Espansione monetaria
L'asse tra Bernanke e Kuroda stringe Draghi. Crisi d'identità europea
“L’inflazione? Semmai è un po’ troppo bassa”. La dichiarazione di Ben Bernanke, ieri di fronte al Congresso, deve aver fatto ribollire il sangue a Jens Weidmann, presidente della Bundesbank che domenica scorsa, in un’intervista alla Bild, aveva messo in guardia dai rischi inflazionistici di un costo del denaro vicino a zero e di un eccesso di liquidità. Le due sponde dell’Atlantico non potrebbero essere più lontane. La Federal Reserve continuerà a stampare moneta e aspetta di leggere gli ultimi dati sulla congiuntura prima di decidere se rallentare il Quantitative easing; l’exit strategy però non sembra vicina e le Borse salgono.
“L’inflazione? Semmai è un po’ troppo bassa”. La dichiarazione di Ben Bernanke, ieri di fronte al Congresso, deve aver fatto ribollire il sangue a Jens Weidmann, presidente della Bundesbank che domenica scorsa, in un’intervista alla Bild, aveva messo in guardia dai rischi inflazionistici di un costo del denaro vicino a zero e di un eccesso di liquidità. Le due sponde dell’Atlantico non potrebbero essere più lontane. La Federal Reserve continuerà a stampare moneta e aspetta di leggere gli ultimi dati sulla congiuntura prima di decidere se rallentare il Quantitative easing; l’exit strategy però non sembra vicina e le Borse salgono. La Banca del Giappone si muove sulla stessa linea, ma è più radicale. Ieri il governatore Haruhiko Kuroda ha confermato la politica ultraespansiva, che sta avendo effetti molto efficaci sia sulla finanza sia sulla produzione (l’ha confermato anche Bernanke). Tra l’uno e l’altro sta Mario Draghi, presidente Bce. Nonostante le resistenze tedesche, ha seguito una politica accomodante e ha detto che continuerà a farlo. Nemmeno in Europa ci sono problemi d’inflazione, qui la disoccupazione è troppo alta e, a differenza dagli Stati Uniti, l’economia resta in recessione. Ieri si è riunito il consiglio direttivo Bce, ma eventuali decisioni di politica monetaria verranno prese il 6 giugno. Il governo tedesco, intanto, alla vigilia del mini vertice europeo su evasione fiscale ed energia, ha continuato ad agitare le acque con la sua proposta di riforma dei trattati. Berlino vuole un’unificazione delle politiche fiscali come pendant e sostegno dell’Unione bancaria; vuole procedere verso un assetto federale cominciando dalle finanze e dalla vigilanza bancaria sotto la Bce. La Bce, così, sarebbe affiancata da un eurogruppo trasformato. E’ una sfida anche per i paesi del sud, Italia compresa: sono pronti a entrare o staranno in una fascia intermedia di questa Europa a più strati?
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