Meglio di Carlà

Annalena Benini

Ha urlato “stronza”, in italiano, alla critica cinematografica del Times di Londra e se n’è andata a metà intervista, scrive il Times. La critica ha comunque dato tre stelle su cinque al suo film, “Un château en Italie”, in concorso a Cannes. Valeria Bruni Tedeschi, attrice e regista, sorella di Carla Bruni Sarkozy, aveva precisato che non avrebbe accettato domande sull’ex fidanzato (recita con lei nel film, Louis Garrel, trent’anni) e sull’emozione di essere l’unica donna a Cannes.

    Ha urlato “stronza”, in italiano, alla critica cinematografica del Times di Londra e se n’è andata a metà intervista, scrive il Times. La critica ha comunque dato tre stelle su cinque al suo film, “Un château en Italie”, in concorso a Cannes. Valeria Bruni Tedeschi, attrice e regista, sorella di Carla Bruni Sarkozy, aveva precisato che non avrebbe accettato domande sull’ex fidanzato (recita con lei nel film, Louis Garrel, trent’anni) e sull’emozione di essere l’unica donna a Cannes (lei i film, tre in dieci anni, li scrive sempre con due sceneggiatrici, Agnès De Sacy e Noémie Lvovsky, ma sostiene che farli è difficile per tutti, maschi e femmine, e la differenza è solo una: se i film sono belli oppure no). La critica del Times non ha resistito, le ha chiesto se lei e Garrel, che hanno adottato una bambina africana, stanno ancora insieme: Valeria Bruni Tedeschi è corsa via dal padiglione dell’intervista. Sembra la scena di uno dei suoi film, sempre ispirati alla sua famiglia, e in cui descrive le proprie nevrosi, le goffaggini, le fissazioni, e lo fa in un modo dolce, divertente e triste insieme. In questo nuovo “Un château en Italie” racconta la voglia di un figlio che fa smettere di lavorare, la decadenza economica che costringe la sua famiglia a vendere il castello, il rapporto con il fratello che muore di Aids (Filippo Timi) e una madre che, quando la figlia dice, in modo vagamente esaltato: “Mi sento benissimo”, la fulmina così: “Senza un uomo e senza figli e senza un lavoro che ti obblighi ad alzarti la mattina”. La madre è davvero la madre, Marisa Borini, la pianista, la diva, la signora torinese, l’avventuriera che concepì Carla Bruni, alla fine degli anni Sessanta, con un uomo che non era il marito e a lei lo confessò solo in età adulta, la donna che ha sfilato orgogliosa a Cannes senza reggiseno e che non avrebbe mai permesso a nessun’altra di impersonare se stessa.

    A Cannes, tra l’altro, molti giornalisti italiani erano convinti che l’imponente ma solito servizio d’ordine alla proiezione ufficiale servisse alla possibile presenza di Carla Bruni, la star (vuol dire che arriva Carlà, è sicuro che arriva Carlà, mi hanno detto che arriva Carlà), ma le stelle del cinema, in questo momento, sono Valeria e sua madre, che hanno il talento di una totale, spudorata autoironia (nel terribile, ingiusto, pettegolo confronto estetico con una sorella top model, sono sempre di più gli uomini che preferiscono Valeria). Valeria Bruni Tedeschi riesce a prendere in giro il suo desiderio di maternità: in “Attrici” si attaccava al seno il figlio di un’altra, e pregava in chiesa con il cero davanti, solo che la fiamma del cero, ogni volta che lei apriva bocca, si affievoliva. In questo film, molto applaudito e ben recensito, anche dalle critiche a cui Valeria dice: “Stronza”, la protagonista, di nome Louise, interpretata da Valeria, va nei dintorni di Napoli per sedersi su una sedia miracolosa che fa restare incinte, ma la suora di guardia non la fa entrare, perché lei le racconta nevroticamente che non crede in Dio proprio tutti i giorni, che ha fatto la fecondazione artificiale con uno con cui non è sposata, che una volta è stata in una sinagoga (la suora: “Peccato mortale!”), così Louise si toglie i sandali e scappa di corsa a sedersi sulla miracolosa sedia, da cui la strapperanno a forza. Dopo tutte le confessioni  e i segreti messi in scena in questo film (la madre, dopo la morte del figlio dà del lei alla Madonna e dice: “Non la pregherò più”), non era il caso di chiederle dell’ex fidanzato. E Valeria Bruni Tedeschi, che si sente un’italiana in concorso, ha risposto nel migliore dei modi possibili.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.