L'eterna guerra degli okies contro i tornado
“Da una parte c’è il Golfo del Messico, da cui viene aria calda e umida. Dall’altra le Montagne Rocciose, da cui viene aria fredda e secca. In mezzo le Grandi Pianure degli Stati Uniti. E' questo il contesto geografico in cui si formano i tornado. Il contrasto tra aria calda e fredda determina le supercelle, con venti in rotazione che salgono lungo le nubi”. Il metereologo dell’Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima presso il Dipartimento Terra e Ambiente del Cnr, Andrea Buzzi, spiega così al Foglio le ragioni della formazione del tornado che oggi è tornato a colpire lo stato dell'Oklahoma (ce ne sono stati 41 negli ultimi 117 anni) nonché i rischi a cui sono sottoposte tutte le pianure che si trovano tra mare e montagne.
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“Da una parte c’è il Golfo del Messico, da cui viene aria calda e umida. Dall’altra le Montagne Rocciose, da cui viene aria fredda e secca. In mezzo le Grandi Pianure degli Stati Uniti. E' questo il contesto geografico in cui si formano i tornado. Il contrasto tra aria calda e fredda determina le supercelle, con venti in rotazione che salgono lungo le nubi”. Il metereologo dell’Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima presso il Dipartimento Terra e Ambiente del Cnr, Andrea Buzzi, spiega così al Foglio le ragioni della formazione del tornado che oggi è tornato a colpire lo stato dell'Oklahoma (ce ne sono stati 41 negli ultimi 117 anni) nonché i rischi a cui sono sottoposte tutte le pianure che si trovano tra mare e montagne.
“Anche la Val Padana è colpita dalle trombe d’aria. In Emilia ce n’è appena stata due settimane fa. Anche la Versilia e le Puglie sono a rischio, sebbene in stagioni diverse. Ma quanto più le montagne sono alte, il mare e caldo e la pianura è vasta, tanto più il fenomeno è devastante”. L’Oklahoma, in effetti, oltre ai tornado, ha avuto negli ultimi 53 anni anche 17 uragani, sebbene i due fenomeni non vadano confusi. L’uragano nasce in mare, è più esteso, ma ha meno forza concentrata. “Nel tornado i danni sono provocati dal vento, nell’uragano tipicamente dalle alluvioni”, ci spiega ancora Buzzi. Assieme all’Oklahoma, anche altri stati delle Grandi Praterie, tra 1931 e 1939, furono colpiti da una serie di grandi tempeste di sabbia denominate Dust Bowl, “conca di polvere”. Gran parte dei campi furono desertificati, e tra i 300 e i 400.000 dei 2,3 milioni di abitanti furono costretti a emigrare, soprattutto in California. Proprio le canzoni del menestrello folk Woodie Guthrie e il romanzo di John Steinbeck “The grapes of wrath”, portato al cinema da John Ford e conosciuti libro e film in italiano come “Furore”, hanno per oggetto la dolente odissea di questi “okies”, come furono ribattezzati i nativi dell'Oklahoma.
Riferimenti alle calamità naturali tipiche delle zone statunitensi si ritrovano anche nel “Mago di Oz” che inizia con il tornado che porta via la protagonista dal suo paese d'origine, il Kansas. Famosa è anche la definizione "Tornado Alley" con la quale i giornali americani indicano la zona fra grandi pianure, montagne rocciose e appalachi, che comprende in tutto o in parte ben 17 stati. D'altronde l'abitudine a convivere con i tornado fa sì che ci sia addirittura una forma di turismo a essi legato. “Ci sono già agenzie italiane che stanno organizzando tour per visitare le zone del tornado”, spiega Buzzi al Foglio. “E conosco colleghi per arrotondare a questi tour collaborano come consulenti o addirittura guide. Anche se io personalmente non lo consiglierei”. Mentre ci racconta come in Oklahoma vi siano i migliori centri di studio del fenomeno al mondo, Buzzi ci ricorda anche il film del 1996 “Twister”. La storia di una “cacciatrice di tornado” che assieme all’ex-marito metereologo e a una bizzarra squadra di “cacciatori di tempeste” (storm-chasers) cerca di infilare all’interno di un tornado (twister, in inglese), uno speciale strumento scientifico le cui informazioni permetteranno di elaborare piani di emergenza più efficaci.
Eppure, proprio di questi piani di emergenza sembra esservi stata carenza, a vedere il numero delle vittime. Buzzi stesso, guardando i filmati, dice di aver avuto l’impressione di strutture “non più solide dei capannoni crollati per il terremoto in Emilia”. Come è stato possibile, in uno stato dove secondo le statistiche c’è un tornado ogni tre anni? “Forse queste statistiche ingannano, perché applicate su aree vaste. E' possibile che in un’area determinata in realtà non vi sia un evento catastrofico più frequente di una volta ogni cinquant’anni. Abbastanza da far perdere la memoria alla generazione successiva”, è la risposta del metereologo.
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