“Sono io il problema?” Grillo sogna un bel vaffa, la Sicilia gliel'ha mandato

Marianna Rizzini

    Ve lo avevo detto, oh amici cazzoni, che Gribbels è un comico annoiato e un po' isterico. Mai che diate retta al ciccione.

    — giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) June 12, 2013

     “Vorrei sapere se sono io il problema”, dice Beppe Grillo dopo aver ascoltato le parole della senatrice a Cinque stelle Adele Gambaro, intervistata da Skytg24 (“stiamo pagando i toni e la comunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi”). Vuole sapere se è lui il problema, il grande capo, e per questo lancia un referendum fulmineo sul blog, ma gli rispondono (da Facebook) prima di tutto i deputati e i senatori del M5s, insolitamente compatti nel voler salvare dalla sua stessa permalosità il leader sempre più inesorabilmente autodistruttivo, a differenza del “popolo del blog”, diviso tra i timidi cenni di incoraggiamento al Grillo che forse è incline all’ultimo vaffa (contro i suoi?) prima di tornare al teatro vero, e le contestazioni per i toni alla “Orwell” (resta la domanda: ma prima non se n’erano accorti, gli internauti simpatizzanti?). Appare rovesciato, il mondo a Cinque stelle in cui gli odiatori sommari della casta, quelli che prima si sentivano incoraggiati dall’ex comico a dirla grossa sul Web, ora fanno i moderati, invitando l’ex comico a non fare il Mangiafuoco. Rovesciato è anche l’universo parlamentare grillino, dove gli eletti pensano di domare il comico annoiato, forse sentendosi ormai maturi per procedere da soli (verso dove non si sa). “No che non sei tu il problema”, “tu sei come le Dolomiti, un patrimonio dell’umanità”, dicono infatti quasi in massa, per rassicurare il Grillo corrucciato, facendo anche capire che Adele Gambaro “ha sbagliato movimento” (intanto Grillo fa sapere che Adele Gambaro è pregata di accomodarsi alla porta più in fretta possibile – “Quando uno vale niente”, è il titolo del post di esortazione alla diaspora).

    Non pare solo ego ferito, il suo. E’ il mondo che crolla o forse no, di sicuro è un segnale della psiche scocciata per questo e per quello (intellò in fuga, urne canaglia, moltiplicazione di dissidenze non più titubanti, parole al suo sguardo ingrate). L’ira stavolta non è neanche funesta come quando, in autunno, il Grillo bisbetico compariva in video dal blog, con aria spiritata, a dire “fuori dai coglioni” a chi non era d’accordo. Anzi, nel ribaltamento di ruoli Grillo sembra quasi quasi quello che non vede l’ora di farsi cacciare (o liberare, ma non prima di aver spinto il tasto “delete”). D’altronde ieri la giornata era cominciata male, con Leoluca Orlando pronto a dare, da Palermo, lezioni al duo Grillo-Casaleggio (“il M5s ha perso perché c’è bisogno di una politica che fa”) e con la Sicilia tutta che dava un feroce addio. “Ma allora non era vero che votavano contro i partiti”, dicevano gli osservatori non siciliani agli osservatori siciliani per nulla stupiti dei risultati elettorali siciliani, con il M5s ridotto a percentuali a una cifra proprio nell’isola dove il Beppe Grillo nuotatore e Forrest Gump, soltanto otto mesi fa, aveva raggiunto il diciotto per cento, con punte del trenta e oltre tra Siracusa e Catania, città dove oggi arretra fino al confine dell’irrilevanza. “Era sbagliata l’ottica”, dicono oggi le voci che salgono dai caffè della Catania di Enzo Bianco (secondo “ritorno storico” dopo quello di Orlando), città dove in molti pensano che sul continente nessuno abbia capito quel che c’era da capire, e cioè che in Sicilia “è inutile gridare contro i partiti, perché i partiti non esistono, ed è solo questione di satrapie”.

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.