Travaglio reale

Con l'arrivo del royal baby, Kate dovrà uscire dal suo mutismo e stare attenta ai consigli di zia Pippa

Annalena Benini

"Il caviale è adatto per lo svezzamento?”, chiederà Pippa Middleton alla madre e alla sorella. Nella parodia che le hanno dedicato, completa di un libro intitolato: “Quando si aspetta: la guida di una persona raffinata alla gravidanza e alla maternità”, la zia del royal baby, nel tentativo di prendersi parte del merito di una discendenza reale, consiglia di accettare qualunque droga venga offerta per alleviare i dolori del parto, ma per educazione evitare di portarsele da casa. E ricorda a Kate e a tutte le altre primipare posh che le prime parole di un bambino sono di solito molto ripetitive, “mamma”, “papà”, “gucci”, “miumiu”.

    "Il caviale è adatto per lo svezzamento?”, chiederà Pippa Middleton alla madre e alla sorella. Nella parodia che le hanno dedicato, completa di un libro intitolato: “Quando si aspetta: la guida di una persona raffinata alla gravidanza e alla maternità”, la zia del royal baby, nel tentativo di prendersi parte del merito di una discendenza reale, consiglia di accettare qualunque droga venga offerta per alleviare i dolori del parto, ma per educazione evitare di portarsele da casa. E ricorda a Kate e a tutte le altre primipare posh che le prime parole di un bambino sono di solito molto ripetitive, “mamma”, “papà”, “gucci”, “miumiu”. Tutti possono partecipare alla nascita dell’erede al trono d’Inghilterra, e tutti vogliono farlo (anche Mia Farrow, dall’America, ha mandato una proposta di nome: chiamatelo Mandela, ha scritto su Twitter, maschio o femmina che sia).  Quasi come quando Maria Antonietta, in Francia, secoli fa, partorì la prima bambina: chiunque volesse era ammesso in camera da letto e, con i dovuti lenzuoli, poteva godersi lo spettacolo della nascita e incitare la regina (che svenne subito dopo il parto, forse perché tutta quella folla le rubava anche l’ossigeno, e fece abolire per sempre la regola di etichetta reale).

    Adesso nessuno può disturbare Kate Middleton, ma tutti devono esserci lo stesso, aspettare il bollettino di Buckingham Palace l’annuncio con il nome e il peso, festeggiare, oppure ironizzare sulla frivolezza di questa mobilitazione (il traffico bloccato per giorni, centinaia di persone davanti all’ospedale, la diretta video di tutti i quotidiani inglesi, l’isteria generale), dichiararsi completamente disinteressati a un evento così banale. Tanto che il Guardian ha previsto, sul sito, l’opzione Republican. Se si è contrari alla monarchia si può cliccare lì sopra ed escludere dalla vista tutte le notizie riguardanti la nascita del bebè reale, terzo in linea di successione, il figlio per cui il principe William, come un padre moderno, ha già preso due settimane di congedo parentale. E mentre gli americani prendono in giro l’abitudine inglese di bagnare la nascita di un bambino ubriacandosi fino allo sfinimento (abitudine altrimenti ribattezzabile: un martedì sera qualunque), e le nuove madri saltellano e corrono con le pance tese per cercare di partorire nello stesso giorno di Kate, e fare in modo che i bebè facciano subito amicizia (Carole Middleton, la madre stratega di Kate, si è mossa un po’ tardi per trovare marito alle figlie, e Pippa è quasi una zitella ormai, quindi è meglio pianificare innamoramenti fin dalla nursery della clinica), Kate Middleton è sempre l’unica a non dire mai una parola, a fingere di non esistere, forse anche durante il travaglio.

    La Regina le ha sollecitato il parto, perché voleva andare in vacanza, il principe Carlo è andato a New York perché, anche se non ha mai lavorato in vita sua, aveva imprescindibili impegni ufficiali, tutto il mondo grida da mesi a Kate: spingi! (prima le gridava: resta incinta!) e lei ha sempre sorriso, accarezzato i bambini degli altri, nascosto la pancia, si è travestita fino all’ultimo momento possibile da appagato manichino dei grandi magazzini. Adesso le cose cambiano, adesso è Kate la nuova madre d’Inghilterra con il bambino in braccio, più di Diana, più di Victoria Beckham, e dovrà prendersi tutto lo spazio necessario: se ha paura di sbagliare, potrà utilizzare i consigli del finto libro della sorella Pippa: durante i festeggiamenti, ricordarsi che l’alcol è consigliato solo per gli adulti. Al neonato, per un party di successo, meglio servire soltanto latte o bibite analcoliche.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.