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Dire cosa (come?)
Più la comunicazione si fa incomunicabile per volere dei supremi comunicatori, più c’è bisogno di comunicare il comunicabile per non vedersi mal comunicati. Vito Crimi e la “black list” di cronisti da censurare
Più la comunicazione si fa incomunicabile per volere dei supremi comunicatori, più c’è bisogno di comunicare il comunicabile per non vedersi mal comunicati. E più ci si impone di comunicare solo il comunicabile, deciso dai supremi comunicatori, più la comunicazione incomunicabile, nel senso di non-comunicabile (pena la scomunica), diventa imprescindibile.
Come comunicare, dunque?, si devono essere infine chiesti i componenti a cinque stelle dello staff Comunicazione della Camera, scelti sulla fiducia dai supremi comunicatori Grillo & Casaleggio e autori di una mail riservata, finita su Europa e poi su tutti i giornali, in cui si consigliava vivamente ai deputati del M5s di avvalersi dell’accompagnamento del suddetto staff durante le interviste (alternativa: fare l’intervista direttamente nell’ufficio dello staff, per “giocare in casa” e poter essere “registrati”) o evitare l’intervista, per non parlare del colloquio “off”, grazie alla segnalazione degli 007 dislocati sul terreno (Transatlantico e atrio della Camera): uomini capaci di mimetizzarsi dietro alla carrellata di cappotti appesi nel corridoio, per riconoscere da lontano, magari con l’ausilio di foto segnaletica, la sagoma del giornalista “in malafede” o “inaffidabile”.
Sembra uno scherzo, non lo è, e ieri anche Vito Crimi, capogruppo al Senato e quindi non direttamente toccato dalle parole dei comunicatori della Camera (a ognuno la sua incomunicabilità), è dovuto intervenire per smentire l’esistenza di una “black list” di cronisti con cui non-comunicare, probabilmente quelli che un attivista non grillino, alla conferenza stampa grillina sul tema “quorum zero”, ieri voleva interrogare (“riassumeteci che cosa abbiamo detto, vediamo se avete seguito”).
Risultato: rendere più che mai incomunicabile il motivo della riunione (“quorum zero”, chi era costui?). Inutile, a quel punto, comunicare il comunicabile su altro argomento (“non escludiamo di consultarci con la rete” sul maggioritario o proporzionale, diceva Crimi), ché la comunicazione scomunicata aveva già fatto il suo scatto d’orgoglio, e molti eletti comunicavano di voler comunicare non scomunicati (“la mail dello staff Comunicazione non è normale”, diceva uno di loro). Grillo non c’era, ma chissà che cosa avrebbe detto Grillo, quando faceva il comico, del groviglio inestricabile di comunicazione incomunicabile (da scomunicare?).
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