Il prezzo del biglietto
Tre dei migliori sprinter al mondo – l’americano Tyson Gay e i giamaicani Asafa Powell e Sherone Simpson – sono stati trovati positivi assieme ad altri atleti dopo un controllo anti doping a un mese dai Mondiali di atletica, in programma a Mosca a metà agosto. La notizia, però, è che il fatto sia ancora una notizia. E’ raro che qualcuno si stupisca ancora, quando un campione viene sorpreso a fare uso di sostanze proibite che ne migliorano le prestazioni sportive.
Tre dei migliori sprinter al mondo – l’americano Tyson Gay e i giamaicani Asafa Powell e Sherone Simpson – sono stati trovati positivi assieme ad altri atleti dopo un controllo anti doping a un mese dai Mondiali di atletica, in programma a Mosca a metà agosto. La notizia, però, è che il fatto sia ancora una notizia. E’ raro che qualcuno si stupisca ancora, quando un campione viene sorpreso a fare uso di sostanze proibite che ne migliorano le prestazioni sportive. La storia dell’atletica degli ultimi anni è una lunga teoria di uomini più veloci del vento beccati a barare per potere vincere un’Olimpiade e ottenere la gloria (e i soldi) che uno sport così faticoso non riesce a dare con continuità. Cinicamente, si può dire che questi “incidenti” che capitano di tanto in tanto sono il biglietto da pagare per continuare a seguire, da spettatori, certi sport: vogliamo sempre più imprese, record e atleti perfetti, così finiamo inconsciamente per accettare che assumano tali sostanze. Da tempo non si assiste più all’atleta beccato che cade dalle nuvole, provando a sostenere la propria innocenza. Tutt’al più – come ha fatto Gay – si ammette l’errore denunciando ingenuità, “mi sono fidato delle persone sbagliate”, in modo che editorialisti e osservatori possano prendersela con allenatori e medici cattivi che usano i ragazzi come cavie. Eppure, anche gli editoriali di condanna e i titoli a nove colonne hanno da tempo perso forza: dire che “l’atletica è sotto choc” dopo questo nuovo caso è retorico e pigro. Lo spettacolo deve continuare. Con un pizzico di cinismo in più, ma continuare: la poesia e il romanticismo hanno abbandonato da tempo persino lo sport che più di tutti li incarnava, il ciclismo, e le vittorie del nuovo fenomeno britannico Chris Froome al Tour de France non scaldano più i cuori, al di là dei sospetti sui suoi tempi migliori di quelli di Armstrong, il Dopato per antonomasia. Ascolti e incassi, però, per ora non diminuiscono, e questo basta a tenere in piedi la baracca in un mondo dove si desidera la perfezione sovrumana, ma poi ci si indigna quando gli atleti usano certi “aiutini” per non essere troppo umani. Il circo proseguirà, i medici si aggiorneranno e per qualche mese le nuove sostanze non verranno beccate. Tramontata la stella dell’ultimo campione ce n’è già un’altra pronta a sorgere. Fino al prossimo test.
Il Foglio sportivo - in corpore sano