Circo mediatico-giudiziario d'antan

Giulia Pompili

Uno dei primi scandali sessuali della storia della politica ha origine nel governo che portò alla nascita dei due principali partiti americani. Nell'estate del 1791 una bionda 23enne, Maria Reynolds, bussò alla porta di Alexander Hamilton a Filadelfia. A quel tempo Hamilton era il primo segretario del Tesoro degli Stati Uniti d'America. Segretario di stato era Thomas Jefferson. Maria raccontò a Hamilton di essere stata abbandonata dal marito e dalla famiglia, e di avere bisogno di un aiuto economico. Hamilton la raggiunse quella sera a casa, le diede dei soldi, lei lo ringraziò a modo suo.

Leggi la prima puntata di "C'era una Ruby nel '700", l'autodifesa di Hamilton

    Uno dei primi scandali sessuali della storia della politica ha origine nel governo che portò alla nascita dei due principali partiti americani. Nell’estate del 1791 una bionda 23enne, Maria Reynolds, bussò alla porta di Alexander Hamilton a Filadelfia. A quel tempo Hamilton era il primo segretario del Tesoro degli Stati Uniti d’America. Segretario di stato era Thomas Jefferson. Maria raccontò a Hamilton di essere stata abbandonata dal marito e dalla famiglia, e di avere bisogno di un aiuto economico. Hamilton la raggiunse quella sera a casa, le diede dei soldi, lei lo ringraziò a modo suo. Ne nacque una relazione che durò almeno tre anni. Hamilton era un uomo sposato, certo, ma anche Maria, si scoprì più tardi, non era stata lasciata dal marito. James Reynolds infatti sapeva dell’infedeltà della moglie e invece di sfidare a duello il segretario del Tesoro – come si usava al tempo, Hamilton morì anni più tardi proprio in un duello – preferì ricattarlo: uno stipendio mensile in cambio del suo silenzio.

    Alla fine del 1791 la storia iniziò a circolare al Congresso americano. Hamilton, sicuro della sua buona fede, consegnò documenti e lettere della sua relazione extraconiugale ai congressisti James Monroe e Frederick Muhlenberg – soprattutto quelli che dimostravano che i dollari spesi per mantenere i Reynolds venivano dalle sue tasche. Questione risolta, il Congresso perdonò l’ingenuità di Hamilton. Solo che Monroe fece arrivare le lettere a Jefferson.

    A quel tempo il giacobinismo è vivo nelle cronache che arrivano dalla Francia, e le posizioni politiche dei due più stretti consiglieri di George Washington sono agli antipodi. Ma Jefferson non affrontò Hamilton solo politicamente. Cinque anni dopo aver ricevuto le prove della relazione con Maria, e a un anno dalle elezioni presidenziali, tirò fuori di nuovo il caso, sostenne la ricattabilità di Hamilton e il suo scarso senso del pudore – curioso che proprio lui, successivamente, avrebbe dovuto affrontare pubblicamente uno scandalo per la sua relazione con Sally Hemings. Tutto il dossier Hamilton-Reynolds fu pubblicato da James Thomson Callender. Ne nacque un circo mediatico-giudiziario, persecutorio nei confronti di Hamilton e della sua scappatella. Nel 1797, per difendersi dal coro di accuse, Hamilton fu costretto a scrivere 95 pagine di autodifesa, il “Reynolds pamphlet”, che da oggi pubblicheremo a puntate su questo giornale.

    Leggi la prima puntata di "C'era una Ruby nel '700", l'autodifesa di Hamilton

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.