Un uomo nudo

Annalena Benini

Alle donne non interessa il corpo nudo: loro, si sa, vogliono un uomo che le faccia ridere. L’aspetto fisico non conta, le donne guardano dentro, usano la fantasia, hanno bisogno di una connessione emotiva. Gli uomini si sono adagiati per secoli su queste certezze, “le donne non sono visive”, aiutati anche da chi, alla domanda: qual è la prima cosa che guardi in un uomo, risponde: i polsi. Oppure: l’anima.

    Alle donne non interessa il corpo nudo: loro, si sa, vogliono un uomo che le faccia ridere. L’aspetto fisico non conta, le donne guardano dentro, usano la fantasia, hanno bisogno di una connessione emotiva. Gli uomini si sono adagiati per secoli su queste certezze, “le donne non sono visive”, aiutati anche da chi, alla domanda: qual è la prima cosa che guardi in un uomo, risponde: i polsi. Oppure: l’anima. Così, quando una giovane scrittrice bisognosa si è presentata a un colloquio di lavoro a Playgirl americano, e le hanno chiesto di scrivere le didascalie sotto le foto di un uomo muscoloso che corre nudo sopra una duna di sabbia, e poi tiene una lancia in mano, poi aggiusta, sempre nudo, un’automobile, infine se ne sta sdraiato sopra un trionfo di cuscini, la scrittrice ha pensato che nessuna donna potesse essere davvero attratta dall’immagine di un uomo che corre nella giungla con il segno dell’abbronzatura da perizoma, e che fosse soltanto un lavoro di scrittura comica, e per un pubblico di uomini gay. Poi è diventata caporedattore, come racconta sull’Atlantic, e ha capito che le donne, compresa lei che però preferisce il genere rockstar emaciata senza vestiti, a un certo punto vogliono occhieggiare uomini nudi.

    Il fatto che sia passata alla storia la scena di “Thelma&Louise” in cui Brad Pitt sta senza vestiti e cammina, mostrando quell’osso sopra il pube e altro ancora, ne è la prova. Anche David Beckham nella pubblicità delle mutande non è stato accolto con uno sbadiglio, e ha rivendicato la proprietà del sedere e del resto, niente controfigure. Le donne hanno bisogno di qualche connessione emotiva in più, forse, ma scrivono anche lettere a Playgirl raccontando nel dettaglio che cosa farebbero a quei pezzi di ragazzi del paginone centrale. Come gli uomini. Non lo dicono per non gettarli nel panico, scrive l’Atlantic, ma la scienza dice che le reazioni sessuali sono identiche. Certo, nella foto di un uomo sdraiato sopra un divano leopardato prevarrà sempre il senso del ridicolo sull’eccitazione, ma lo stereotipo secondo il quale le donne sarebbero tortuose, schizzinose, cerebrali e delicate crolla davanti agli studi scientifici (quelli brutali che misurano l’afflusso di sangue e cose del genere): si rivela un cliché gentile per non mettere sotto pressione gli uomini mentre si spogliano, e una definizione socialmente accettabile di quello che vogliono le donne.

    Prati verdi in cui tenersi per mano, tramonti, poesie, sguardi, affinità elettive, senso dell’umorismo, il desiderio femminile non può spingersi oltre, se si vogliono poi scrivere le memorie di una ragazza perbene, e la femminista Naomi Wolf in “Vagina”, che dovrebbe essere un saggio liberatorio, scrive che un modo invincibile per suscitare il desiderio in una donna è guardarla negli occhi al mattino, raccogliere il bucato la sera, avviare la lavatrice, portarle dei fiori. Non fa accenno all’attrazione fisica, alla possibilità che Samantha di “Sex and the City” avesse qualche motivo per essere felice guardando il vicino di casa italiano sotto la doccia. La camicia aperta sul petto, insomma, è puro oggetto di scherno e, a meno di essere lettrici di Playgirl, inconfessabile motivo di attrazione. L’uomo-oggetto va circondato di premure, va giustificato con l’intelligenza, l’ironia, il romanticismo. Per non metterlo in difficoltà, meglio che non sappia mai che le donne lo guardano con la stessa speranza, disincanto e senso dei paragoni con cui lui guarda Jennifer Lawrence.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.