Come l'arresto di “monsignor 500” influenzerà le riforme di Bergoglio

Matteo Matzuzzi

In Vaticano si sapeva già tutto di mons. Nunzio Scarano, fino a qualche tempo fa responsabile della contabilità analitica dell’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede (Apsa), l’ente che fornisce alla curia romana i fondi per l’esercizio delle sue funzioni. Non appena da Salerno era arrivata la notizia che il prelato era stato iscritto nel registro degli indagati per riciclaggio, per Scarano era scattata la sospensione cautelare. Non si tratta di una procedura inusuale, ha spiegato ieri all’ora di pranzo padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana: è stato semplicemente “applicato il Regolamento della curia romana, che impone la sospensione cautelare per le persone per cui sia stata iniziata un’azione penale”.

    In Vaticano si sapeva già tutto di mons. Nunzio Scarano, fino a qualche tempo fa responsabile della contabilità analitica dell’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede (Apsa), l’ente che fornisce alla curia romana i fondi per l’esercizio delle sue funzioni. Non appena da Salerno era arrivata la notizia che il prelato era stato iscritto nel registro degli indagati per riciclaggio, per Scarano era scattata la sospensione cautelare. Non si tratta di una procedura inusuale, ha spiegato ieri all’ora di pranzo padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana: è stato semplicemente “applicato il Regolamento della curia romana, che impone la sospensione cautelare per le persone per cui sia stata iniziata un’azione penale”. La disponibilità a collaborare con le autorità italiane, dicono ancora oltretevere, è massima. Scatteranno subito, intanto, le indagini interne. A occuparsene in prima battuta sarà l’Autorità di informazione finanziaria (Aif), l’organismo voluto nel 2010 da Benedetto XVI e affidato alla presidenza del cardinale Attilio Nicora che dell’Apsa è stato presidente prima dell’arrivo del bertoniano Domenico Calcagno, già vescovo di Savona.

    Non passava inosservato, Nunzio Scarano. Lo chiamavano “monsignor 500”, per l’abitudine che aveva di esibire agli amici pacchetti di banconote del taglio più grosso. La procura gli contesta di aver fatto rientrare dalla Svizzera a bordo di un aereo privato (la difesa è pronta a contestare davanti ai magistrati tale particolare) 20 milioni di euro in contanti appartenenti a suoi conoscenti, e che per tale servizio abbia versato 400 mila euro a Giovanni Maria Zito, l’ex agente dell’Aisi finito in manette assieme al monsignore e al broker Giovanni Carenzio. Il 15 giugno, in un’intervista alla Città di Salerno, Scarano negava ogni addebito: “Non ho rubato niente, ho avuto la benedizione di incontrare sulla mia strada persone facoltose, che mi hanno sempre sostenuto nelle mie opere di carità”.

    Papa Francesco era al corrente della situazione, e non a caso ha iniziato ad attuare l’opera di trasparenza e pulizia a più riprese invocata nelle Congregazioni generali del pre Conclave partendo dal settore finanziario. Prima la nomina del fidato Battista Ricca quale nuovo prelato dello Ior, quindi l’istituzione (attaverso un documento scritto di proprio pugno) di una commissione che di fatto mette sotto inchiesta l’Istituto per le opere di religione. Solo venerdì mattina, poi, il Pontefice riceveva in udienza privata il cardinale Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura per gli Affari economici della Santa Sede. Bergoglio vuole vederci chiaro, fino in fondo. Solo dopo aver ricevuto ed esaminato gli esiti delle indagini da lui commissionate (per le quali nessuno potrà opporre il segreto d’ufficio), inizierà la profonda riforma della curia cui stanno lavorando gli otto cardinali da lui personalmente scelti.

    • Matteo Matzuzzi
    • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.