura, dell’attesa della malattia e della determinazione a prevenirla, anche tagliandosi a pezzi per sentirsi più sicuri. Angelina Jolie ha polverizzato i sogni, perché ha afferrato l’incubo ancora prima che l’incubo decidesse se realizzarsi o no (e senza sapere se tutto questo basterà a metterla al riparo dai rischi della vita).

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.