Dire cosa (come?)

Marianna Rizzini

Più la comunicazione si fa incomunicabile per volere dei supremi comunicatori, più c’è bisogno di comunicare il comunicabile per non vedersi mal comunicati. Vito Crimi e la “black list” di cronisti da censurare

Più la comunicazione si fa incomunicabile per volere dei supremi comunicatori, più c’è bisogno di comunicare il comunicabile per non vedersi mal comunicati. E più ci si impone di comunicare solo il comunicabile, deciso dai supremi comunicatori, più la comunicazione incomunicabile, nel senso di non-comunicabile (pena la scomunica), diventa imprescindibile.

 

Come comunicare, dunque?, si devono essere infine chiesti i componenti a cinque stelle dello staff Comunicazione della Camera, scelti sulla fiducia dai supremi comunicatori Grillo & Casaleggio e autori di una mail riservata, finita su Europa e poi su tutti i giornali, in cui si consigliava vivamente ai deputati del M5s di avvalersi dell’accompagnamento del suddetto staff durante le interviste (alternativa: fare l’intervista direttamente nell’ufficio dello staff, per “giocare in casa” e poter essere “registrati”) o evitare l’intervista, per non parlare del colloquio “off”, grazie alla segnalazione degli 007 dislocati sul terreno (Transatlantico e atrio della Camera): uomini capaci di mimetizzarsi dietro alla carrellata di cappotti appesi nel corridoio, per riconoscere da lontano, magari con l’ausilio di foto segnaletica, la sagoma del giornalista “in malafede” o “inaffidabile”.

 

Sembra uno scherzo, non lo è, e ieri anche Vito Crimi, capogruppo al Senato e quindi non direttamente toccato dalle parole dei comunicatori della Camera (a ognuno la sua incomunicabilità), è dovuto intervenire per smentire l’esistenza di una “black list” di cronisti con cui non-comunicare, probabilmente quelli che un attivista non grillino, alla conferenza stampa grillina sul tema “quorum zero”, ieri voleva interrogare (“riassumeteci che cosa abbiamo detto, vediamo se avete seguito”).

 

Risultato: rendere più che mai incomunicabile il motivo della riunione (“quorum zero”, chi era costui?). Inutile, a quel punto, comunicare il comunicabile su altro argomento (“non escludiamo di consultarci con la rete” sul maggioritario o proporzionale, diceva Crimi), ché la comunicazione scomunicata aveva già fatto il suo scatto d’orgoglio, e molti eletti comunicavano di voler comunicare non scomunicati (“la mail dello staff Comunicazione non è normale”, diceva uno di loro). Grillo non c’era, ma chissà che cosa avrebbe detto Grillo, quando faceva il comico, del groviglio inestricabile di comunicazione incomunicabile (da scomunicare?).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.